E così, avete intenzione di iscrivere i vostri figli al liceo classico. Magari, peggio ancora, l’avete già fatto. Bene, è il caso che sappiate a quali rischi andranno incontro quando entreranno in contatto, per così dire, con la cosa stessa. Virtù civiche, esempi di fedeltà coniugale, eroismo a tutto spiano? Questi sono i miei gioielli, la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto, navigare - non vivere - è necessario? Neanche per idea, quelli erano solo vecchi apologhi ad usum Delphini, storielle acconciamente purgate da ammuffiti accademici con i baffi, allo scopo di non urtare la sensibilità dei teneri virgulti che andavano a scuola negli anni mesti e gloriosi della Prima Repubblica. Purtroppo, times are changing. Che nel 2009 ai pargoletti che voi, con tanta cura, avete educato alla verecondia, sia riservato lo stesso trattamento è un pio desiderio. Perché oggi...
Perché oggi, nei licei classici, spadroneggia la professoressa Eva Cantarella, la donna dalla doppia vita. Di giorno, stimata autrice di uno dei manuali scolastici più adottati (e apprezzati) di storia greca e romana. Peccato che di notte la medesima studiosa, mentre il marito dorme, scenda nell’enfer della sua biblioteca privata per trasformarsi in un’appassionata collezionista di aneddoti poco edificanti, ma molto succosi, sui nipoti di Teseo e di Remo. All’alba, gli occhi arrossati meno dalla veglia e più dall’eccitazione, sollevatasi dalle carte, la nostra antichista si rivelerà una generosa dispensatrice di informazioni x-rated.
Grazie a Dammi mille baci. Veri uomini e vere donne nell’antica Roma (Feltrinelli, pagg. 188, euro 15) apprendiamo che i romani sodomizzavano i nemici sconfitti, che Catullo era bisessuale senza costituire un’eccezione, che Ovidio aveva cinque donne, che la prima notte di nozze le spose romane si sedevano su una statuetta fallica priapea e che tutti si vantavano delle loro imprese erotiche graffendone sui muri la cronaca dettagliata: roba che a confronto i vip di oggi (quelli che prima di andare al ristorante con le veline telefonano al paparazzo di fiducia comunicandogli ora e luogo, caso mai dovesse sbagliare indirizzo) fanno la figura di campioni di reticenza e di understatement.
Ora, chi ci assicura che in futuro, alla Cantarella, non scappi la mano? In fondo, a tutti capita di distrarsi. E se nelle pagine della prossima edizione del manuale di storia antica filtrasse un particolare scabroso, risuonasse un’eco triviale, trasparisse un indesiderato doppio senso? Ispettori, insegnanti, famiglie: vigilate sulla doppia vita della Cantarella. Sono i vostri figli a chiedervelo. Gli stessi che ne sanno cento volte più di voi; e mediamente almeno il triplo del più scatenato civis romanus.
Perché oggi, nei licei classici, spadroneggia la professoressa Eva Cantarella, la donna dalla doppia vita. Di giorno, stimata autrice di uno dei manuali scolastici più adottati (e apprezzati) di storia greca e romana. Peccato che di notte la medesima studiosa, mentre il marito dorme, scenda nell’enfer della sua biblioteca privata per trasformarsi in un’appassionata collezionista di aneddoti poco edificanti, ma molto succosi, sui nipoti di Teseo e di Remo. All’alba, gli occhi arrossati meno dalla veglia e più dall’eccitazione, sollevatasi dalle carte, la nostra antichista si rivelerà una generosa dispensatrice di informazioni x-rated.
Grazie a Dammi mille baci. Veri uomini e vere donne nell’antica Roma (Feltrinelli, pagg. 188, euro 15) apprendiamo che i romani sodomizzavano i nemici sconfitti, che Catullo era bisessuale senza costituire un’eccezione, che Ovidio aveva cinque donne, che la prima notte di nozze le spose romane si sedevano su una statuetta fallica priapea e che tutti si vantavano delle loro imprese erotiche graffendone sui muri la cronaca dettagliata: roba che a confronto i vip di oggi (quelli che prima di andare al ristorante con le veline telefonano al paparazzo di fiducia comunicandogli ora e luogo, caso mai dovesse sbagliare indirizzo) fanno la figura di campioni di reticenza e di understatement.
Ora, chi ci assicura che in futuro, alla Cantarella, non scappi la mano? In fondo, a tutti capita di distrarsi. E se nelle pagine della prossima edizione del manuale di storia antica filtrasse un particolare scabroso, risuonasse un’eco triviale, trasparisse un indesiderato doppio senso? Ispettori, insegnanti, famiglie: vigilate sulla doppia vita della Cantarella. Sono i vostri figli a chiedervelo. Gli stessi che ne sanno cento volte più di voi; e mediamente almeno il triplo del più scatenato civis romanus.
"Il Giornale" dell'11 luglio 2009
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