di Salvo Intravaia
Ventiquattro maggio 1915, quattro novembre 1918, dieci giugno 1940, otto settembre 1943 e due giugno 1946 sono date importanti per la storia del nostro Paese. Ma quanti le ricordano? Otto giovani, di età compresa fra i 15 e i 34 anni, su 10 ricordano il 2 giugno come Festa della Repubblica, ma per il resto è una figuraccia. A confermarlo è l'ultimo sondaggio condotto dalla Doxa "Sul ricordo delle date storiche" da parte dei cittadini italiani. L'indagine è stata condotta su un campione rappresentativo di 1.002 soggetti. A sorpresa, fra i giovani (15/34 anni) è proprio il 2 giugno la data più "ricordata". Addirittura più degli over 35 che, anche per l'anno della ricorrenza - il 1946 - dovrebbero o potrebbero avere ricordi più nitidi. Fra coloro che hanno più di 55 anni, hanno risposto correttamente alla domanda "Quale evento storico o ricorrenza le ricorda il due giugno?" in 7 su 10. Le cose vanno in modo decisamente diverso per le altre quattro "date storiche". Pochi (appena 25 giovani su 100) ricordano che il quattro novembre è commemorato come Festa delle forze armate o Anniversario della vittoria dell'Italia della Prima Guerra Mondiale.
Sono invece più della metà (il 56 per cento) gli over 55 che rispondono correttamente alle domande sul 4 novembre. E il ricordo si perde del tutto se le domande riguardano il 10 giugno o il 24 maggio. Date che dai più sono state studiate a scuola almeno in un paio di occasione: alla scuola media e al superiore. Solo un giovane su 10, forse per motivi freudiani, ricorda gli eventi che hanno fatto passare alla storia queste due date: entrata in guerra dell'Italia rispettivamente nel secondo e nel primo conflitto mondiale. Migliorano, ma di poco, i ricordi sull'otto settembre, firma dell'armistizio e sconfitta dell'Italia nella seconda guerra mondiale. Ancora una volta sono i giovani a prendere un brutto voto: solo 2 su dieci danno risposte corrette o attinenti con la data in questione. I meno giovani, sempre sull'otto settembre, riescono a raggranellare qualche risposta corretta in più. Come la prenderanno i prof di storia "cotanta ignoranza"?
« La Repubblica » del 2 giugno 2006
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