di Massimo Gramellini
Ronaldo al Milan, ufficiale. Ma non lo era anche una settimana fa? E Moretti. Non ci crederete, è il direttore del Torino Film Festival. Lo si ripete da una vita, però adesso è vero, proprio quando questa vicenda ha cominciato a intasarci la cistifellea e non si riesce più a goderne né a biasimarla, perché entrambi gli stati d’animo sono stati ampiamente sperimentati al momento dell’annuncio. L’annuncio, ecco il punto. Il mondo non procede per eventi ma per anticipazioni, che nei rari casi in cui diventano realtà lasciano il posto a un senso indefinito di nausea. La stessa che ci pervade nell’apprendere che in Parlamento si continua a litigare sulla Resistenza e a votare la missione in Afghanistan. Ma non l’avevano già votata prima di Natale? O era Pasqua? Comunque l’avevano votata. O forse avevano soltanto detto che l’avrebbero fatto? Chi se lo ricorda più. Fino al paradosso della riforma virtuale della scuola, la Moratti semicancellata dal governo: non essendo mai diventata operativa, gli studenti non si accorgeranno della sua abolizione come non si erano resi conto della sua esistenza, se non per contestarla, cioè per contestarne l’annuncio.
È un ben strano modo di vivere, che si sfama di aperitivi e arriva sazio alla bistecca. Facile attribuirne la colpa ai mezzi di comunicazione che menerebbero la danza. Ma anch’essi non sono che lo specchio di un malessere che ciascuno può rintracciare dentro di sé. Un rifiuto di percepire la realtà e di soffermarsi sui fatti, preferendo sempre sapere dove andrà Ronaldo, piuttosto che dove sta adesso.
È un ben strano modo di vivere, che si sfama di aperitivi e arriva sazio alla bistecca. Facile attribuirne la colpa ai mezzi di comunicazione che menerebbero la danza. Ma anch’essi non sono che lo specchio di un malessere che ciascuno può rintracciare dentro di sé. Un rifiuto di percepire la realtà e di soffermarsi sui fatti, preferendo sempre sapere dove andrà Ronaldo, piuttosto che dove sta adesso.
«La Stampa» del 26 gennaio 2007
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