di Pierluigi Battista
Sarà pure la prima estate senza gli appuntamenti di Cortina InConTra, ma è pur sempre la solita estate in cui da qualche parte si scopre, si svela, si dissotterra qualcosa che viene attribuito a Caravaggio: due anni fa le (presunte) ossa accreditate da uno scombiccherato esame del Dna e i (presunti) dipinti, oggi i (presunti) disegni. È anche la solita estate in cui Vittorio Sgarbi, dissertando del Caravaggio vero, di quello verosimile e di quello falso, non parla mai di se stesso, non esibisce nulla di sé, si tiene da parte, non vuole fare l'attore, non è preso dalla smania di un Ego furioso. Sul Giornale si tiene in penombra: «il tema è fondamentale l'ho ripreso io», «io ho voluto mostrare, in anteprima», «ho esposto anche alcuni disegni». Si nasconde quasi nell'anonimato: «da farmi pensare», «ciò che avevo visto e studiato». Comunque, il verdetto sulla controversia del defilato Sgarbi è la seguente: «divertente sberleffo al mondo accademico chiuso, masturbatorio, dei critici d'arte spiazzati dalla scoperta». Lo dice così, in modo da non farsi notare. Divertente sberleffo.
I ricordi di D'Alema
Nella prima estate senza gli appuntamenti di Cortina InConTra, Massimo D'Alema si abbandona ai ricordi nelle calde serate romane della Festa democratica di Caracalla. Spinto dalle domande di Chiara Gamberale, secondo la cronaca che ne fa Fabrizio D'Esposito sul Fatto quotidiano, D'Alema mostra un volto quasi umano: «c'è un bellissimo libro di due studiosi inglesi che nella traduzione italiana si chiama "La misura dell'anima". Quando aumenta il tasso di eguaglianza sale anche il tasso di felicità. Hanno riscoperto il socialismo». Ma poi torna quello di prima: «spira un nuovo vento progressista nel mondo, dall'America alla Cina». La Cina? «Sì, la Cina. Il Pcc non è una forza di destra anche se propone un cambiamento autoritario». Il Partito comunista cinese non è di destra, e va bene. Propone un cambiamento, non si sa. «Autoritario» certamente. Progressista? Fa caldo nelle calde serate romane.
Il priapismo architettonico
È la prima estate in cui Londra può sfoggiare il suo Shard Tower, il grattacielo progettato da Renzo Piano e che arriva all'altezza di 310 metri: «L'edificio più alto d'Europa» commenta sulla Stampa Francesco Bonami. Il quale, incontrando Piano, rivela che l'architetto nega recisamente che «la sua ultima creatura sia un atto di priapismo architettonico». E perché lo nega? Ecco perché: «Progettare un edificio è interessante solo in funzione di quello che rappresenta in futuro e se riflette la trasformazione del mondo in cui viviamo». Sì, d'accordo, ma il «priapismo architettonico»? Niente, non è dato sapere, non si sa se «riflette la trasformazione».
I ricordi di D'Alema
Nella prima estate senza gli appuntamenti di Cortina InConTra, Massimo D'Alema si abbandona ai ricordi nelle calde serate romane della Festa democratica di Caracalla. Spinto dalle domande di Chiara Gamberale, secondo la cronaca che ne fa Fabrizio D'Esposito sul Fatto quotidiano, D'Alema mostra un volto quasi umano: «c'è un bellissimo libro di due studiosi inglesi che nella traduzione italiana si chiama "La misura dell'anima". Quando aumenta il tasso di eguaglianza sale anche il tasso di felicità. Hanno riscoperto il socialismo». Ma poi torna quello di prima: «spira un nuovo vento progressista nel mondo, dall'America alla Cina». La Cina? «Sì, la Cina. Il Pcc non è una forza di destra anche se propone un cambiamento autoritario». Il Partito comunista cinese non è di destra, e va bene. Propone un cambiamento, non si sa. «Autoritario» certamente. Progressista? Fa caldo nelle calde serate romane.
Il priapismo architettonico
È la prima estate in cui Londra può sfoggiare il suo Shard Tower, il grattacielo progettato da Renzo Piano e che arriva all'altezza di 310 metri: «L'edificio più alto d'Europa» commenta sulla Stampa Francesco Bonami. Il quale, incontrando Piano, rivela che l'architetto nega recisamente che «la sua ultima creatura sia un atto di priapismo architettonico». E perché lo nega? Ecco perché: «Progettare un edificio è interessante solo in funzione di quello che rappresenta in futuro e se riflette la trasformazione del mondo in cui viviamo». Sì, d'accordo, ma il «priapismo architettonico»? Niente, non è dato sapere, non si sa se «riflette la trasformazione».
«Corriere della sera» del 9 luglio 2012
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