La libertà delle idee e lo spazio prestabilito
di Gao Xingjian
L'ideologia che governa la letteratura, aspira a dominarla e confinarla in uno spazio prestabilito, non esita a produrla o a giudicarla secondo le proprie necessità, è una tendenza che nel corso del ventesimo secolo si è sin troppo affermata. Tale fenomeno ha riguardato non solo la creazione letteraria o la critica ma anche la storia della letteratura: portavano tutte su di sé il marchio dell'ideologia. Si può dire che l'ideologia fosse diventata il male del secolo, una malattia contro la quale era molto difficile difendersi. Fortunatamente è accaduto che certi scrittori abbiano saputo resistere a questo male, la loro opera si sia salvata e abbia potuto continuare a essere letta anche dalle generazioni future.
Per definire una dottrina ideologica e la relativa teoria, innanzi tutto è necessario disporre di un impianto filosofico dal quale far scaturire un certo numero di visioni del mondo con i loro rispettivi valori. Tra le varie scuole ideologiche, probabilmente il marxismo è la più compiuta quanto a struttura e la più influente quanto a espansione. Le sue idee hanno ispirato numerose generazioni di intellettuali. Molto prima che il comunismo diventasse, in certi Stati, la struttura ideologica ufficiale, una corrente dominante di estrema sinistra aveva già segnato l'intellighenzia in tutto il mondo. Anche il liberalismo e il nazionalismo sono del tutto in grado di assolvere lo stesso ruolo e diventare strutture di pensiero che favoriscono un partito politico o un Paese procurando loro un sistema di valori. La suddetta intellighenzia riuniva allora sia il mondo letterario e artistico sia i sostenitori del modernismo, del postmodernismo e del cosiddetto postcolonialismo, tutte correnti di pensiero capaci di fornire, di volta in volta, giudizi di valore fino a diventare dogmatismi dalla rigidità granitica. Per sua propria natura, ogni struttura ideologica tende a dare spiegazioni al mondo, sistemi di valore alla società umana, fondamenti coerenti al potere politico e all'ordinamento sociale. Se la filosofia resta confinata alla metafisica, l'ideologia si definisce nel rapporto con le strutture della società che le è contemporanea, e con giudizi di valore che comportano un vantaggio per chi li esprime. La letteratura, al contrario, è la libera espressione del sentimento e del pensiero dell'uomo, e ciò significa che, nei suoi fondamenti, essa trascende ogni utilità pratica. Se, un giorno, lo scrittore perdesse l'indipendenza della riflessione - perdita di autonomia, ahimè, tanto frequente nella letteratura moderna -, se si mettesse a seguire la corrente di tale e talaltra ideologia, ne diverrebbe suo vassallo, come ne abbiamo visti sin troppi durante il ventesimo secolo ...
La sostituzione dell'ideologia alla religione è stato un altro atto di assurda cecità a cui si è assistito nel ventesimo secolo. Sotto l'egida della ragione, con il dogmatismo delle utopie a sostegno, la realtà del mondo veniva trasformata, attraverso l'esaltazione della violenza di rivoluzioni di ogni genere, sobillando le folle, popoli interi, a una follia sfrenata, causando le più grandi catastrofi che abbiano mai colpito l'umanità. La letteratura si è radicata all'interno dello schema ideologico: ha incitato alla violenza e alle guerre, creato eroi e capi da adorare, lodato i sacrifici, e se oggi tutto questo sembra scomparso per sempre, gli inviti a una letteratura impegnata sono ancora di attualità. Voler usare la letteratura come strumento per cambiare la società equivale a volerla usare per divulgare le norme morali ed etiche, con la precisazione doverosa che oggi il giudizio morale ed etico è stato surrogato dal politicamente corretto. La letteratura contemporanea è ancora invischiata nelle pastoie ideologiche. Avendo il dovere di continuare a essere «impegnata», essa si impegna allora nella Realpolitik: tale concezione attualmente è molto diffusa tra gli intellettuali.
Per definire una dottrina ideologica e la relativa teoria, innanzi tutto è necessario disporre di un impianto filosofico dal quale far scaturire un certo numero di visioni del mondo con i loro rispettivi valori. Tra le varie scuole ideologiche, probabilmente il marxismo è la più compiuta quanto a struttura e la più influente quanto a espansione. Le sue idee hanno ispirato numerose generazioni di intellettuali. Molto prima che il comunismo diventasse, in certi Stati, la struttura ideologica ufficiale, una corrente dominante di estrema sinistra aveva già segnato l'intellighenzia in tutto il mondo. Anche il liberalismo e il nazionalismo sono del tutto in grado di assolvere lo stesso ruolo e diventare strutture di pensiero che favoriscono un partito politico o un Paese procurando loro un sistema di valori. La suddetta intellighenzia riuniva allora sia il mondo letterario e artistico sia i sostenitori del modernismo, del postmodernismo e del cosiddetto postcolonialismo, tutte correnti di pensiero capaci di fornire, di volta in volta, giudizi di valore fino a diventare dogmatismi dalla rigidità granitica. Per sua propria natura, ogni struttura ideologica tende a dare spiegazioni al mondo, sistemi di valore alla società umana, fondamenti coerenti al potere politico e all'ordinamento sociale. Se la filosofia resta confinata alla metafisica, l'ideologia si definisce nel rapporto con le strutture della società che le è contemporanea, e con giudizi di valore che comportano un vantaggio per chi li esprime. La letteratura, al contrario, è la libera espressione del sentimento e del pensiero dell'uomo, e ciò significa che, nei suoi fondamenti, essa trascende ogni utilità pratica. Se, un giorno, lo scrittore perdesse l'indipendenza della riflessione - perdita di autonomia, ahimè, tanto frequente nella letteratura moderna -, se si mettesse a seguire la corrente di tale e talaltra ideologia, ne diverrebbe suo vassallo, come ne abbiamo visti sin troppi durante il ventesimo secolo ...
La sostituzione dell'ideologia alla religione è stato un altro atto di assurda cecità a cui si è assistito nel ventesimo secolo. Sotto l'egida della ragione, con il dogmatismo delle utopie a sostegno, la realtà del mondo veniva trasformata, attraverso l'esaltazione della violenza di rivoluzioni di ogni genere, sobillando le folle, popoli interi, a una follia sfrenata, causando le più grandi catastrofi che abbiano mai colpito l'umanità. La letteratura si è radicata all'interno dello schema ideologico: ha incitato alla violenza e alle guerre, creato eroi e capi da adorare, lodato i sacrifici, e se oggi tutto questo sembra scomparso per sempre, gli inviti a una letteratura impegnata sono ancora di attualità. Voler usare la letteratura come strumento per cambiare la società equivale a volerla usare per divulgare le norme morali ed etiche, con la precisazione doverosa che oggi il giudizio morale ed etico è stato surrogato dal politicamente corretto. La letteratura contemporanea è ancora invischiata nelle pastoie ideologiche. Avendo il dovere di continuare a essere «impegnata», essa si impegna allora nella Realpolitik: tale concezione attualmente è molto diffusa tra gli intellettuali.
«Corriere della Sera» - Supplemento "La lettura" del febbraio 2012
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