02 ottobre 2025

Il 43% degli italiani non versa un euro di Irpef

Brambilla: è credibile che quasi la metà dei cittadini viva con 10 mila euro?
di Valentina Iorio
In Italia i cittadini che versano almeno un euro di Irpef sono 33,5 milioni, vale a dire circa il 57% della popolazione complessiva (58,9 milioni). Il restante 43% degli italiani non ha redditi o non li dichiara e di conseguenza vive a carico di qualcun altro. Per quel che riguarda la ripartizione del carico fiscale, su 42,6 milioni di cittadini che presentano la dichiarazione dei redditi, il 76,87% dell’intera Irpef è pagato da circa 11,6 milioni di contribuenti, mentre i restanti 31 milioni ne pagano solo il 23,13%. È quanto emerge dalla dodicesima edizione dell’osservatorio sulle entrate fiscali, a cura del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, presentata ieri pomeriggio alla Camera dei Deputati insieme a Cida – Confederazione italiana dirigenti e alte professionalità.
Nel dettaglio, chi ha un reddito tra 0 e 7.500 euro lordi, vale a dire 7,2 milioni di italiani (il 12% della popolazione), paga in media 26 euro di Irpef l’anno ed è « a carico dell’intera collettività», evidenzia il rapporto. Nella fascia subito superiore, quella tra i 7.500 e i 15 mila euro lordi l’anno, in cui rientrano 7,6 milioni di persone, l’irpef media annua pagata per contribuente è di 296 euro. L’insieme di queste fasce versa solo 1,19% del totale Irpef. Sommando tutte le fasce di reddito fino a 29 mila euro, risulta che il 72,59% dei contribuenti italiani versa soltanto il 23,13% di tutta l’irpef.
A pagare gran parte dell’irpef complessiva sono quei poco più di 7 milioni di contribuenti con redditi superiori ai 35 mila euro. Le imposte pagate da un lavoratore dipendente con un reddito tra 35 e 55 mila euro, in media oltre 10 mila euro l’anno, sono 34 volte quelle di un reddito tra 7.500 e 15 mila euro. «È davvero credibile che quasi la metà degli italiani viva con circa di 10 mila euro lordi l’anno?», chiede il professor Alberto Brambilla, presidente di Itinerari previdenziali. «Giusto aiutare chi ha bisogno, così come garantire a tutti diritti primari ma, al tempo stesso, non si può trascurare quanto queste cifre siano verosimilmente gonfiate da economia sommersa ed evasione fiscale», sottolinea. «Quasi un cittadino su due non versa nemmeno un euro di Irpef, e così poco più di un quarto dei contribuenti si fa carico da solo di quasi l’80% dell’imposta. È come in una squadra di calcio: se solo tre giocatori corrono e gli altri otto guardano, non si vince nessuna partita», aggiunge il presidente di Cida Stefano Cuzzilla. Il viceministro dell’economia Maurizio Leo, intervenuto in videocollegamento, ha confermato l’intenzione del governo di ridurre dal 35% al 33% l’aliquota che oggi grava sui redditi compresi tra i 28 mila e i 50 mila euro, precisando subito: «Bisognerà vedere, se le risorse ce lo consentiranno». Non ha fatto invece riferimento alla possibilità di estendere la riduzione ai redditi fino a 60 mila euro. Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ammesso che c’è un disequilibrio nella ripartizione del carico fiscale e ha aggiunto: «Vanno detassati gli straordinari, i premi di produzione e penso anche le tredicesime».
«Corriere della Sera» del 1° ottobre 2025

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