11 febbraio 2013

L'amore ai tempi di Internet

Dalla scelta del locale a quella del cocktail: sì al Martini, no al Negroni, meglio il Mojito dello Spritz San Valentino. Le tecniche e il teorema dei Neg: brevi frasi negative, ironiche, a ferire l'orgoglio della donna
di Luca Mastrantonio
L'abbondanza di incontri e la paura di sbagliare piattaforma hanno reso «disfunzionale» il corteggiamento. Manuale di conquista (reale e virtuale)
Il fascino dell'anonimato «Ma c'è gente anche normale? Voglio dire, gente come me?» È la domanda di chi si informa sui siti web di incontri e vuole sentirsi dire sì, certo. Da chi magari ha fatto la stessa domanda a qualcun altro, ottenendo la stessa risposta e così, a ritroso, si risale fino ai fondatori. I quali sostengono di aver avuto l'idea del dating online dalle chiacchiere con amici che si lamentavano di conoscere poche persone. Il cerchio si chiude e le implicazioni di quell'anche sfumano. In Italia molti lo fanno ma non lo dicono. E se lo raccontano chiedono di restare anonimi ? l'anonimato è il motore psico-sociale di questi siti: riduce la timidezza, allarga il giro, stimola la fantasia. Frequentarli è un lungo, eccitante, deludente, strano appuntamento al buio. Mirato, perché Cupido, nel giocare con le armi di Marte che colpiscono da lontano, prova a togliersi la benda: ieri arco e frecce, oggi sms, chat e algoritmi che elaborano i dati degli utenti e segnalano affinità. Come l'americano OkCupid, il cui test ha domande di ogni tipo. Da «Per te è accettabile abortire?» a «Per te quante volte alla settimana una persona si deve lavare i denti?».

Cupido off/on-line
Ma il corteggiamento? C'è chi lo dà per finito. Ciclicamente. Alternando romanticismo luddista e machismo ferito (Massimo Fini sull'Europeo del 1993 accusava le donne di aver criminalizzato il corteggiamento in molestia). A inizio 2013 il «New York Times» ha fatto il punto (interrogativo): incontri online e tecnologia creano maggiore disponibilità di appuntamenti, ma anche maggiore asincronicità, confusione di ruoli e sentimenti, rendendo il corteggiamento disfunzionale, senza intimità, di breve respiro. È l'apoteosi del rimorchio? La fine del corteggiamento? In realtà sembra che all'aumentare dei modi di corteggiare corrisponda un aumento di errori e di possibilità di «scorteggiamento». Apparentemente nulla di nuovo sotto il sole. Ma le cose sono cambiate all'ombra luminosa degli schermi dove chattare, postare, messaggiare e video-collegarsi con più persone, anche lontane, anche sconosciute. Anche normali. Anche in Italia, secondo i numeri forniti dai principali siti. Un italiano su quattro tra i 25 e i 65 anni - dati dell'istituto Tns raccolti per conto di Meetic - ha iniziato una relazione grazie ad un sito di incontri. Al di là dell'imbarazzo dei singoli ad ammetterlo pubblicamente, il mercato è in crescita.Nativi e tardivi digitaliIl 61 per cento di chi frequenta siti di incontri, in Italia, ha meno di 39 anni. Diviso in due fasce: il 29 per cento è tra i 18 e i 29 anni, il 32 ha tra i 29 e i 39 anni. Così, almeno, secondo l'indagine europea dell'istituto tedesco Trend Research, per conto di C-Date, specializzato in incontri casuali e senza impegno. Su altri siti, invece, la popolazione è più adulta. Il rimorchio via web è praticato dai nativi digitali con naturalezza, dai tardivi con l'entusiasmo consapevole del neofita maturo. E non è detto che il corteggiamento online escluda quello offline. Piuttosto lo integra, completa. O simula. Alle rose rosse corrispondono i «like» su Facebook, alle serenate le canzoni di YouTube, ai «Ti amo» sui muri sotto casa le scritte sulla bacheca.

Cacciatrici e carta fedeltà
Ma i luoghi di corteggiamento virtuali e reali hanno problemi comuni. Ad esempio: poche donne, troppi uomini. Come riequilibrare? Su alcuni siti le donne hanno l'iscrizione gratuita o agevolazioni per i servizi a pagamento. I maschi no. Non basta? Qualcuno ha capovolto lo schema: Luca Vavassori, classe 1982, startupper tra New York e Londra, ha fondato nel 2012 Cacciatrici: «Le mie amiche lamentavano di venire letteralmente inondate da dozzine di messaggi di maschi, metà dei quali a sfondo sessuale. Cacciatrici.it ribalta i ruoli e catapulta la donna nei panni di una Cacciatrice che mette gli ometti di suo gradimento nel suo recinto». A breve partirà anche con GirlShop.it, per ragazze under 35, che avranno a disposizione una «Carta fedeltà: più maschietti ordina, più punti potrà raccogliere, che poi potrà usare per ricevere gadget, gift-card in negozi di abbigliamento, set di trucchi».Semplice, solare, simpatico Il corteggiamento 2.0 inizia dalla compilazione del profilo. Prima ancora di come vestirsi al primo appuntamento. Il profilo è lo specchio delle brame. Proprie e altrui. Fondamentali: foto con occhi e viso scoperti, descrizione breve ma intrigante, personalizzata, senza spararle grosse. Di fatto è una mini-biografia, quasi un genere letterario. Molto praticato, infatti, dalla rivista «McSweeney's» di Dave Eggers. Jimmy Chen ha immaginato il profilo di Raymond Carver per OkCupid. Sarah Marcus ha giocato sulle battute in comune tra i primi appuntamenti e i film horror. Frank Ferri ha consultato degli psichiatri per fare una diagnosi (umoristica) delle frasi usate nei profili. «Casa dolce casa»? Significa: «Agorafobico cerca agorafobica per una relazione a distanza». Il requisito richiesto è «R-i-s-p-e-t-t-o!»? Si tratta di una «donna dominante che cerca un uomo con Sindrome di Stoccolma passiva». L'annuncio «Notte e giorno, giorno e notte» va tradotto così: «Nictofobico cerca fotofobico per divertenti battaglie per l'interruttore».
Le frasi ingenue sono da evitare come quelle ad effetto. Come ricordano le Ocarine, gruppo di blogger che ha segnalato a Solferino28anni (blog del «Corsera» sui giovani) le loro disavventure del dating online. Ne hanno ricavato consigli e regole, come quella delle Tre Esse: diffidare sempre di chi si presenta come «semplice, solare, simpatico». Sono i più noiosi e pigri, conferma la scrittrice Violetta Bellocchio, classe 1977 (Sono io che me ne vado, Mondadori): «Si presentano come se dovessero partecipare ad un reality. Quando leggo "sono semplice, voglio divertirmi" ogni volta penso di rispondergli: "A me invece piace la morte, che peccato!"». La versione femminile a volte è peggio: «Sono un po' pazzerella!». Oppure: «Scoprimi».

Baciare con la mente
Le mail no. Per rimorchiare non vanno bene, troppo prolisse. Per corteggiare sì, meglio. Ma l'incontro non è assicurato. Come nel romanzo Le ho mai raccontato del vento del nord dell'austriaco Daniel Glattauer (Feltrinelli). Storia di un intenso amore epistolare tra due sconosciuti, nato per un indirizzo sbagliato tra Emmi e Leo. Frase cult: «Scrivere è come baciare, solo senza labbra. Scrivere è baciare con la mente». Molto citata, esprime lo spirito del corteggiamento via chat ed sms. Ma la frase più efficace per approcciare una ragazza, secondo una ricerca del sito Badoo, è proprio «hai delle labbra bellissime». Gli uomini timidi non la usano, temono sia troppo esplicita e fanno gli stilnovisti, ipocriti, parlando degli occhi. Ma se le donne amano il rossetto, una ragione ci sarà: le labbra sono la parte che vogliono valorizzare. Per chi non ama le sorprese, comunque, mai chattare con utenti senza foto: in Closer (2004) lo scrittore interpretato da Jude Law seduce Clive Owen fingendosi donna.

La puntualità (non) è tutto
Il primo appuntamento resta il momento fondante. Punto di arrivo del corteggiamento online, punto di partenza di quello off-line. Il rispetto dei tempi determina i ruoli. Come nella scena di Jules et Jim (1962) di Francois Truffaut in cui Catherine e Jim si devono vedere presso un caffè parigino, alle sette. Lui arriva con qualche minuto di ritardo per ottimismo, e non vedendola teme che lei se ne sia già andata; aspetta, ma se ne va poco prima che lei, più ottimista di lui, arrivi. Così nella didascalia all'inizio del film c'è il senso di tutto: «M'hai detto ti amo. Ti dissi: aspetta. Stavo per dirti: eccomi. Tu m'hai detto: vattene». Sono 87 caratteri, spazi inclusi. Meno di un Tweet. E dentro c'è amicizia, amore, la guerra, una famiglia, un auto nel fiume, un mulino, tanta malinconia. L'impossibilità della felicità al di fuori del matrimonio (Truffaut dixit).Come sa Marcello, romano, trentenne, che ha scritto a Solferino28anni per raccontare il suo lieto fine. Dopo mesi di avventure online ha trovato Magdalena, polacca. Corteggiata via Skype. Oggi sono sposati, con prole.

Cocktail, cena, cinema
La puntualità, dicevamo, è solo il primo passo. Conta la scelta. Del locale, ad esempio, per l'aperitivo (o la cena). Per Carolina Cutolo (classe '74), autrice di Romanticidio (Fandango), il corteggiamento non è finito. Ha moltiplicato occasioni e linguaggi. A lei, per esempio, che fa la bar-tender a Roma, piace indovinare la personalità in base a cosa uno beve. Il cocktail Martini? «Denota mistero e confidenza, una scelta di classe, apprezzata anche da chi non ne conosce la storia ma ne sente il fascino». Il Negroni è da evitare: «Depone male, della serie: "Da sobria non ti piaccio?". Astenersi timidi». Con lo Spritz non si sbaglia, «ma è come non dire niente». Meglio un Mojito, «avventuroso, ma spesso deludente». Ci si può spingere fino al Sex on the beach, «esotico». Ma attenti ai nomi deficienti, tipo il Blow job (specialità da siti porno). Il massimo? «L'Irish coffee. Se l'altro ci sta, si prende il caffè, vuole tirare tardi».
Anche la scelta del film è importante (al cinema, per il primo appuntamento, a casa dal secondo in poi). Ma senza troppa enfasi. Si esce per stare assieme, non per vedere quel film. Altrimenti finisce così: «Scusami tantissimo per il film dell'altra sera etc... (sic!) ? scrive Sara, una ragazza conosciuta su Badoo da Andrea ? avevo promesso alla mia amica di vederlo con lei, però poi forse tornava a casa nel weekend quindi ho aspettato a risponderti. Poi mi sentivo in colpa per non averlo fatto e quindi ho evitato. Adesso che ti trovo in chat ne approfitto per scusarmi prima di essere del tutto fuori tempo massimo. Riproviamo domani?». Ecco il corteggiamento disfunzionale: ruffianeria (scusami tantissimo), postmodernità (etc...), falsi alibi (il silenzio giustificato con il senso di colpa), asincronia e presunzione di innocenza (non è troppo tardi, vero?). Era meglio una telefonata.

L'amore è un dardo
Se il corteggiamento online punta al primo appuntamento, il corteggiamento reale punta al secondo. Come arrivarci? Se l'amore è un dardo ? verso frainteso del Trovatore di Giuseppe Verdi che brucia di passione «Ah! L'amor, l'amore ond'ardo» ? gli sms sono freccette. Vanno a segno, bucherellano il muro, fanno un male cane. I Pick Up Artist - gli artisti del rimorchio - consigliano come comportarsi tra il Day1 e il Day2. Richard De La Ruina, su www.puatraining.it, suggerisce di: puntare sul «call-back humour», l'ironia complice per qualcosa che si è fatto assieme; giocare allo specchio, cioè essere breve se lei è breve, non usare i faccini se lei non li usa; pilotare falsi dilemmi per rivedersi (vino bianco o rosso? Commedia leggera o film d'autore?).Per il testo, si più chiedere aiuto. A muse e poeti. La scrittrice Claudia Durastanti, classe 1984 (Un giorno verrò a lanciare sassi alla tua finestra, Marsilio), da Londa racconta: «Scippavo poesie a Diane Di Prima, scrivevo via sms "stanotte dormirò con un diamante sotto la lingua e tu verrai a dargli la caccia" per vedere chi ci cascava. Una mia amica si è messa con uno dopo averlo tampinato con le poesie di Milo De Angelis online; è proprio la distorsione della letteratura per bassi (alti?) fini che mi fa sorridere».

Fantasia metropolitana
Per Alcide Pierantozzi, classe 1985, (autore di Ivan il terribile, Rizzoli), i messaggi servono a tastare il terreno, ma non fanno testo: «È inutile stare lì a scriversi stupidaggini. Mi piace offrire cene, se posso. Un gesto semplice, elegante. Altrimenti, fino a qualche anno fa, regalavo dei luoghi. Non è che comprassi terreni fuori Milano, ma invitavo la persona prima dell'appuntamento a dirmi un numero da 1 a 20, un colore, una stazione della metro; la portavo in metro da casa mia alla fermata corrispondente al numero che mi aveva detto (ad esempio 5, dopo 5 fermate scendevamo), una volta in strada la prima persona che indossava un abito del colore che aveva detto andava seguita. Il luogo in cui la persona si fermava era il regalo. Un posto in cui sarebbe stata bene e lontana dalla sofferenza per sempre. Patetico, ma mi fa tenerezza pensarci».

Il teorema dei Neg
Sadica Tea Falco (1986). L'attrice di Io e te di Bernardo Bertolucci su Facebook ha scritto che «per corteggiare una donna non devi corteggiarla». Sono fioccati «mi piace» e commenti senza risposta (lei, fedele al paradosso, non si fila chi la corteggia). Qualcuno si è rifugiato nella citazione di Teorema di Marco Ferradini. Canzone cui tutti, almeno una volta nella vita, hanno creduto: dice prendi una donna, trattala male... Assomiglia alla teoria dei Neg, molto in voga in America e importata anche in Italia: brevi frasi negative, ironiche, da conficcare nell'orgoglio della donna per spingerla a riconquistare autostima attraverso il corteggiatore. Qualche esempio: «Che bei capelli, è una parrucca?»; «Fai la modella? - se dice sì -. Già, voi modelle ve la tirate un sacco». Il guru di questa tecnica è il protagonista di Magnolia (1999), conduttore tv di Seduci e distruggi, interpretato da Tom Cruise. Ma il primo Neg è attribuito al filosofo danese Søren Kierkegaard (1813-1855). Scriveva nel Diario di un seduttore di «neutralizzare» la femminilità della donna «con l'ironia e il comune buon senso». Lei «quasi giunge a perdere la femminilità dinanzi a se stessa, ma non può rimanere sola in questo stato. Si getta allora tra le mie braccia, non come fossi un amante, no, ma ancora in modo neutrale». Così «la sua femminilità si ridesta e viene portata al massimo della tensione, fino a farla urtare contro questo o quel limite reale. Ella l'oltrepasserà, e la femminilità raggiungerà un'altezza sovrumana, e mi apparterrà con passione totale».
Né Kierkegaard né Tom Cruise, però, dicono che se sbagli tempo, mossa o battuta, vieni piantato in asso. O diventi l'amico neutro. Terrore di tutti i corteggiatori. Virtuali o reali.
«Corriere della Sera» del 9 febbraio 2013

1 commento:

Anonimo ha detto...

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