Come insegnare letteratura italiana oggi? Un aiuto per renderla più moderna e attraente dall’editoria digitale
di Alessandra Dal Monte
«Non focalizzarsi solo sull’Italia perché la letteratura nazionale oggi non basta più»
«Un tempo il professore di letteratura formava la classe dirigente del Paese. Oggi è schiacciato all’interno di una funzione più burocratica che intellettuale. E la letteratura viene intesa come un insieme di nozioni neutrali, un gruppo di competenze oggettive: non viene più messa in rapporto con l’immaginario dei giovani, con il loro vissuto». A parlare è Romano Luperini, 73 anni, critico letterario e autore di diversi manuali di letteratura italiana. Il contesto è la tavola rotonda «Insegnare la letteratura oggi», organizzata al liceo Virgilio di Milano. Che fare, allora, per riportare in auge la letteratura, materia fondamentale per la crescita culturale degli studenti? «Serve un nuovo paradigma didattico», sostiene Luperini.
Prima di tutto, bisogna ripristinare gli studi comparati. «Non focalizzarsi solo sull’Italia perché la letteratura nazionale oggi non basta più». Poi, tornare alla lettura diretta dei testi. «La parola lezione significa proprio questo, lettura. Le opere vanno lette direttamente, i ragazzi devono capirle e interpretarle. Solo così possono farle proprie, collegandole alla loro vita e alle loro esperienze». Per adottare questo approccio basato sulla centralità del testo i docenti devono spiegare le opere letterarie non solo dal punto di vista storico, ma anche antropologico. «Non bisogna limitarsi a collocare le opere in un contesto di avvenimenti, ma è necessario far emergere i miti, le immagini, i sentimenti di cui i testi parlano. Per aiutarsi l’insegnante può organizzare le lezioni per nodi tematici: scegliendo un tema e collegando a esso testi di periodi diversi ci si può concentrare sull’universo che la letteratura porta con sé». L’obiettivo è coinvolgere i ragazzi, fare in modo che si avvicinino ai testi e che li leghino al loro vissuto. «La “maturità” in letteratura significa questo: raggiungere un grado di preparazione tale per cui ci si riesce a stupire e a commuovere di fronte alle opere letterarie e alla loro grandezza», aggiunge Luperini.
I relatori seduti al tavolo con lui concordano sulla necessità di un nuovo paradigma didattico ma sottolineano i problemi: «I ragazzi oggi hanno sempre meno proprietà linguistica e hanno bisogno di motivazione», spiega Guido Baldi, professore e autore di manuali scolastici. Remo Ceserani, esperto di letteratura comparata, raccomanda di allargare gli orizzonti fuori dall’Italia. Lo storico della letteratura Giulio Ferroni si scaglia contro il modello scolastico della valutazione oggettiva, «che giudica la scuola come le agenzie di rating giudicano l’economia dei Paesi». Che fare, allora? Come motivare i ragazzi, come affrontare la povertà del loro linguaggio, come far piacere loro la letteratura? «Bisogna pensarla come sempre meno scollegata dalla realtà produttiva: la letteratura arricchisce gli studenti, li rende flessibili, li prepara a un approccio olistico che può essere utile anche nelle professioni tecnologiche. Basta antitesi tra letteratura e tecnologia», dice Mario Palumbo, titolare dell’omonima casa editrice palermitana.
In effetti un aiuto per rendere moderna e attrattiva la letteratura viene proprio dall’editoria digitale. Molte case editrici stanno sviluppando portali appositi dedicati agli insegnanti che adottano i loro manuali. La Palumbo ha attivato Prometeo, che in tre anni conta oltre tremila docenti iscritti. Il sito mette a disposizione testi, immagini, video (interviste ad esperti, recite di una compagnia teatrale…) collegati al mondo della letteratura. Il docente può digitare un tema e veder comparire tutti i materiali collegati a quell’argomento, addirittura una lezione già pronta da spiegare ai ragazzi. Rcs Education offre un servizio simile con Aula digitale, sito a cui accedere attraverso delle credenziali per ideare percorsi didattici personalizzati e condividerli con gli studenti. Mondadori ha organizzato la sua piattaforma Libro+web, che integra i testi a contenuti multimediali. Certo, per poter sfruttare al meglio questi portali bisognerebbe avere la lavagna interattiva e i tablet in classe. Non tutte le scuole ne sono dotate. «Ma si tratta di materiali che possono anche solo servire da spunto per i docenti – spiegano gli esperti - una specie di aggiornamento autonomo molto pratico che porta gli insegnanti verso quel paradigma didattico basato sulla tematizzazione delle lezioni e sul recupero dei testi».
Prima di tutto, bisogna ripristinare gli studi comparati. «Non focalizzarsi solo sull’Italia perché la letteratura nazionale oggi non basta più». Poi, tornare alla lettura diretta dei testi. «La parola lezione significa proprio questo, lettura. Le opere vanno lette direttamente, i ragazzi devono capirle e interpretarle. Solo così possono farle proprie, collegandole alla loro vita e alle loro esperienze». Per adottare questo approccio basato sulla centralità del testo i docenti devono spiegare le opere letterarie non solo dal punto di vista storico, ma anche antropologico. «Non bisogna limitarsi a collocare le opere in un contesto di avvenimenti, ma è necessario far emergere i miti, le immagini, i sentimenti di cui i testi parlano. Per aiutarsi l’insegnante può organizzare le lezioni per nodi tematici: scegliendo un tema e collegando a esso testi di periodi diversi ci si può concentrare sull’universo che la letteratura porta con sé». L’obiettivo è coinvolgere i ragazzi, fare in modo che si avvicinino ai testi e che li leghino al loro vissuto. «La “maturità” in letteratura significa questo: raggiungere un grado di preparazione tale per cui ci si riesce a stupire e a commuovere di fronte alle opere letterarie e alla loro grandezza», aggiunge Luperini.
I relatori seduti al tavolo con lui concordano sulla necessità di un nuovo paradigma didattico ma sottolineano i problemi: «I ragazzi oggi hanno sempre meno proprietà linguistica e hanno bisogno di motivazione», spiega Guido Baldi, professore e autore di manuali scolastici. Remo Ceserani, esperto di letteratura comparata, raccomanda di allargare gli orizzonti fuori dall’Italia. Lo storico della letteratura Giulio Ferroni si scaglia contro il modello scolastico della valutazione oggettiva, «che giudica la scuola come le agenzie di rating giudicano l’economia dei Paesi». Che fare, allora? Come motivare i ragazzi, come affrontare la povertà del loro linguaggio, come far piacere loro la letteratura? «Bisogna pensarla come sempre meno scollegata dalla realtà produttiva: la letteratura arricchisce gli studenti, li rende flessibili, li prepara a un approccio olistico che può essere utile anche nelle professioni tecnologiche. Basta antitesi tra letteratura e tecnologia», dice Mario Palumbo, titolare dell’omonima casa editrice palermitana.
L’editoria digitale aiuta a rendere più moderna e attrattiva la «vecchia» letteratura italiana
In effetti un aiuto per rendere moderna e attrattiva la letteratura viene proprio dall’editoria digitale. Molte case editrici stanno sviluppando portali appositi dedicati agli insegnanti che adottano i loro manuali. La Palumbo ha attivato Prometeo, che in tre anni conta oltre tremila docenti iscritti. Il sito mette a disposizione testi, immagini, video (interviste ad esperti, recite di una compagnia teatrale…) collegati al mondo della letteratura. Il docente può digitare un tema e veder comparire tutti i materiali collegati a quell’argomento, addirittura una lezione già pronta da spiegare ai ragazzi. Rcs Education offre un servizio simile con Aula digitale, sito a cui accedere attraverso delle credenziali per ideare percorsi didattici personalizzati e condividerli con gli studenti. Mondadori ha organizzato la sua piattaforma Libro+web, che integra i testi a contenuti multimediali. Certo, per poter sfruttare al meglio questi portali bisognerebbe avere la lavagna interattiva e i tablet in classe. Non tutte le scuole ne sono dotate. «Ma si tratta di materiali che possono anche solo servire da spunto per i docenti – spiegano gli esperti - una specie di aggiornamento autonomo molto pratico che porta gli insegnanti verso quel paradigma didattico basato sulla tematizzazione delle lezioni e sul recupero dei testi».
«Corriere della Sera» del 18 marzo 2014
Nessun commento:
Posta un commento