Stop alla pellicola tratta dal libro di Hosseini
di Maria Volpe
Al bando «Il cacciatore di aquiloni». Sotto accusa la sequenza dello stupro di un minorenne: «Scene inaccettabili, turbano la popolazione»
Chiunque lo abbia letto è rimasto toccato e affascinato dal romanzo di Khaled Hosseini. Qualcuno deciderà di vedere il film che ne è stato tratto (per poi fare il paragone e decidere se è meglio il libro o il film), ma qualcuno non potrà vederlo. Il cacciatore di aquiloni, infatti, non sarà distribuito in Afghanistan: le autorità lo hanno proibito perché sostengono che incita alla violenza razziale. «Sulla base delle istruzioni del ministero della Cultura e dell’informazione, l’importazione e la proiezione del film Il cacciatore di aquiloni sono state vietate» ha detto Latif Ahmadi, direttore dell’organismo statale Afghan Film. «Alcune delle sue scene sollevano dubbi e per alcuni sono inaccettabili: il film potrebbe quindi causare problemi al governo e alla popolazione» ha aggiunto il funzionario. Una scelta appoggiata dallo stesso presidente Hamid Karzai, preoccupato per le ricadute negative sull’alleanza politica fra hazara e pashtun, entrambi sostenitori del governo. La pellicola di Mark Foster (che in Italia uscirà il 15 febbraio) ripercorre gli ultimi trent’anni di storia afgana, attraverso l’amicizia tra il giovane Amir erede di un ricco signore pashtun, e Hassan, figlio del suo servo hazara. Il film - prodotto dalla Paramount Vantage e per l’appunto basato sul best seller dell’autore afghano emigrato negli Stati Uniti - ha già causato molti problemi. Non a caso il diktat dalla Afghan Film arriva dopo mesi di polemiche che avevano spinto i giovanissimi protagonisti afgani del film a vivere diversi mesi all’estero, per il timore di finire nel mirino dei talebani. Il padre dell’attore che interpreta il piccolo Hassan aveva dichiarato a suo tempo di non essere stato informato che ci sarebbe stata una scena di stupro e, una volta scoperto il fatto, aveva chiesto venisse tagliata. «La gente in Afghanistan non capirà che si tratta di finzione», aveva detto il padre. Il film è uscito negli Stati Uniti il mese scorso, dopo alcuni ritardi dovuti alle straordinarie misure di precauzione prese per le preoccupazioni sulla descrizione nel film dello stupro e altre scene di conflitto. Ma nel mondo il libro ha venduto moltissimo: ha scalato le classifiche di decine e decine di Paesi, tanto che la Dreamworks di Steven Spielberg ne ha comprato i diritti e ha deciso per l’appunto di farne un film. Una sola cosa è certa: la censura non impedirà la circolazione del film in Dvd pirata.
«Corriere della Sera» del 16 gennaio 2008
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