04 aprile 2007

Cocaina, la droga della volontà di potenza

di Francesco Alberoni

Che cosa significa la diffusione della cocaina in tutti gli ambienti a partire dai giovani? Perché questa droga e non un’altra? Un tempo era diffuso l’alcol, che dà un senso di ottimismo, stordisce ed esaspera l’espressione delle emozioni. L’alcol vuol essere oblio e diventa pathos. Negli anni Sessanta si diffuse l’Lsd, un allucinogeno estremamente pericoloso, che i suoi adepti usavano sognando di superare i confini della propria coscienza, di sperimentare altre vite, altri mondi. E’ il momento dell’immaginario, della visione. Poi è dilagata l’eroina che ha devastato un’intera generazione. Chi la assume non agisce, non lavora, si abbandona come un clochard e cerca la beatitudine del nulla. E’la cultura dell’annullamento, del nirvana. Oggi si diffonde la cocaina. Questa, al contrario dell’altra è la droga dell’azione e della sfrenatezza. Ti fa sentire onnipotente, annulla la fatica, aumenta la tua capacità di concentrazione. Ma lo fa con qualsiasi cosa tu faccia in quel momento: giocare a carte, parlare, fare sesso, ballare, lavorare, correre. E tutto ciò che stai facendo ti appare sempre giusto, perfetto. Non hai nessun senso del limite, nessuna inibizione, non devi rendere conto a nessuno: ti senti al di sopra del bene e del male. La cocaina è la droga del dominio e della volontà di potenza. Per qualcuno è un mezzo provvisorio per fare cose sgradite. Alcune ragazze la prendono per resistere alla fatica notturna, fare ciò che chiede il cliente, prostituirsi. Poi smettono. Alcuni studenti, alcuni manager la usano per affrontare una prova difficile senza inibizioni e paure. Per molti però diventa, a poco a poco, un grimaldello per evitare le difficoltà e le responsabilità. Lo studente, un tempo, prendeva la simpamina per non addormentarsi e studiare di più. Ora prende la cocaina per essere brillante all’esame. Non gli serve per prepararsi, gli evita di farlo. Tutte le droghe sono sempre state un mezzo autodistruttivo per non affrontare le prove della vita a viso aperto, facendo ricorso alle proprie risorse interne, alla propria ricchezza emotiva e spirituale. Con la cocaina la gente rischia di bruciarsi il cervello per sentirsi onnipotente, senza inibizioni, senza freni morali, il superuomo di Nietzsche. Perché lo fa? Forse perché non ha più energia, ideali, motivazioni, non ha più passioni, non ha più fede. E cerca il puro senso del potere come sostituto del vuoto interiore che l’attende.

«Corriere della sera» del 26 marzo 2007

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