Il mondo il mondo è più che mai dominato dalla leggerezza dei software, come aveva previsto lo scrittore. Ma nella normalità la società è governata anche dalle leggi della gravità di Newton e di Einstein
di Masimo Sideri
Sembra resistere al tempo e alle stagioni della modernità, come un nuovo dogma universale della società, l’intuizione di Italo Calvino: il mondo sarà dominato dalla leggerezza dei software, non dalla pesantezza degli hardware. Calvino lo scriveva in quei lavori che saranno raccolti postumi sotto il titolo, scelto dalla moglie, di Lezioni americane. Nel frattempo la sua lezione ha superato i confini degli Stati Uniti ed è diventata valida per tutti. A causa dell’isolamento del coronavirus il mondo ha intrapreso una digitalizzazione di massa attraverso i software: lezioni scolastiche su Zoom, messaggi di nonni che finalmente hanno scaricato Whatsapp per salutare i nipotini, lavoro da casa, acquisti in Rete, informazione digitale, pagamenti online. Anni di resistenze culturali alla tecnologia spazzate via grazie a quel primato della leggerezza intravisto negli anni Ottanta dallo scrittore nato a Cuba.
In questa vita sospesa nell’attesa dei numeri e regolata da nuovi rituali casalinghi, è facile dimenticare che la società è governata anche dalle leggi della gravità di Newton e di Einstein. Come l’industria, che in Italia rimane la forza trainante dell’economia, l’esperienza dei viaggi alla Marco Polo, unico vero antidoto al «terrapiattismo di ritorno» di chi si chiude nei propri confini. E, ancora: i dibattiti, dal vivo, in parte scelti dal caso e comunque fuori dalla confort zone dei mondi a noi troppo simili che ci siamo costruiti sui social network. Una volta tornati alla normalità — che sia la normalità di una volta o, più probabilmente, una nuova normalità elaborata dopo la fase del necessario lutto delle aspirazioni di una crescita acritica — dovremo cercare di capire cosa è bene che resti nel mondo del software, in quella leggerezza tanto promettente quando rassicurante della digitalizzazione, e cosa invece avrà senso riportare in una residuale ma altrettanto importante pesantezza. Ricordando che gravitas, in latino, indicava la virtù della serietà. Ce ne sarà bisogno.
In questa vita sospesa nell’attesa dei numeri e regolata da nuovi rituali casalinghi, è facile dimenticare che la società è governata anche dalle leggi della gravità di Newton e di Einstein. Come l’industria, che in Italia rimane la forza trainante dell’economia, l’esperienza dei viaggi alla Marco Polo, unico vero antidoto al «terrapiattismo di ritorno» di chi si chiude nei propri confini. E, ancora: i dibattiti, dal vivo, in parte scelti dal caso e comunque fuori dalla confort zone dei mondi a noi troppo simili che ci siamo costruiti sui social network. Una volta tornati alla normalità — che sia la normalità di una volta o, più probabilmente, una nuova normalità elaborata dopo la fase del necessario lutto delle aspirazioni di una crescita acritica — dovremo cercare di capire cosa è bene che resti nel mondo del software, in quella leggerezza tanto promettente quando rassicurante della digitalizzazione, e cosa invece avrà senso riportare in una residuale ma altrettanto importante pesantezza. Ricordando che gravitas, in latino, indicava la virtù della serietà. Ce ne sarà bisogno.
«Corriere della sera» del 17 aprile 2020
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