di
Vincenzo Grienti
Nell’era
digitale fatta di computer senza fili, tablet e smartphone intelligenti
il binomio storia e web potrebbe sembrare anacronistico. Basta invece
andare sui principali motori di ricerca e su centinaia di siti per
capire che non è così. Il primo viaggio di Cristoforo Colombo alla
scoperta dell’America del 1492, la Rivoluzione francese del 1789, la
Rivoluzione industriale in Inghilterra così come l’epopea di Napoleone,
l’Unità d’Italia e i due conflitti mondiali possono essere riletti,
approfonditi e condivisi grazie ai nuovi strumenti del web 2.0 e ai
social network.
Dall’enciclopedia online Wikipedia, che ha fatto della partecipazione collaborativa la sua bandiera, ai siti come cronologia.leonardo.it/storia, Dizionario di storia moderna e contemporanea (www.pbmstoria.it), Ars Bellica (www.arsbellica.it) alle centinaia di riviste specializzate pubblicate solo in Rete c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Su YouTube, la principale piattaforma di video sharing, è possibile inoltre visualizzare migliaia di clip, film, documentari in bianco e nero caricati da singoli utenti o da centri studi, enti, istituzioni, testate giornalistiche impegnate nella divulgazione storica. In Italia un’esperienza originale è quella dell’Istituto Luce Cinecittà (www.youtube.com/cinecittaluce) che ha stretto un accordo con Google per rendere accessibile e condivisibile l’immenso patrimonio audiovisivo mentre su www.archivioluce.it viene offerta la possibilità di consultare 200mila schede catalografiche, 4mila ore di filmati, 400mila fotografie, in libera consultazione. Una risorsa indispensabile per studiosi e cultori di storia sono poi gli archivi digitali e le riviste online.
Ne è un esempio il The National Security Archive della George Washington University fondato nel 1985 che, oltre ad essere centro di giornalismo investigativo e istituto di ricerca sulle questioni internazionali, raccoglie e pubblica documenti declassificati degli Stati Uniti. Digitando www2.gwu.edu/~nsarchiv è possibile entrare in una tra le più grandi e aggiornate collezioni non governative del mondo.
È del 4 dicembre la più recente pubblicazione della Relazione sugli archivi di polizia guatemaltechi disponibili in inglese. Scribd.com, invece, è un servizio per la condivisione di documenti e libri in vari formati (Pdf, word, txt). Basta registrarsi e accedere al suo patrimonio digitale scaricabile che mensilmente fa incontrare oltre 50 milioni di utenti per più di 50mila tra libri, relazioni, saggi di storia, articoli, sintesi storiche. Frequentato dal mondo accademico è Academia.edu, dove è possibile trovare pubblicazioni scientifiche. Lanciato nel settembre 2008, conta più di un milione di utenti registrati.
In Italia, tra le poche realtà non governative o statali a rendere disponibili libri, saggi di storia e redirect ad altre biblioteche digitalizzate è la Sism, la Società italiana di storia militare: «Tra i nostri fini statutari – dice il presidente, Virgilio Ilari – c’è quello di promuovere lo studio della storia militare e offrire ai propri soci la pubblicazione gratuita online, sia sul nostro sito sia nei siti open come Scribd, Archive, Academia di articoli e libri approvati da specialisti della materia trattata».
Su www.societaitalianadistoriamilitare.it sono anche scaricabili gratuitamente saggi, relazioni e numerosi volumi di non facile reperimento, perfino risalenti al Cinquecento. Sul fronte universitario meno di un anno fa è nata la rivista Polo Sud di recente è nato un semestrale online redatto da storici del dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Catania «con l’intenzione di fare incontrare la grande storia con quella locale per cogliere meglio la complessità dei processi storici». spiega Giancarlo Poidomani, docente di storia contemporanea presso l’ateneo catanese. Diretta da Rosario Mangiameli, la rivista può essere sfogliata su www.editpres.it/cms/book/polo-sud-1.
Un’iniziativa nata attorno a uno dei molti periodici di storia specializzati è quella di Storia Doc (www.storiadoc.com), il primo sito italiano dedicato esclusivamente ai documentari di storia. «In streaming sono disponibili biografie, retroscena della storia dell’arte, enigmi storici e processi controversi», sottolinea Fabio Andriola, direttore del mensile Storia in Rete (www.storiainrete.com).
Sulla stessa scia ma con obiettivi più divulgativi è la rivista online InStoria(www.instoria.it), «un progetto editoriale nato per offrire ai suoi lettori alcuni approfondimenti su rilevanti tematiche del nostro presente e del nostro passato», spiega il direttore Matteo Liberti. Storia in Network (www.storiain.net) ha appena rinnovato il proprio sito. Si tratta di un mensile diretto da Alessandro Frigerio giunto al suo 203° numero e rivolto a studenti e appassionati del Novecento e dei secoli passati. Su Facebook e Twitter digitando la parola “storia” nella sezione “cerca” il risultato sono centinaia di pagine fan e microblog di mensili, riviste, canali e trasmissioni televisive e radiofoniche.
È il caso di RaiStoria e History Channel oppure di programmi come La Storia siamo noi della Rai o Quando l’Italia e I militi ignoti della fede di Tv2000.
Dall’enciclopedia online Wikipedia, che ha fatto della partecipazione collaborativa la sua bandiera, ai siti come cronologia.leonardo.it/storia, Dizionario di storia moderna e contemporanea (www.pbmstoria.it), Ars Bellica (www.arsbellica.it) alle centinaia di riviste specializzate pubblicate solo in Rete c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Su YouTube, la principale piattaforma di video sharing, è possibile inoltre visualizzare migliaia di clip, film, documentari in bianco e nero caricati da singoli utenti o da centri studi, enti, istituzioni, testate giornalistiche impegnate nella divulgazione storica. In Italia un’esperienza originale è quella dell’Istituto Luce Cinecittà (www.youtube.com/cinecittaluce) che ha stretto un accordo con Google per rendere accessibile e condivisibile l’immenso patrimonio audiovisivo mentre su www.archivioluce.it viene offerta la possibilità di consultare 200mila schede catalografiche, 4mila ore di filmati, 400mila fotografie, in libera consultazione. Una risorsa indispensabile per studiosi e cultori di storia sono poi gli archivi digitali e le riviste online.
Ne è un esempio il The National Security Archive della George Washington University fondato nel 1985 che, oltre ad essere centro di giornalismo investigativo e istituto di ricerca sulle questioni internazionali, raccoglie e pubblica documenti declassificati degli Stati Uniti. Digitando www2.gwu.edu/~nsarchiv è possibile entrare in una tra le più grandi e aggiornate collezioni non governative del mondo.
È del 4 dicembre la più recente pubblicazione della Relazione sugli archivi di polizia guatemaltechi disponibili in inglese. Scribd.com, invece, è un servizio per la condivisione di documenti e libri in vari formati (Pdf, word, txt). Basta registrarsi e accedere al suo patrimonio digitale scaricabile che mensilmente fa incontrare oltre 50 milioni di utenti per più di 50mila tra libri, relazioni, saggi di storia, articoli, sintesi storiche. Frequentato dal mondo accademico è Academia.edu, dove è possibile trovare pubblicazioni scientifiche. Lanciato nel settembre 2008, conta più di un milione di utenti registrati.
In Italia, tra le poche realtà non governative o statali a rendere disponibili libri, saggi di storia e redirect ad altre biblioteche digitalizzate è la Sism, la Società italiana di storia militare: «Tra i nostri fini statutari – dice il presidente, Virgilio Ilari – c’è quello di promuovere lo studio della storia militare e offrire ai propri soci la pubblicazione gratuita online, sia sul nostro sito sia nei siti open come Scribd, Archive, Academia di articoli e libri approvati da specialisti della materia trattata».
Su www.societaitalianadistoriamilitare.it sono anche scaricabili gratuitamente saggi, relazioni e numerosi volumi di non facile reperimento, perfino risalenti al Cinquecento. Sul fronte universitario meno di un anno fa è nata la rivista Polo Sud di recente è nato un semestrale online redatto da storici del dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Catania «con l’intenzione di fare incontrare la grande storia con quella locale per cogliere meglio la complessità dei processi storici». spiega Giancarlo Poidomani, docente di storia contemporanea presso l’ateneo catanese. Diretta da Rosario Mangiameli, la rivista può essere sfogliata su www.editpres.it/cms/book/polo-sud-1.
Un’iniziativa nata attorno a uno dei molti periodici di storia specializzati è quella di Storia Doc (www.storiadoc.com), il primo sito italiano dedicato esclusivamente ai documentari di storia. «In streaming sono disponibili biografie, retroscena della storia dell’arte, enigmi storici e processi controversi», sottolinea Fabio Andriola, direttore del mensile Storia in Rete (www.storiainrete.com).
Sulla stessa scia ma con obiettivi più divulgativi è la rivista online InStoria(www.instoria.it), «un progetto editoriale nato per offrire ai suoi lettori alcuni approfondimenti su rilevanti tematiche del nostro presente e del nostro passato», spiega il direttore Matteo Liberti. Storia in Network (www.storiain.net) ha appena rinnovato il proprio sito. Si tratta di un mensile diretto da Alessandro Frigerio giunto al suo 203° numero e rivolto a studenti e appassionati del Novecento e dei secoli passati. Su Facebook e Twitter digitando la parola “storia” nella sezione “cerca” il risultato sono centinaia di pagine fan e microblog di mensili, riviste, canali e trasmissioni televisive e radiofoniche.
È il caso di RaiStoria e History Channel oppure di programmi come La Storia siamo noi della Rai o Quando l’Italia e I militi ignoti della fede di Tv2000.
«Avvenire» del 19 dicembre 2013
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