07 dicembre 2019

Scuola: ecco perché i migliori studenti sono cinesi

di Alice Scaglioni
Hanno superato i loro coetanei in tutte le materie prese in considerazione: matematica, scienze e persino la lettura e la comprensione dei testi. Non c'è più alcun dubbio: gli adolescenti cinesi sono gli studenti migliori al mondo.
A rivelarlo è lo studio triennale che l'OCSE svolge su studenti quindicenni in tutto il mondo. Dai dati che emergono dalla ricerca si evince che gli scolari che provengono dalle quattro province cinesi di Pechino, Shanghai, Jiangsu e Zhejiang hanno ottenuto risultati ben più alti della media in scienze e matematica. Un traguardo eccellente, che cozza con il reddito delle famiglie da cui provengono gli studenti. La maggior parte di queste infatti vive con possibilità inferiori rispetto alla media internazionale. Circa 1 studente su 6 (16,5%) a Pechino, Shanghai, Jiangsu e Zhejiang (Cina) e 1 su 7 a Singapore (13,8%), hanno raggiunto i massimi livelli in matematica. Un dato che è pari solo al 2,4% nei paesi OCSE.
E che dire delle capacità nel campo della lettura? Secondo i dati dell'OCSE il 10% degli studenti cinesi più svantaggiati hanno mostrato risultati migliori rispetto alla media. L'unica pecca riguarda il divario di genere: le studentesse cinesi infatti hanno sotto-performato rispetto ai coetanei maschi, in tutte e tre le discipline.
«La qualità delle loro scuole oggi alimenterà la forza delle loro economie domani», ha commentato il segretario generale dell'OCSE Angel Gurria nella nota allegata ai dati, ma si è anche detto rammaricato del fatto che i risultati migliori non siano stati ottenuti nei Paesi che hanno investito nella formazione. Un segno che mette in luce come forse il sistema scolastico vada rivisto. «Se consideriamo il fatto che quelle quattro province cinesi hanno un reddito medio procapite molto inferiore alla media Ocse, è deludente che la maggior parte dei Paesi membri dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico non abbia fatto registrare alcun sostanziale miglioramento rispetto alla prima rilevazione PISA del 2000».
«Corriere della sera» del 7 dicembre 2019

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