Interessante la testimonianza contenuta nel libro «L’Iran oltre l’Iran» di Alberto Zanconato: «Nei due decenni che ho passato in Medio Oriente non ho incontrato un solo musulmano che si sentisse offeso da alberi di Natale e presepi»
di Gian Antonio Stella
Il cappellano del cimitero di Cremona, don Sante Braggiè, che si è rifiutato di allestire il presepe per il «rispetto verso altre religioni e la volontà di non entrare in dinamiche politiche» dovrebbe leggere un po’ di più. Se aprisse ad esempio il libro «L’Iran oltre l’Iran» di Alberto Zanconato, a lungo corrispondente dell’Ansa a Teheran e oggi a Beirut, troverebbe queste righe: «Tra i seguaci del Politicamente Corretto ci sono coloro che vorrebbero vietare i festeggiamenti di Natale nelle scuole per non urtare la sensibilità dei bambini musulmani e dei loro genitori. Nei due decenni che ho passato in Medio Oriente non ho incontrato un solo musulmano che si sentisse offeso da alberi di Natale e presepi».
Inoltre, prosegue, «Gesù è uno dei più importanti profeti dell’Islam e Maria una figura tra le più venerate dai musulmani. Reza, un amico iraniano che non mancava di recitare quotidianamente le preghiere, non beveva alcol e osservava coscienziosamente il digiuno del Ramadan, mi chiese un giorno, mentre partivo per le vacanze in Italia, di portargli al mio ritorno le statuine del presepio, per suo figlio. Diverse volte per Natale la televisione di Stato di Teheran ha trasmesso un film sulla Madonna di Lourdes, e i presidenti iraniani non mancano di fare gli auguri al Papa e a tutti i cristiani». Nel 2006 perfino l’allora presidente Mahmud Ahmadinejad, considerato un integralista, «ricordò la credenza degli sciiti secondo la quale Gesù tornerà sulla Terra al fianco del loro dodicesimo Imam, il Mehdi, nel giorno della riapparizione di quest’ultimo per “porre termine alla tirannia” insieme a lui. Gesù, diceva l’ayatollah Rouhollah Khomeini, il fondatore della Repubblica islamica, “era un grande profeta”. Anzi, secondo il Corano, è stato un profeta fin da quando era nella culla”».
E parliamo, ovvio, della culla di Betlemme. Dove spicca la figura della Madonna. La quale, come ha ricordato sul Corriere Vittorio Messori, è amata in tutto il mondo islamico: «Il Corano dedica alla Madre di Gesù un’intera Sura, ne fa il nome venerato per 40 volte, l’innalza sino al fianco di Fatima, la figlia prediletta del Profeta, le affida un ruolo di maternità misericordiosa, ne difende l’onore contro gli ebrei che la diffamano (la “calunnia mostruosa” sulla sua verginità che provocherà “il castigo di Dio” e “l’ira dei credenti” contro Israele, dice il Testo sacro)». A farla corta: Dio ci scampi dai fanatici del presepe usato come vessillo identitario. Ma anche dai sacerdoti del politicamente corretto ...
Inoltre, prosegue, «Gesù è uno dei più importanti profeti dell’Islam e Maria una figura tra le più venerate dai musulmani. Reza, un amico iraniano che non mancava di recitare quotidianamente le preghiere, non beveva alcol e osservava coscienziosamente il digiuno del Ramadan, mi chiese un giorno, mentre partivo per le vacanze in Italia, di portargli al mio ritorno le statuine del presepio, per suo figlio. Diverse volte per Natale la televisione di Stato di Teheran ha trasmesso un film sulla Madonna di Lourdes, e i presidenti iraniani non mancano di fare gli auguri al Papa e a tutti i cristiani». Nel 2006 perfino l’allora presidente Mahmud Ahmadinejad, considerato un integralista, «ricordò la credenza degli sciiti secondo la quale Gesù tornerà sulla Terra al fianco del loro dodicesimo Imam, il Mehdi, nel giorno della riapparizione di quest’ultimo per “porre termine alla tirannia” insieme a lui. Gesù, diceva l’ayatollah Rouhollah Khomeini, il fondatore della Repubblica islamica, “era un grande profeta”. Anzi, secondo il Corano, è stato un profeta fin da quando era nella culla”».
E parliamo, ovvio, della culla di Betlemme. Dove spicca la figura della Madonna. La quale, come ha ricordato sul Corriere Vittorio Messori, è amata in tutto il mondo islamico: «Il Corano dedica alla Madre di Gesù un’intera Sura, ne fa il nome venerato per 40 volte, l’innalza sino al fianco di Fatima, la figlia prediletta del Profeta, le affida un ruolo di maternità misericordiosa, ne difende l’onore contro gli ebrei che la diffamano (la “calunnia mostruosa” sulla sua verginità che provocherà “il castigo di Dio” e “l’ira dei credenti” contro Israele, dice il Testo sacro)». A farla corta: Dio ci scampi dai fanatici del presepe usato come vessillo identitario. Ma anche dai sacerdoti del politicamente corretto ...
«Corriere della sera» del 27 dicembre 2016
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