Video, documentari e siti online lo celebrano nell'era degli sms. Un paradosso? Si appassionano i giovanissimi. Gli esperti: piace perché "fa ragionare"
di Alessandra Retico
Lo declinano hip hop, va a ruba su e-Bay e alla radio è un tormentone. O tempora o mores, roba vecchia le notti insonni prima della versione in classe, speriamo che non esca Tacito, la professoressa fissata con l'esametro con spondeo al quinto piede. Il latino è un'altra faccenda adesso, e se non proprio uno spasso, una passione libera e leggera che attraversa paesi e generazioni.
"Latin is back" titolava qualche giorno fa il Daily Telegraph, il ritorno del latino, ed è curioso che proprio gli inglesi, depositari o presunti tali delle parole della modernità, a quella dei classici attribuiscano come in passato un senso vivo e vegeto, altro che lingua morta.
Non aumentano gli studenti nel Regno Unito, sempre meno scuole offrono corsi. Però le famiglie che riescono a far studiare ai figli Cicerone e coniugazioni dicono: "Una gran fortuna". E un bel commercio: film e video, sceneggiati tv, documentari e siti internet hanno riportato l'antichità al centro della scena contemporanea, la consecutio temporum nella grammatica espressionista degli sms.
Perché tanto interesse? "I ragazzi cambiano, succede dentro, qualcosa a livello intellettuale, la ricerca di un equipaggiamento migliore". David Cartwright insegna al Dulwich College di Londra, gli piace il web: 50 lezioni in vendita sul sito d'aste eBay, si possono comprare anche singolarmente, 3 o 4 pagine a "unit", una sterlina circa (1,50 euro). Economico e divertente il corso, fumetti e personaggi, e mica per bambini. "Imparare il latino per molti è noioso se non terrorizzante. Così scorre meglio". Lo comprano non barbosi e nostalgici, ma medici, avvocati, creativi, professionisti. "Ci aiuta in ufficio". Perché di questo si tratta, il latino fa ragionare davvero, non è un puzzle impossibile della mente, è la mente.
"Dà una competenza a lungo termine: la capacità di organizzare un messaggio, di appropriarsi di un sistema logico argomentativo generale. Per questo torna a essere richiesto dopo almeno un decennio di infatuazione per un'educazione utilitaristica".
Il pedagogista Benedetto Vertecchi dice che è vera questa rinascita che si misura anche "con il costante aumento negli ultimi anni delle iscrizioni ai licei classici e scientifici a scapito dei tecnici". Di più: il recupero del patrimonio antico è una rinnovata sensibilità "verso quello che non serve in senso immediato: il latino è come la poesia, inutile per una spesa consumistica. Non aumenta la prestazione finale ma il profilo del soggetto". A qualunque "classe" appartenga, perché il latino contrariamente a quanto si pensa non è per le élite. Vedi i paesi del nord, quelli che hanno aderito alla riforma protestante: la scolarizzazione è stata forte perché la gente voleva imparare a leggere le Scritture e i classici senza la mediazione del clero. Il diritto a un lavorìo mentale.
Filippo Tarantino, preside del liceo Cagnazzi di Altamura, a Bari, si è inventato una rete europea per il rilancio della cultura umanistica. "Che è cinema, che è teatro, che è molta modernità e popolarità, non solo Quintiliano e ceti abbienti". Dice il professore che "il latino non ha diviso la società per classi, anzi ha favorito la traduzione come atteggiamento mentale: capacità di mettersi in contatto con gli altri, e non solo ginnastica del cervello". Verso pop, strumento di comunicazione, persino d'intrattenimento. Il latino una hit che unisce umori e pensieri. La Finlandia ne va matta, la radio Nuntii Latini trasmette notiziari in lingua, ed essendo questo il semestre di Helsinki alla presidenza europea, una pagina del sito nazionale è in latino. Le librerie espongono in vetrina copertine di autori classici, Dan Brown lo considerano vecchio, e il professore Jukka Ammondt si è messo a tradurre the best of, cioè i meliora, di Elvis Presley.
Al liceo Einstein di Berlino più della metà degli studenti sceglie di studiarlo come seconda lingua, chissà se per cantare Odi et amo di Catullo come fa il gruppo hip hop tedesco ISTA, tre singoli in distici elegiaci. In rete miriadi di portali, anche di insulti che al liceo non ti insegnano, e anche la più grande e democratica enciclopedia online, Wikipedia, ha la sua versione latina: Vicipedia libera Encyclopaedia. La modernità non è spot e bip, ma un linguaggio che porta dentro un'etica, un sistema sociale, una maniera di ragionare, un galateo della parola. Un posto antico, e vivo.
"Latin is back" titolava qualche giorno fa il Daily Telegraph, il ritorno del latino, ed è curioso che proprio gli inglesi, depositari o presunti tali delle parole della modernità, a quella dei classici attribuiscano come in passato un senso vivo e vegeto, altro che lingua morta.
Non aumentano gli studenti nel Regno Unito, sempre meno scuole offrono corsi. Però le famiglie che riescono a far studiare ai figli Cicerone e coniugazioni dicono: "Una gran fortuna". E un bel commercio: film e video, sceneggiati tv, documentari e siti internet hanno riportato l'antichità al centro della scena contemporanea, la consecutio temporum nella grammatica espressionista degli sms.
Perché tanto interesse? "I ragazzi cambiano, succede dentro, qualcosa a livello intellettuale, la ricerca di un equipaggiamento migliore". David Cartwright insegna al Dulwich College di Londra, gli piace il web: 50 lezioni in vendita sul sito d'aste eBay, si possono comprare anche singolarmente, 3 o 4 pagine a "unit", una sterlina circa (1,50 euro). Economico e divertente il corso, fumetti e personaggi, e mica per bambini. "Imparare il latino per molti è noioso se non terrorizzante. Così scorre meglio". Lo comprano non barbosi e nostalgici, ma medici, avvocati, creativi, professionisti. "Ci aiuta in ufficio". Perché di questo si tratta, il latino fa ragionare davvero, non è un puzzle impossibile della mente, è la mente.
"Dà una competenza a lungo termine: la capacità di organizzare un messaggio, di appropriarsi di un sistema logico argomentativo generale. Per questo torna a essere richiesto dopo almeno un decennio di infatuazione per un'educazione utilitaristica".
Il pedagogista Benedetto Vertecchi dice che è vera questa rinascita che si misura anche "con il costante aumento negli ultimi anni delle iscrizioni ai licei classici e scientifici a scapito dei tecnici". Di più: il recupero del patrimonio antico è una rinnovata sensibilità "verso quello che non serve in senso immediato: il latino è come la poesia, inutile per una spesa consumistica. Non aumenta la prestazione finale ma il profilo del soggetto". A qualunque "classe" appartenga, perché il latino contrariamente a quanto si pensa non è per le élite. Vedi i paesi del nord, quelli che hanno aderito alla riforma protestante: la scolarizzazione è stata forte perché la gente voleva imparare a leggere le Scritture e i classici senza la mediazione del clero. Il diritto a un lavorìo mentale.
Filippo Tarantino, preside del liceo Cagnazzi di Altamura, a Bari, si è inventato una rete europea per il rilancio della cultura umanistica. "Che è cinema, che è teatro, che è molta modernità e popolarità, non solo Quintiliano e ceti abbienti". Dice il professore che "il latino non ha diviso la società per classi, anzi ha favorito la traduzione come atteggiamento mentale: capacità di mettersi in contatto con gli altri, e non solo ginnastica del cervello". Verso pop, strumento di comunicazione, persino d'intrattenimento. Il latino una hit che unisce umori e pensieri. La Finlandia ne va matta, la radio Nuntii Latini trasmette notiziari in lingua, ed essendo questo il semestre di Helsinki alla presidenza europea, una pagina del sito nazionale è in latino. Le librerie espongono in vetrina copertine di autori classici, Dan Brown lo considerano vecchio, e il professore Jukka Ammondt si è messo a tradurre the best of, cioè i meliora, di Elvis Presley.
Al liceo Einstein di Berlino più della metà degli studenti sceglie di studiarlo come seconda lingua, chissà se per cantare Odi et amo di Catullo come fa il gruppo hip hop tedesco ISTA, tre singoli in distici elegiaci. In rete miriadi di portali, anche di insulti che al liceo non ti insegnano, e anche la più grande e democratica enciclopedia online, Wikipedia, ha la sua versione latina: Vicipedia libera Encyclopaedia. La modernità non è spot e bip, ma un linguaggio che porta dentro un'etica, un sistema sociale, una maniera di ragionare, un galateo della parola. Un posto antico, e vivo.
«La Repubblica» del 20 luglio 2006
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