di Cristiana Pulcinelli
L’evoluzionismo? Non è scienza, ma “una fantasiosa storia”. A dirlo questa volta non è un creazionista qualunque, ma addirittura il vicepresidente del Cnr, il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Cosa ne penseranno i biologi che lavorano nel maggiore istituto di ricerca del nostro paese?
La storia comincia a febbraio scorso, quando Roberto De Mattei, storico e vice presidente del Cnr, organizza un convegno a porte chiuse nella sede del Cnr per confrontarsi “sulla fortuna delle teorie darwiniane, mettendone in luce le diverse criticità”. Dagli atti del convegno viene fuori un libro dal significativo titolo: “Evoluzionismo: il tramonto di un’ipotesi” pubblicato da poco dall’editore Cantagalli. Il libro è stato salutato da Fausto Carioti, vicedirettore del quotidiano “Libero”, in un articolo del 3 novembre scorso, come un volume “importante” in cui finalmente “gli scienziati iniziano a rendere pubbliche le loro critiche” a Charles Darwin. Una sorta di outing della comunità scientifica che finora non aveva avuto il coraggio di opporsi al dogma dell’evoluzionismo. Un “corpus teorico” che “secondo i documenti che il Cnr sta per rendere pubblici, fa acqua da tutte le parti”.
All’articolo risponde Marco Cattaneo, direttore de Le scienze, in un articolo del 23 novembre in cui si racconta che il convegno in realtà ospitava una dozzina di autori internazionali “quasi nessuno dei quali si occupa, nella sua vita, di biologia. E nessuno di biologia evoluzionistica”. Successivamente,
Telmo Pievani, docente di filosofia della scienza alla Bicocca di Milano ed esperto di evoluzionismo, riprende la storia con un lungo articolo su Micromega in cui, oltre a raccontarci le più recenti prove della scientificità della teoria di Darwin, entra nei dettagli e racconta chi erano gli invitati al convegno di febbraio scorso. C’è ad esempio un sedimentologo francese in pensione, Guy Berthault, il quale non è persuaso dell’esistenza dei “lunghissimi tempi geologici” presupposti dall’evoluzione darwiniana. Secondo i suoi calcoli, la Terra è giovane e il tempo è stato “insufficiente per l’evoluzione delle specie, come risulta concepita dai sostenitori dell’ipotesi evoluzionista”. Berthault è anche convinto di poter mostrare che il Grand Canyon si è formato, nel corso di un solo anno, in conseguenza del diluvio universale. Una teoria audace, capace di sbarazzarsi in un sol colpo dell’evoluzione darwiniana, della tettonica a placche e anche delle teorie sulla formazione del nostro pianeta.
Assieme a lui sedevano nella sala del Cnr un medico francese che si è occupato di chirurgia robotica ma viene indicato come biologo. Un ex dendrologo polacco, ovvero un signore che si occupa di alberi, che viene spacciato per genetista, ma fa parte per davvero della Lega polacca per le famiglie ed è un alfiere di battaglie contro l’omosessualità e il relativismo morale. E via così.
Del resto, neppure De Mattei è un biologo. Insegna Storia del cristianesimo e della chiesa all’università europea di Roma, una università non statale ma riconosciuta che ha come missione promuovere “l’autentico sviluppo della persona; una cultura profondamente cristiana; l’approfondimento della verità attraverso la ricerca scientifica; la diffusione della civiltà della giustizia e dell’amore”. De Mattei è anche direttore della rivista “Radici cristiane” e presidente della Fondazione Lepanto (una fondazione che richiama nel nome la famosa battaglia di Lepanto del 1571, vittoria della cristianità sui musulmani dell’impero ottomano). Tutto bene, se non fosse che De Mattei è anche il vicedirettore del Cnr, il convegno si è tenuto nella sede del Cnr e gli atti di quel convegno vengono definiti “documenti usciti dal Cnr”.
Sia come sia, l’articolo di Pievani irrita De Mattei che replica con un articolo pubblicato da Il Giornale il 28 novembre in cui c’è la definizione dell’evoluzionismo come una “fantasiosa storia” e in cui si attacca il totalitarismo scientista, affermando che “oggi siamo passati dalla dittatura del proletariato alla dittatura del relativismo”. Lo stesso giorno anche Libero torna sull’argomento con un commento di Marco Respinti che legge l’attacco di Pievani come un attacco a De Mattei perché cattolico praticante,
Due giorni dopo, interviene anche Marco Ferraguti, presidente della Società Italiana di Biologia Evoluzionistica, con un articolo su Micromega on line. Ferraguti è andato a Chiasso per assistere alla presentazione del libro di De Mattei. Lì, dice Ferraguti “Abbiamo udito che festeggiamo i 20 anni dalla caduta del muro di Berlino, e quindi del comunismo, ma l’evoluzionismo è un dogma che sopravvive incomprensibilmente; che si può affermare “che l’uomo discende dalla scimmia come che gli asini volano, ma senza dati scientifici”; che Darwin era “teofobico” e “monista””. De Mattei si è spinto a dire che “l’evoluzionismo è una tipica forma di letteratura fantastica”. Di biologia, però, si è parlato ben poco, nota Ferraguti. E conclude con una domanda: “Continuo a pensare che il vero problema con persone come De Mattei non è di carattere scientifico (inesistente, almeno se si applicano i criteri correnti per definire che cosa sia scienza), bensì politico: che ci sta a fare una persona che non crede che la vita sulla Terra abbia una storia alla vicepresidenza del CNR?”.
La storia comincia a febbraio scorso, quando Roberto De Mattei, storico e vice presidente del Cnr, organizza un convegno a porte chiuse nella sede del Cnr per confrontarsi “sulla fortuna delle teorie darwiniane, mettendone in luce le diverse criticità”. Dagli atti del convegno viene fuori un libro dal significativo titolo: “Evoluzionismo: il tramonto di un’ipotesi” pubblicato da poco dall’editore Cantagalli. Il libro è stato salutato da Fausto Carioti, vicedirettore del quotidiano “Libero”, in un articolo del 3 novembre scorso, come un volume “importante” in cui finalmente “gli scienziati iniziano a rendere pubbliche le loro critiche” a Charles Darwin. Una sorta di outing della comunità scientifica che finora non aveva avuto il coraggio di opporsi al dogma dell’evoluzionismo. Un “corpus teorico” che “secondo i documenti che il Cnr sta per rendere pubblici, fa acqua da tutte le parti”.
All’articolo risponde Marco Cattaneo, direttore de Le scienze, in un articolo del 23 novembre in cui si racconta che il convegno in realtà ospitava una dozzina di autori internazionali “quasi nessuno dei quali si occupa, nella sua vita, di biologia. E nessuno di biologia evoluzionistica”. Successivamente,
Telmo Pievani, docente di filosofia della scienza alla Bicocca di Milano ed esperto di evoluzionismo, riprende la storia con un lungo articolo su Micromega in cui, oltre a raccontarci le più recenti prove della scientificità della teoria di Darwin, entra nei dettagli e racconta chi erano gli invitati al convegno di febbraio scorso. C’è ad esempio un sedimentologo francese in pensione, Guy Berthault, il quale non è persuaso dell’esistenza dei “lunghissimi tempi geologici” presupposti dall’evoluzione darwiniana. Secondo i suoi calcoli, la Terra è giovane e il tempo è stato “insufficiente per l’evoluzione delle specie, come risulta concepita dai sostenitori dell’ipotesi evoluzionista”. Berthault è anche convinto di poter mostrare che il Grand Canyon si è formato, nel corso di un solo anno, in conseguenza del diluvio universale. Una teoria audace, capace di sbarazzarsi in un sol colpo dell’evoluzione darwiniana, della tettonica a placche e anche delle teorie sulla formazione del nostro pianeta.
Assieme a lui sedevano nella sala del Cnr un medico francese che si è occupato di chirurgia robotica ma viene indicato come biologo. Un ex dendrologo polacco, ovvero un signore che si occupa di alberi, che viene spacciato per genetista, ma fa parte per davvero della Lega polacca per le famiglie ed è un alfiere di battaglie contro l’omosessualità e il relativismo morale. E via così.
Del resto, neppure De Mattei è un biologo. Insegna Storia del cristianesimo e della chiesa all’università europea di Roma, una università non statale ma riconosciuta che ha come missione promuovere “l’autentico sviluppo della persona; una cultura profondamente cristiana; l’approfondimento della verità attraverso la ricerca scientifica; la diffusione della civiltà della giustizia e dell’amore”. De Mattei è anche direttore della rivista “Radici cristiane” e presidente della Fondazione Lepanto (una fondazione che richiama nel nome la famosa battaglia di Lepanto del 1571, vittoria della cristianità sui musulmani dell’impero ottomano). Tutto bene, se non fosse che De Mattei è anche il vicedirettore del Cnr, il convegno si è tenuto nella sede del Cnr e gli atti di quel convegno vengono definiti “documenti usciti dal Cnr”.
Sia come sia, l’articolo di Pievani irrita De Mattei che replica con un articolo pubblicato da Il Giornale il 28 novembre in cui c’è la definizione dell’evoluzionismo come una “fantasiosa storia” e in cui si attacca il totalitarismo scientista, affermando che “oggi siamo passati dalla dittatura del proletariato alla dittatura del relativismo”. Lo stesso giorno anche Libero torna sull’argomento con un commento di Marco Respinti che legge l’attacco di Pievani come un attacco a De Mattei perché cattolico praticante,
Due giorni dopo, interviene anche Marco Ferraguti, presidente della Società Italiana di Biologia Evoluzionistica, con un articolo su Micromega on line. Ferraguti è andato a Chiasso per assistere alla presentazione del libro di De Mattei. Lì, dice Ferraguti “Abbiamo udito che festeggiamo i 20 anni dalla caduta del muro di Berlino, e quindi del comunismo, ma l’evoluzionismo è un dogma che sopravvive incomprensibilmente; che si può affermare “che l’uomo discende dalla scimmia come che gli asini volano, ma senza dati scientifici”; che Darwin era “teofobico” e “monista””. De Mattei si è spinto a dire che “l’evoluzionismo è una tipica forma di letteratura fantastica”. Di biologia, però, si è parlato ben poco, nota Ferraguti. E conclude con una domanda: “Continuo a pensare che il vero problema con persone come De Mattei non è di carattere scientifico (inesistente, almeno se si applicano i criteri correnti per definire che cosa sia scienza), bensì politico: che ci sta a fare una persona che non crede che la vita sulla Terra abbia una storia alla vicepresidenza del CNR?”.
«L'Unità» del 2 dicembre 2009
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