06 febbraio 2007

Verità storiche deformate: i càtari

di Vittorio Messori
Più che sulla vulgata corrente è opportuno trattare la storia sulla base dei fatti
Sostengo da tempo che i cattolici, ridotti ormai a minoranza (almeno sul piano culturale) dovrebbero seguire l’esempio di un’altra minoranza, quella ebraica . Dovrebbero, cioè, creare anch’essi un’Anti Defamation League che intervenga sui media a ristabilire le verità storiche deformate, senza peraltro pretendere alcuna censura o privilegio , bensì soltanto la possibilità di rettifiche basate sui dati esatti e sui documenti autentici.

La lotta ai catari fu la lotta contro l’oscurantismo
Prendiamo, ad esempio, quei Càtari (Albigesi, in Francia) di moda anche perché hanno gran parte nel Codice da Vinci e che si vorrebbero rivalutare, dimenticando che erano seguaci di una cupa, feroce, sanguinosa setta di origine asiatica. Paul Sabatier - storico del Medio Evo e insospettabile in quanto pastore calvinista – ha scritto: «Il papato non è stato sempre dalla parte della reazione e dell’oscurantismo: quando sbaragliò i càtari la sua vittoria fu quella della civiltà e della ragione».
E un altro protestante, radicalmente anticattolico e celebre studioso delle crociate, l’americano Henry C. Lea: «Una vittoria dei càtari avrebbe riportato l’Europa ai tempi selvaggi primitivi».

La presa di Beziers
Della campagna cattolica contro quei settari (appoggiati dai nobili del Midi francese non per motivi religiosi, ma perchè volevano mettere le mani sulle terre della Chiesa) è ricordato soprattutto l’assedio e la presa di Béziers, nel luglio del 1209. Vedo ora, su il Messaggero, che un divulgatore di storia come Roberto Gervaso non esita a dare per buona la replica di dom Arnaldo Amalrico, abate di Citeaux e “assistente spirituale“ dei Crociati, ai baroni che gli chiedevano che cosa fare della città conquistata. La risposta è stata resa famosa dagli innumerevoli ripetitori: «Uccideteli tutti! Dio riconoscerà i suoi». Ne seguì un massacro che, stando a Gervaso – seguace, anche qui, della vulgata corrente – avrebbe fatto fino a quarantamila morti. Il divulgatore è comunque in sorprendente compagnia: persino uno specialista vero del Medio Evo come Umberto Eco, ne Il nome della Rosa, accredita la frase terribile dell’abate e il numero spropositato delle vittime.
Ebbene: si dà il caso che possediamo molte cronache contemporanee della caduta di Béziers , ma in nessuna di esse vi è traccia di quell‘ “uccideteli tutti“. La realtà è che più di sessant’anni dopo, un monaco, Cesario di Heisterbach, che viveva in un’abbazia del Nord della Germania da cui mai si era mosso, scrisse un centone fantasioso conosciuto come Dialogus Miracolorum. Tra i “miracoli“ pensò di inventare anche questo: mentre i crociati facevano strage a Béziers (che fra’ Cesario neppure sapeva dove fosse) Dio aveva “riconosciuto i suoi”, permettendo a coloro che non erano càtari di sfuggire alla mattanza.
Insomma, la frase attribuita a dom Arnaldo ha la stessa credibilità dell’ «Eppure si muove!» che sarebbe stato pronunciato fieramente da Galileo Galilei davanti ai suoi giudici e che fu invece inventato a Londra, nel 1757, quasi un secolo e mezzo dopo, da uno dei padri del giornalismo, Giuseppe Baretti.

I cattolici non volevano la strage
In realtà, a Béziers, in quel 1209 i cattolici volevano così poco una strage che inviarono ambasciatori agli assediati perchè si arrendessero, avendo salva la vita e i beni. Del resto, dopo una lunga tolleranza, il papa Innocenzo III si era deciso alla guerra solo quando i Càtari, l’anno prima, avevano assassinato il suo legato che proponeva un accordo e una pace. Erano falliti pure i tentativi pacifici di grandi santi come Bernardo e Domenico.

Ai catari fu fatale lo scontro con i Ribaldi
Anche a Béziers, i Càtari replicarono con la violenza del loro fanatismo all’offerta di negoziare: tentarono, infatti, una sortita improvvisa ma, per loro sventura, i primi che incontrarono furono les Ribauds, i Ribaldi, il cui nome ha assunto il significato inquietante che sappiamo. Erano, infatti, compagnie di mercenari e di avventurieri dalla pessima fama. Questa masnada di irregolari, non solo respinse gli assalitori ma li inseguì sin dentro la città. Quando i comandanti cattolici accorsero con le truppe regolari, il massacro era già iniziato e non ci fu modo di fermare quei “ribaldi“ inferociti.
Venti, addirittura quarantamila morti? La strage ci fu, comprensibile con la mentalità di allora (lo storico vero non giudica il passato con le categorie del suo tempo) ed è spiegabile con l’esasperazione provocata dalla crudeltà dei càtari. Comunque, l’eccidio principale ebbe luogo tra coloro che si erano rifugiati nella chiesa della Maddalena, nella quale non potevano affollarsi più di mille persone. Béziers spopolata e diroccata? Non sembra proprio, visto che la città si organizzò poco dopo per ulteriori resistenze e occorse un nuovo assedio.
Insomma: un episodio, tra mille altri, di manipolazione ideologica. Una “Lega anticalunnia“ non gioverebbe solo ai cattolici, ma a un giudizio equo e attendibile sul passato di un’Europa forgiata per tanti secoli anche dalla Chiesa.
«Corriere della sera» del 31 gennaio 2007

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