28 agosto 2017

La fake news del ritorno di fascismo e comunismo

Passato e presente
di Pierluigi Battista
Il già noto, per quanto orribile, rassicura, culla, ringiovanisce, crea l’illusione che il mondo non sia definitivamente cambiato, rendendo pateticamente obsolete categorie e parole che sembravano eterne
Sulla Stampa Mattia Feltri racconta lo stupore di sua figlia, studentessa di prima media, che alla domanda «sei fascista o comunista?» si è sentita rispondere dal padre: «né l’uno né l’altro». Non capiva proprio il senso di questa risposta perché a scuola bisognava decidersi, nell’anno 2017, se essere fascisti o comunisti. Drasticamente, senza sfumature, come nel secolo scorso, e non è nemmeno Carnevale con le maschere, è proprio sul serio. Perché a scuola è come nei social e nei giornali di quest’epoca di infantilizzazione del dibattito politico, di brutali e sciocche ipersemplificazioni in cui si colma il vuoto delle teste con gli improperi da curva: «fascista», «comunista». Parole in libertà, usate per colpire con le armi delle parole sepolte dalla storia chi semplicemente sta da un’altra parte rispetto alla tua. E’ tutto un «fascista» e un «comunista» quando non si capiscono le cose che accadono e si cerca di addomesticarle nelle categorie più abusate. Sono formule di rassicurazione per battere lo spaesamento di fenomeni nuovi. Non migliori o peggiori del fascismo e del comunismo: semplicemente diversi.
Ma fingendo di esserne inorriditi, di denunciare un pericolo incombente, di lanciare un pensoso allarme sulle sorti del pianeta, ci si balocca in realtà con le fantasie di un temuto «ritorno» del già noto: perché il già noto, per quanto orribile, rassicura, culla, ringiovanisce, crea l’illusione che il mondo non sia definitivamente cambiato, rendendo pateticamente obsolete categorie e parole che sembravano eterne. E invece tra i compulsivi che lanciano sassate al grido di «fascista» e «comunista» non ci si rende nemmeno conto di quanto siano patetici, culturalmente decrepiti, con la testa perennemente rivolta all’indietro. E il mondo sembra, nelle chiacchiere dei social, dei giornali, tra i commentatori più paludati fino alle aule scolastiche in cui il fascismo e il comunismo storici dovrebbero avere una distanza emotiva e cronologica più o meno equivalente a quella che ci divide dalle guerre puniche, popolato di fascisti e comunisti mentre la stragrande maggioranza delle persone non è né fascista né comunista. E certo ci saranno schegge fasciste, come gli scemi che a Pistoia fanno i bulli con un prete, o frammenti comunisti nella galassia dell’estrema sinistra, ma si tratta di esigue minoranze. Mentre nel dibattito pubblico sembrano una legione in marcia. Ma non è vero. E’ vero solo che quando non si capisce più cosa accade, la soluzione più semplice è ripetere quello che si diceva nel passato. Il ritorno del fascismo e del comunismo? Una fake news.
«Corriere della sera» del 27 agosto 2017

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