10 aprile 2010

La Natura secondo de Chirico

di Stefano Biolchini
Dagli esordi simbolisti fino alle regressioni metafisiche degli ultimi anni. Con la natura al centro ritroviamo tutto Giorgio de Chirico nella mostra che il Palazzo delle Esposizoni di Roma dedica al maestro di Volos a conclusione delle celebrazioni per il centenario della nascita della Metafisica. La categoria filosofica oltre che fisica di Natura trova luogo attraverso le molteplici declinazioni del naturaliter, che proprio nell'arte si vivifica. Con il tempo dominatore sospeso dalla creazione artistica il grande maestro - a ben vedere anche quello degli interni e dei manichini - fa colloquiare i cicli di vita con la morte per l'approdo alla trascendenza della metafisica, all'oltre del naturale. Grandissimo de Chirico, più che "optimus", "pictor maximus" del novecento insieme a Picasso. Come il pittore spagnolo stravolgitore, ma dal di dentro, dell'arte. Ne corrode le fondamenta per proiettarle verso il mito, lo straniamento e il mistero. Attraverso un percorso dal rigore "strutturalista", oltre le figure robotizzate e le geometrie "antinaturalistiche" emerge chiara, come d'ossimoro, l'idea di Natura come riferimento costante. Nulla osta alla sua comparsa nei paesaggi mitologici, financo all'esaltazione nelle celebri "vite silenti", alle trasfigurazioni nelle allucinazioni urbane delle Piazze d'Italia o all'incombere rinnegato nelle algide silhouette dei manichini. Perchè «la Natura, intesa come Cosmos ordinato o come Caos, è di per sé indecifrabile e chiede al pittore una possibile soluzione all'enigma del suo apparire».
Per Achille Bonito Oliva «l'arte di de Chirico possiede la forza ambigua e strabica di una coniugazione simultanea che fonda il nucleo dell'immagine attraverso una contemporanea e paradossale frantumazione. Eppure astratto e figurativo riescono sempre a trovare coesistenza, proprio sulla tensione fra i due elementi, quello enucleante e quello centrifugo. L'elemento centripeto tende a costituire punti di riferimento che stazionano intorno a una esigenza narrativa e dunque figurativa. Quello centrifugo utilizza la disarticolazione e la atomizzazione dei segni che corrono lungo traiettorie intrecciate che attraversano il tessuto narrativo e portano l'immagine verso esiti astratti. Dunque astratto e figurativo sono modi espressivi tesi verso la restituzione di un'immagine complessa e completa, fatta di accelerazione».
Scriveva il maestro della metafisica «La natura può permettersi la prodigalità in tutto, l'artista deve essere in ogni momento parsimonioso. La natura è feconda fino alla confusione, l'artista deve essere invece riservato. Inoltre, è essenziale, ai fini del risultato, di non mett ersi a lavorare d'un fiato a un'impressione figurativa definita fin da principio, ma di dedicarsi completamente al divenire della singola parte che si sta dipingendo. L'impressione generale si fonderà quindi su considerazioni d'economia: ridurre l'effetto del tutto a pochi registri. Volontà e disciplina, ecco tutto: disciplina nei riguardi dell'intera opera, volontà nei riguardi delle singole parti dell'opera. Qui volontà e potere in pratica coincidono: chi non può, nemmeno può volere. L'opera si sviluppa dalle singole parti, mediante la disciplina che guarda al tutto».

In mostra 140 dipinti articolati in sette sezioni secondo un percorso strutturalmente ricco di suggestioni e rimandi. L'esposizione presenta una rassegna di opere provenienti dai più importanti musei d'arte moderna del mondo (MoMA, Tate, Musée d'Art Moderne de Paris, Osaka Museum of Modern Art, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, MART-Museo d'Arte Contemporanea di Trento e Rovereto) e da prestigiose collezioni private, integrandole con una selezione di capolavori appartenenti alla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico.
Prodotta da 24 Ore Cultura, dal Palazzo delle Esposizioni e dal Comune di Roma, La Natura secondo de Chirico chiuderà i battenti l'11 luglio 2010.

«Il Sole 24 Ore» del 10 aprile 2010

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