16 aprile 2010

«Dai media nasce il germe della violenza alle donne»

Napolitano: tendenza da arginare tra i giovani
di Gianni Santamaria
La rappresentazione della donna oggetto che è ormai abituale sui mass media, non solo è degradante, ma costituisce il retroterra culturale dal quale scaturiscono gli atti di violenza contro l’altra metà del cielo. Parola del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che - in un messaggio inviato al convegno 'Donne in Tv e nei media: un nuovo corso per l’immagine femminile' - invita il gentil sesso a «esigere rispetto». E invita tutti a porre un «argine» alla tendenza - soprattutto tra i giovanissimi - a sminuire, o peggio maltrattare, il femminile.
Recenti casi di cronaca, che Napolitano naturalmente non cita, indicano l’urgenza di questo compito educativo. Nello scritto, indirizzato alla presidente del Comitato per le Pari opportunità Mirella Ferlazzo, il Capo dello Stato augura all’iniziativa di raggiungere un obiettivo da lui condiviso. «Mi riferisco al rispetto che le donne devono esigere in ogni ambito: nella famiglia, nella scuola, sul luogo di lavoro, in politica», spiega. Lo stesso Napolitano l’8 marzo - in un incontro dedicato alle donne di domani - era intervenuto in proposito, ricorda lui stesso, «sollecitando le adolescenti che si apprestano ad entrare nell’età adulta a esigere il rispetto della loro dignità di donne». Non si tratta di un optional, ma di qualcosa che getta la sue radici nella stessa carta fondamentale. «L’impegno a rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’uguaglianza dei cittadini – ricorda, infatti, Napolitano –, contenuto nell’articolo 3 della nostra Costituzione, così come la richiesta rivolta dall’articolo 117 alle leggi regionali di rimuovere ogni ostacolo che impedisce la piena parità tra donne e uomini, si riferiscono ovviamente anche al diritto ad ottenere uguale rispetto e dignità per i cittadini di entrambi i sessi». Per questo «è evidente che la comunicazione di un’immagine della donna che risponda a funzioni ornamentali o che venga offerta come bene di consumo offende profondamente la dignità delle donne italiane». Ma «non solo: questo stile di comunicazione nei media, nelle pubblicità, nel dibattito pubblico può offrire un contesto favorevole dove attecchiscono molestie sessuali, verbali e fisiche, se non veri e propri atti di violenza anche da parte di giovanissimi». Pur senza volere «entrare nel merito degli strumenti pratici», il Capo dello Stato sottolinea l’importanza «che si ponga un argine a questo dilagare della tendenza alla sottovalutazione o all’aperto disprezzo della dignità femminile, educando fin dall’infanzia i giovani al rispetto delle donne, le ragazze a pretenderlo e ancor di più i ragazzi a esprimerlo». A commentare l’intervento del Quirinale numerose esponenti politiche, soprattutto dell’opposizione, da Rosy Bindi ad Anna Finocchiaro, Vittoria Franco, Rosa Calipari (Pd) a Silvana Mura (Idv). Ieri si è svolta anche un’altra iniziativa per sensibilizzare sul tema della violenza contro le donne: la premiazione dei tre giovani vincitori del concorso 'Action for Women', svoltosi su Youtube per iniziativa della Biennale di Venezia, di Cinecittà, del Centro sperimentale di cinematografia e di Google sotto l’egida del Consiglio d’Europa e della Camera dei Deputati.
Erano presenti il presidente della Camera, Gianfranco Fini, il segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjorn Jagland e il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni.
«Un’esperienza innovativa che ha visto per la prima volta le maggiori istituzioni ed imprese europee partecipare alla creazione di una nuova forma di comunicazione sociale», il commento dell’ideatrice Deborah Bergamini, parlamentare del Pdl.
«Avvenire» del 16 aprile 2010

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