19 dicembre 2009

Adolescenti, meno genitori più Facebook

I ragazzi che trascorrono più di tre ore davanti alla tv o al computer hanno comportamenti trasgressivi in percentuale superiore ai coetanei che adottano una «dieta mediatica» più razionale. È l’indagine presentata ieri dalla Società italiana di pediatria
di Paolo Lambruschini
Ritratto della generazione del social network, quella sem­pre connessa che ormai co­munica con il mondo dalla came­retta e fa veri e propri surf multime­diali tra internet e tv. Però chi tra­scorre più di tre ore giornaliere da­vanti al monitor e allo schermo ten­de a mettere in atto comportamen­ti trasgressivi. E preferisce ascoltare gli amici su Facebook, nuovo « mu­retto » virtuale dove trovarsi dopo la scuola, che non la famiglia. È il qua­dro, con luci ed ombre, dei preado­lescenti italiani tracciato dal rap­porto annuale della Società Italiana di Pediatria in un’indagine presen­tata oggi a Pisa, svolta su un cam­pione di studenti delle medie infe­riori.
L’indagine certifica che i nostri tee­nager hanno una perfetta padro­nanza delle nuove tecnologie. Se nel 2000 solo quattro su dieci dichiara­vano di avere un computer in casa e il 5% di aver navigato su internet, og­gi ad avere un pc è il 97% dei ragaz­zi, dei quali oltre il 54% possiede u­na postazione in stanza e il 51% si collega tutti i giorni.
Soprattutto, incontra gli amici e cer­ca nuove conoscenze su Facebook, fenomeno dell’anno tra gli under 14. Oltre la metà degli alunni delle me­die ha aperto infatti una propria scheda sul social network. Altro da­to interessante, circa l’ 80% degli in­tervistati è un frequentatore abitua­le di YouTube, dove uno su cinque ha inviato un suo filmato. Inoltre il 41% ha attivato un blog, un sito per­sonale nel quale inserisce soprat­tutto foto e musica. Chi non è in re­te non esiste, sembra essere lo slo­gan.
La ricerca segnala anche i compor­tamenti a rischio in crescita propor­zionale all’uso prolungato del com­puter. Un giovanissimo su tre di­chiara ad esempio di parlare di ses­so su Facebook e uno su cinque ha dato il proprio numero di telefono a sconosciuti. Ma tra chi trascorre più di tre ore in connessione, le percen­tuali salgono rispettivamente al 45 e al 37%.
Torna poi a crescere, in termini di o­re quotidiane, il consumo televisivo, agevolato anche dalle tecnologie che facilitano l’interconnessione. Ri­guarda un quarto del campione. E questi, è l’allarme della ricerca, ten­dono a mettere poi in pratica com­portamenti negativi come desidera­re quel che si vede negli spot (27%) e l’indifferenza di fronte alla violen­za ( 51%). L’overdose mediatica provochereb­be infatti una propensione maggio­re ad accettare razzismo e bullismo. Cifre ancora basse, ma in crescita con l’aumento della fruizione di web e tv. Ad esempio, un modesto 3,5% considera i bulli « in gamba » , tutta­via la percentuale sale al 5 tra chi su­pera le tre ore davanti alla tv e al 10% tra chi le trascorre sui social network. Un quinto, inoltre, « in alcuni casi » giustifica il razzismo, percentuale che sale al 27,6% tra gli assidui del web.
Tra i comportamenti a rischio per la salute, cresce la percentuale di fu­matori, bevitori e utilizzatori di dro­ghe. Un ragazzo su tre fuma sigaret­te, percentuale che sale al 43% tra gli internauti incalliti. L’ 8% degli adolescenti ( nel 2008 era il 6,4%) fa uso di cannabis, ma tra gli ipercol­legati la percentuale raddoppia. Il 40% beve vino e il 50% birra, con un aumento di 7 punti tra chi esagera con web e tv.
E la famiglia che influenza ha sui sur­fisti dei social network? Secondo il 70% le regole dei genitori sono ade­guate, ma un terzo non le rispetta, percentuale che sale al 43% tra gli assidui di Internet. Facebook stru­mento di ribellione? Semmai l’in­fluenza genitoriale viene ritenuta minore di quella che gli stessi ado­lescenti considerano ragionevole. Aumenta invece il ricorso agli amici su Facebook dal 44% al 50%. Dato che fa riflettere.
«Avvenire» del 18 dicembre 2009

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