08 novembre 2009

La Storia che il Muro non seppe cancellare

di Moisés Naím
La caduta del muro di Berlino si rivelò essere una brutta notizia per i sovietologi. In tutto il mondo, migliaia di spie, militari, diplomatici, professori, giornalisti ed esperti si guadagnavano da vivere grazie all'Unione Sovietica. Nessuno ne aveva pronosticato il crollo.
Se la pacifica caduta del malvagio impero sovietico fu una sorpresa, la sua fine ebbe per l'Europa conseguenze altrettanto se non più sorprendenti. Queste sono quattro delle conseguenze inaspettate legate al collasso dell'Unione Sovietica per gli europei - e che neppure gli esperti in materia sono riusciti a prevedere.
Prima sorpresa. La Cina ha sostituito l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (Urss) nel ruolo di principale minaccia per gli europei. Nel momento in cui cadde il muro di Berlino, nessuno avrebbe immaginato che la Cina potesse influenzare la vita dell'Europa occidentale in modo così diretto come aveva fatto l'Urss. Non tanto per il fatto di essere una potenza nucleare, quanto per il suo potere economico. Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, l'Europa occidentale aveva vissuto sotto la minaccia di un confronto letale con i sovietici. Per fortuna questa minaccia non si è mai realmente manifestata e, concretamente, la vita quotidiana degli europei non ne è stata influenzata. La crescita economica della Cina condiziona invece ogni giorno la vita di tutti gli europei, che acquistano televisori, medicine e carburanti o pagano il mutuo della propria casa. Oppure la loro possibilità di trovare lavoro. Il capitalismo cinese trasformerà l'Europa più del comunismo sovietico.
La seconda sorpresa è l'euro. Nessuno pronosticò che la caduta del Muro avrebbe stimolato la nascita dell'euro. Chi avrebbe osato affermare che i tedeschi sarebbero stati disposti ad abbandonare il marco? O che i francesi avrebbero tollerato l'idea di non disporre più della propria valuta nazionale ma di una controllata dalla Banca centrale europea con sede a Francoforte? E inoltre che altri 14 paesi avrebbero deciso di abbandonare la propria moneta e di piegarsi all'euro? Oppure che, dopo una crisi finanziaria mondiale con effetti devastanti per l'Europa, la moneta rifugio per coloro che temono che il valore del dollaro cada in picchiata sia proprio l'euro? L'euro rappresentava un'utopia divenuta oggi una realtà che non sorprende nessuno. E questa è la sorpresa.
La debolezza politica europea è la terza sorpresa. Di norma, quante più nazioni fanno parte di un'alleanza, tanto più quest'ultima dovrebbe essere influente. Nel 1960, l'Unione Europea era composta da sei paesi membri, che passarono ad essere 15 nel 2003, fino a raggiungere gli attuali 27. L'Europa è una potenza economica mondiale. Le sue democrazie e le sue politiche sociali sono invidiate dal resto del mondo e così i suoi generosi aiuti per lo sviluppo. Tuttavia, paradossalmente, il suo peso nella politica mondiale non è aumentato. Secondo uno studio del Consiglio europeo per le relazioni esterne (Cere), l'influenza del continente all'interno dell'Onu, rispetto alla difesa dei diritti umani - valore fondamentale in Europa - è decisamente diminuita. Alla fine degli anni Novanta, il 70% dei paesi dell'Onu appoggiava l'Europa nelle votazioni sui diritti umani. Oggi, 117 dei 192 paesi dell'Organizzazione votano sistematicamente contro l'Europa. Il Cere fa anche notare che l'Europa, nel corso del 2008, ha inviato in Afghanistan più soldati degli Stati Uniti - 500 dei quali hanno perso la vita. Era considerata alla pari con gli americani anche nel campo degli aiuti finanziari. Tuttavia, ora non esercita un peso politico rilevante nelle decisioni strategiche. Lo stesso accade nelle decisioni sul conflitto israelo-palestinese. L'Europa contribuisce con molto denaro, ha però poca influenza. L'Unione Europea non agisce in modo unito e questo riduce la sua importanza a livello mondiale.
Infine: l'Islam nella vecchia Europa e l'America nella nuova sono l'ultima, ma non meno importante sorpresa. Chi avrebbe immaginato, nei momenti più difficili della Guerra Fredda, che molti europei si sarebbero sentiti più minacciati dall'immigrazione proveniente dai paesi arabi che dall'espandersi delle dittature comunista? O che Polonia, Ungheria o Repubblica Ceca si sarebbero convertite in baluardi del pro-americanismo mondiale? Queste sono altre delle sorprese dell'Europa post-Muro.
(Traduzione di Graziella Filipuzzi)
«Il Sole 24 Ore» dell'8 novembre 2009 2009

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