16 luglio 2007

La libera versione di Dante

di Annalisa Serpilli
Attualizzare la "Divina Commedia" attraverso una libera versione che la renda un testo accessibile a tutti. E' impresa notevole quella iniziata dal professor Marino Alberto Balducci direttore della Rossi Academy di Pistoia, centro di ricerca ermeneutica su Dante. Il progetto è partito nel 2005 e ha già concluso il primo step cioè la riscrizione della prima Cantica, il Paradiso. A fianco del professore, la penna di Rindori, artista che segue passo passo la riscrizione di Balducci per illustrare con tavole a tecnica mista i versi danteschi.
Finora sono state realizzate più di 80 tavole a tecnica mista: penna, a grafite a foglia d'oro e foglia d'argento. Piccoli cammei che rappresentano solo la prima parte di un corpus più ampio. La libera versione di Balducci dovrebbe concludersi nel 2010 e secondo il progetto iconografico, sarà accompagnata da un ciclo di 500 tavole.

Ma come è nata l'opera?
"Tutto è partito nel '93 - spiega Balducci al Sole24ore.com - quando il progetto è stato accolto dalla Carla Rossi Academy. All'inizio abbiamo riscritto il canto V dell'Inferno quello su Paolo e Francesca, poi il XXI del Purgatorio con protagonista l'anima di Stazio e infine l'XI del Paradiso con la rievocazione della figura di San Francesco da parte di San Tommaso. Solo nel 2005 la iscrizione è partita in senso diacronico dall'Inferno per poi proseguire nelle cantiche successive".

Riscrivere in libera versione un'opera come la Divina Commedia non comporta il rischio che poi i lettori si allontanino dal testo originale?
Il rischio c'è ma il nostro non è un testo sostitutivo della Commedia dantesca. Rappresenta piuttosto un testo introduttivo. Nella versione finale dell'opera saranno presenti le terzine originali, la libera versione d'accompagnamento e le tavole illustrate. Quest'opera è dedicata agli studenti e a tutti coloro che non riescono ad accedere autonomamente al testo dantesco perché i secoli e la lontananza dalla nostra cultura lo hanno reso inaccessibile. E' un modo per riappropriarci della complessità della Divina Commedia assaporandone di nuovo tutta la varietà dei suoi significati".
Una parte importante dell'opera è rappresentata dall'aspetto iconografico...
"La collaborazione col professor Balducci – racconta Marco Rindori artista autore delle tavole - è nata per caso. Sono anni che leggo e rileggo il testo di Dante e per approfondire la mia conoscenza ho chiesto di essere ammesso in Accademia come uditore. Poi il professore si è interessato al mio lavoro di artista e abbiamo deciso di unirci per realizzare l'opera. La mia matita va di pari passo alla penna del professore. Appena conclusa una parte della riscrizione, ci riuniamo per realizzare la bozza dell'illustrazione. Il progetto prevede una media di 5 tavole a Canto".

A chi si è ispirato per la realizzazione delle illustrazioni?
"Chiaramente negli anni ho visionato i lavori degli artisti che si sono cimentati nelle varie epoche. Primo fra tutti Gustav Dorè. Ma ho cercato di non lasciarmi influenzare. Le tecniche che utilizzo e lo stile delle mie opere devono essere contemporanei in modo che il lettore senta che si parla anche di lui".
In partenza le tavole dovevano essere monocrome, utilizzando il nero per l'Inferno, la terra per il Purgatorio e una varietà di celesti per il Paradiso. "Ma leggendo quei versi i colori si appropriavano della tela. Ora protagoniste sono le forme geometriche. Il monolite per l'Inferno rappresenta la solitudine esistenziale dell'uomo. La Piramide per il Purgatorio è l'ascesa verso la purificazione. La sfera per il Paradiso indica la perfezione, il senso di completezza, il faro della speranza".
In attesta che l'Opera si completi l'appuntamento è a Montecatini in settembre, quando il Professor Balducci e la compagnia teatrale "Progetto Idra" leggeranno la libera versione dell'Inferno in un ciclo di appuntamenti.
«Il Sole 24 ore» del 29 giugno 2007

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