16 luglio 2007

Impulso o ragione, a caccia della risposta giusta

Un nuovo test Usa per la selezione del personale propone nuovi e interessanti sviluppi nella ricerca sulle capacità del nostro cervello
di Massimo Piattelli Palmarini
Nella «riflessione cognitiva» uomini meglio delle donne. E l’istruzione non serve
Un recente articolo nel «Journal of Economic Perspectives» e ricerche attualmente in corso al Mit possono alla lunga rivoluzionare non solo i metodi di selezione del personale nelle università, nelle aziende e nell’esercito, ma anche darci una prospettiva nuova su alcune nostre facoltà intellettuali. Il premio Nobel per l’economia Daniel Kahneman e il suo giovane collaboratore Shane Frederick hanno sottoposto i seguenti problemini a molte centinaia di studenti americani, in varie università. Immaginiamoci di essere uno di loro e cerchiamo di risolverli. Ecco il primo: una racchetta e una pallina da ping-pong costano insieme dieci euro e dieci centesimi. Sappiamo che la racchetta costa un euro più della pallina. Quanto costa la pallina? Ecco il secondo: vi sono cinque macchinette che impiegano cinque minuti per fabbricare cinque oggetti. Quanto tempo occorrerà a cento di tali macchinette per fabbricare cento di tali oggetti? E infine il terzo: in uno stagno vi sono delle ninfee che raddoppiano la loro superficie ogni giorno. Occorreranno 48 giorni per coprire interamente la superficie del lago. Quanti giorni occorreranno per coprire la metà della superficie del lago? Meno del 50 per cento degli studenti di economia del Mit hanno risolto correttamente tutti e tre questi problemini, ma la percentuale scende drammaticamente in altre università. Solo il sette per cento in una università del Michigan e valori intermedi a Princeton, Harvard, Yale, Carnegie Mellon e così via. SPIEGAZIONE - Prima di dare la spiegazione psicologica di questo sorprendente risultato e le soluzioni ai problemini, vediamone uno al quale rispondono correttamente, in media, solo due persone su cento. Una partita di uva pesa 90 chili. Sappiamo che il 90% di tale peso è acqua. Dopo 24 ore, a causa dell’evaporazione, l’acqua sarà solo l’ottanta per cento del peso. Quanto peserà tale partita dopo 24 ore? Tutti questi rompicapi hanno un importante tratto in comune: la soluzione che immediatamente si offre alla nostra mente ci sembra facile e persuasiva, ma è errata. Quando poi veniamo informati della soluzione corretta, esclamiamo: «Come mai non ci avevo pensato!». Anche coloro che danno spontaneamente la risposta corretta confessano di esser stati potentemente tentati da quella sbagliata, e di averla considerata per prima, poi scartandola. Shane Frederick, professore di marketing al Mit, principale inventore di queste astute gherminelle mi dice che la differenza tra gli uomini e le donne è molto marcata, a favore degli uomini. Si noti bene, prima di saltare a conclusioni errate, che in tutti gli altri test canonici di intelligenza la differenza tra uomini e donne è infinitesima, o nulla, o qualche volta a lieve favore delle donne. Ma non con questi problemini. Si sta alacremente cercando una spiegazione di questo dato, molto sorprendente. Inoltre, maggiore è il livello di istruzione, maggiore è la probabilità di cadere in trappola. La minoranza che spontaneamente risponde bene ha anche eccellente riuscita negli studi. Questo era prevedibile, ma la vera sorpresa, per Kahneman e Frederick, è stata di scoprire che chi risponde bene è anche più propenso ad aspettare un guadagno maggiore differito nel tempo, piuttosto che un guadagno immediato minore. RAZIONALE - In altre parole, è un più razionale stimatore del rischio economico. E’stato proprio così che hanno, quasi per caso, scoperto l’interesse psicologico di questi test. Il nome dato a questo fenomeno da Kahneman e Frederick è «riflessione cognitiva». Prendiamo il primo problemino, il più classico e il più facile (noto in Italia ai lettori del recentissimo libro di Matteo Motterlini «Economia Emotiva»). Ovviamente, la soluzione impulsiva consiste nel dire che la pallina costa dieci centesimi. La suddivisione dei due prezzi ci viene immediatamente, ma fallacemente, offerta dalla formulazione stessa del problema. Ma, se così fosse, il tutto costerebbe un euro e venti centesimi, non un euro e dieci centesimi. La soluzione corretta è cinque centesimi. Simili considerazioni per gli altri due: un diavoletto interno ci suggerisce cento minuti e 24 giorni, rispettivamente. Ma un minimo di riflessione cognitiva, alla Kahneman e Frederick, ci svela, invece, cinque minuti e 47 giorni, le soluzioni corrette. Nel caso dell’uva, più difficile, il diavoletto suggerisce 80 chili, ma la riflessione cognitiva svela, invece e infine, 45 chili. Infatti, nove chili (il 10 per cento di 90) non sono acqua, e tale peso resterà sempre quello che è. Tali 9 chili sono, dopo 24 ore, il 20 per cento del peso totale, il quale è, quindi, 45 chili. POTERE - Chi ha risolto correttamente questo problema avrà anche risolto correttamente tutti gli altri. Frederick ha pronti in tasca altri problemi di questo genere, che non posso qui svelare, in quanto progetta di costruire brevi batterie di test, che possono in futuro, in pochi minuti, dare risultati di selezione più affidabili delle due ore circa richieste dai test oggi correnti. Gli chiedo quali sono gli orizzonti di queste sue ricerche. «Il vantaggio pratico è quello di un test rapido, ma lo svantaggio è che dà una netta facilitazione agli uomini. Sovra-stima, quindi, il successo degli uomini in altri settori intellettuali e sotto-stima quello delle donne. Simmetricamente, alcuni test oggi in vigore offrono una facilitazione alle donne. Un buon bilanciamento dipenderà da quello che vuole concretamente ottenere chi fa la selezione». Gli chiedo, sotto un profilo generale, puramente scientifico, quale interesse questi problemi rivestono per le scienze della mente. «L’interesse è studiare gli impulsi cognitivi immediati e come poi alcuni di noi, una minoranza, resistono a tale impulso e ingaggiano centri cerebrali cognitivi più raffinati. Sto progettando, con colleghi in California e forse anche in Italia, al San Raffaele di Milano, esperimenti di imaging con la risonanza magnetica. Sarebbe splendido identificare le aree cerebrali responsabili delle risposte impulsive e quelli, probabilmente distinti, responsabili della riflessione cognitiva ulteriore». La riflessione cognitiva è qualcosa che si può insegnare? Shane Frederick è prudentemente agnostico. Per ora sappiamo solo che, spesso, un più alto livello d’istruzione peggiora, invece di migliorare, la nostra riflessione cognitiva.
«Corriere della sera» del 12 giugno 2007

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