04 aprile 2007

«Cannabis libera, ci siamo sbagliati»

Marcia indietro del quotidiano inglese 10 anni dopo. «L’hashish oggi è molto più dannoso»
di Giulia Ziino
L’Independent si scusa: un errore la depenalizzazione
Scusate, ci siamo sbagliati. Non è da tutti tornare sui propri passi, soprattutto dopo che si è sposata una causa portando in piazza, per difenderla, 16 mila persone. Ma se in gioco ci sono vite umane (e tante, circa 22 mila) fare marcia indietro è necessario. Lo ha fatto l’Independent, autorevole quotidiano britannico, giornale di riferimento della sinistra radical, famoso per le sue prese di posizione (ultime quelle sull’Iraq e sui cambiamenti climatici). Ieri, nell’edizione domenicale, il giornale è uscito con una copertina in cui, accanto a una foglia di marijuana, campeggiavano a tutta pagina delle inequivocabili scuse. Scuse per aver lanciato dieci anni fa, nel 1997, una campagna senza precedenti di depenalizzazione della cannabis. L’anno dopo la presa di posizione del quotidiano, a Londra, 16 mila persone marciarono verso Hyde Park per manifestare il loro sostegno e il governo (anni dopo, nel 2004) pressato dall’opinione pubblica finì per declassare la cannabis dalla categoria B alla C, quella delle droghe leggere. Ora l’Independent fa dietrofront: si pente per aver chiesto a gran voce la depenalizzazione e lancia l’allarme sugli effetti disastrosi della cannabis sull’organismo umano e sulla psiche. Il quotidiano non rinnega le ragioni che dieci anni fa lo spinsero a chiedere il declassamento della cannabis (la pianta da cui si ottiene l’hashish) ma, avverte, oggi la situazione è drasticamente mutata. L’hashish che si fuma - si legge nell’editoriale - non è quello del ‘97: in dieci anni, la sostanza di allora è stata sostituita dallo skunk, in inglese «puzzola», una versione 25 volte più potente, capace di provocare gravi danni mentali a chi ne fa uso. Nel 2006 in Gran Bretagna - continua l’Independent - più di 22 mila persone si sono sottoposte alla terapia di disintossicazione dallo skunk, e di questi quasi la metà erano minorenni. La nuova droga non ha nessuna parentela con la tradizionale resina di cannabis, rispetto alla quale contiene in una dose 25 volte maggiore il tetrahydrocannabinolo (thc), il principio psicoattivo che distorce le percezioni sensoriali. In pratica, l’ingrediente che provoca lo «sballo» ma può causare gravi perdite di memoria e veri fenomeni psicotici. Considerata la diffusione della cannabis, soprattutto tra gli adolescenti, il fenomeno ha già assunto contorni preoccupanti: il numero dei ricoverati per disturbi mentali e del comportamento legati all’uso di cannabis, nel Regno Unito è salito dai 581 del 2001 ai circa mille dell’anno passato. Oltre alle cifre, che già parlano chiaro, a sostegno della sua battaglia l’Independent cita il cambio di rotta di personalità come il leader dei conservatori David Cameron e annuncia la pubblicazione sul prossimo numero della rivista Lancet di uno studio che dimostra che lo skunk è più pericoloso dell’Lsd e dell’ecstasy. Si attendono reazioni. In Italia non si sono fatte attendere: «Quanto pubblicato dall’Independent - ha detto il radicale Marco Perduca, segretario della Lega internazionale antiproibizionisti - è un’autocritica tipica di chi non affronta il problema degli stupefacenti alla radice ma solo in termini paternalistici. Indipendentemente dalla loro tossicità, mantenere gli stupefacenti illegali non aiuterà a governare un fenomeno che, in virtù del proibizionismo, aumenta costantemente».
«Corriere della sera» del 19 marzo 2007

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