10 giugno 2016

Bravi maestri si diventa: la ricetta americana per insegnare a insegnare

L’idea rivoluzionaria non è premiare i migliori, ma innalzare il livello medio dei docenti. Sull’Economist le strategie e i programmi che stanno formando con successo una nuova classe di docenti
di Antonella De Gregorio
Non classi con pochi alunni, programmi interessanti e uniformi impeccabili. Quello che fa studenti eccellenti sono insegnanti eccellenti. E già questa sarebbe una notizia, per quanti ritengono che la capacità di istruire sia una dote innata. Ma l’Economist, nel suo servizio di copertina di questa settimana, si spinge oltre e analizza i nuovi parametri pedagogici che stanno producendo – negli Stati Uniti ma non solo - una «razza» tutta nuova di formatori. Maestri con i «superpoteri», conquistati grazie a interventi che dovrebbero far parte del normale bagaglio di chi intraprende il percorso per salire in cattedra, ma che vengono spesso trascurati.

Esperienza
John Hattie, ricercatore dell’università di Melbourne, ha analizzato 65mila lavori sugli effetti che centinaia di diversi approcci e interventi educativi hanno prodotto su qualcosa come 250 milioni di studenti e ha concluso che gli aspetti di solito più cari ai genitori - dalla numerosità della classe, alla divisione dei ragazzi per livelli di apprendimento - hanno poca rilevanza. Ciò che davvero fa la differenza è l’«expertise»: esperienza e capacità dei prof.

Livello medio
Non sono i soldi a fare la differenza, è la tesi del settimanale, che porta ad esempio gli stipendi degli insegnanti finlandesi (il sistema preso a parametro quando si parla di eccellenza scolastica): sono al livello della media Ocse. Anche se, per trattenere i migliori o per dirottarli sulle scuole che han più bisogno, la leva economica in qualche misura funziona. Nemmeno la libertà di licenziare i peggiori è determinante. L’idea rivoluzionaria è innalzare il livello medio dei docenti, attraverso un processo di formazione in aula e sul campo che dovrebbe ispirarsi al training dei migliori medici (con molte ore di tirocinio in ospedale) o dei campioni sportivi. E questo sì, molte ore di tirocinio, si fa dove i risultati dei ragazzini poi risultano migliori: in inlandia, a Singapore, Shanghai, per esempio.

Lezioni per i maestri
Diversi i programmi di riferimento - primo fra tutti quello della Relay Graduate School of Education, di base a New York, o «Teach for America» - che propongono un addestramento basato sulle scienze cognitive, i tirocini in classe, il confronto con i colleghi, l’affiancamento di insegnanti di fama ed esperienza. Oltre all’insegnamento ai ragazzi non solo di saperi, ma anche di utilizzo del pensiero critico. Questo rivoluzionerà le scuole e cambierà le vite. Una lezione chiara. Che deve solo essere insegnata.
«Corriere della sera» del 10 giugno 2016

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