30 gennaio 2014

Foibe, i Giorni del non Ricordo

10 febbraio
di Lucia Bellaspiga
Nessun negazionismo targato Rai: il Giorno del Ricordo s’ha da fare e si farà. Dopo giorni di polemi­che, annunci e smentite, sono i vertici della tivù di Stato a riferire la decisione definitiva: 'Magazzino 18', il musical ci­vile di Simone Cristicchi dedicato alle Foibe e all’esodo dei 350mila giuliano­dalmati, sarà trasmesso il 10 febbraio, Giorno (appunto) del Ricordo. In secon­da serata, è vero, ma su Rai1, la rete am­miraglia. D’altra parte lo spettacolo di Cristicchi si è guada­gnato un quarto d’o­ra di applausi inin­terrotti alla prima di Trieste e il tutto e­saurito nei teatri d’I­talia che la tournée sta toccando. «È uno spettacolo che ha la presunzione dell’e­quilibrio e l’intenzio­ne di pacificare, do­po decenni di scon­tri ideologici», ci ha detto il cantautore romano, da sempre vicino alla sinistra eppure deciso a rac­contare per la prima volta con una po­derosa opera teatrale la pagina più di­menticata della storia d’Italia, la strage di italiani da parte del dittatore comunista Tito dopo la seconda guerra mondiale.

DALLA RAI NESSUNA CENSURA. «La messa in onda di 'Magazzino 18' il 10 febbraio non era mai in dubbio – sostie­ne il direttore di Rai 1, Giancarlo Leone –. I palinsesti si chiudono di venerdì, ec­co perché non l’avevamo ancora an- nunciato». Ma a far sapere che la Rai a­veva «fatto dietro front» era stato proprio Cristicchi, che sulla pagina Facebook i giorni scorsi esprimeva il suo dispiace­re «per tutte quelle persone che, non a­vendo visto lo spettacolo nella propria città, aspettavano il 10 febbraio per po­terlo vedere in tv». Immediata la prote­sta del pubblico, che ha lanciato in rete una petizione alla Rai cui hanno aderi­to migliaia di persone. «Non ce n’era bi­sogno », rimarca però il direttore Leone, «prima andrà in onda un’anteprima di 'Porta a Porta' di venti minuti dedicata al Giorno del Ricordo, poi 'Magazzino 18'...». Seconda se­rata, dunque. Sem­pre meglio dello scorso anno, quando la Rai per celebrare la ricorrenza mandò in onda la solita fiction (stravista) 'Il cuore nel pozzo' alle 3.20 del mattino. «È un programma colto, raffinato, non gli fa­remmo un bel servi­zio a mandarlo in prima serata», spiega Leone. Esprime sollievo Cristicchi, che già in passato aveva affrontato temi come il manicomio o la guerra di Russia, e ora si cimenta in quella che definisce un’ope­ra di «educazione alla memoria» attra­verso «la magia del teatro, la potenza del­l’orchestra e una scenografia imponen­te », tra le masserizie dei 350mila istriani in fuga abbandonate dal 1947 nel Ma­gazzino 18 di Trieste. Va notato che Cri­sticchi il 27 gennaio, Giornata della Me­moria, è stato protagonista su Rai Scuo­la insieme a Moni Ovadia e alla storica Anna Foa di un programma sulla Shoah: «Odio tutti i negazionismi da qualsiasi parte arrivino, li trovo ugualmente diso­nesti ».

A MONZA IL PALCO AI NEGAZIONISTI. Non lo stesso si può dire di alcu­ne iniziative camuffate da celebrazio­ni per ricordare l’orrore delle foibe. A Monza è invitata Alessandra Kersevan, persona nota per le sue posizioni ne­gazioniste, secondo le quali nelle foibe furono gettati «quasi tutti adulti, e co­munque compromessi con il fasci­smo »: se ci è finito anche qualche bam­bino e qualche donna, magari anche le centinaia di sacerdoti, fu per «vendet­te personali» o addirittura si trattò di casi di suicidio. Comprensibile l’indi­gnazione degli esuli monzesi, che chie­dono l’annullamento dell’incontro: «Vi immaginate per la Giornata della Me­moria se invitassero chi deride la Shoah?».

LUCCA: LA STRAGE COMUNISTA DIVENTA NAZIFASCISTA. Va anche peg­gio a Lucca, il cui Comune (a differenza di Roma, dove la giunta Marino ha can­cellato tutti i Viaggi del Ricordo) porterà i suoi studenti in visita guidata... Pecca­to che il programma sembri uno scher­zo: 'Per l’approfondimento delle vicen­de degli esuli istriani', ovvero delle vitti­me del comunismo, i ragazzi verranno portati 'a Gonars e all’Isola di Rab' (che poi è Arbe, ma si preferisce il nome croa­to a quello italiano), 'nei luoghi che fu­rono teatro della repressione fascista de­gli Slavi'. «È vero che Gonars e Arbe fu­rono i due campi di internamento in cui il fascismo deportò sloveni e croati tra il 1942 e l’8 settembre del 1943, durante la guerra – spiega Paolo Radivo, direttore di 'L’Arena di Pola', il periodico degli e­suli istriani –. A Gonars (Udine) moriro­no 453 civili su 6.000 internati e nel mu­sical di Cristicchi c’è anche una bambi­na slovena che legge la lettera autentica di un internato di Arbe, ma la sua è un’o­perazione onestissima. Altro invece è creare apposta confusione alimentando l’antica equazione infoibati=fascisti, fal­sa e superata da tempo, anche perché in foiba morirono cittadini comuni, tra cui anche tanti antifascisti ed ebrei. Ferisce tanta malafede e faziosità».

VIVA LE FOIBE! Non sorprende a que­sto punto che, dopo dieci anni di pacifi­cazione (la legge istitutiva del Giorno del Ricordo è del 2004), atti di violenza ri­portino la storia indietro di decenni: gior­ni fa a Pisa la lapide per i Martiri delle Foibe è stata distrutta, mentre ad Alba­no Laziale i giovani dei centri sociali han­no indossato magliette con la scritta 'I love foiba'. 10 Febbraio Sciolta la querelle di Rai1 Leone: «In onda Magazzino 18 di Cristicchi» (ma in seconda serata). Esauditi gli appelli del pubblico Il cantautore romano Simone Cristicchi nel Magazzino 18 al porto di Trieste, tra le masserizie abbandonate nel 1947 dagli italiani in fuga. Scappavano dal genocidio operato dal maresciallo Tito in Istria, Fiume e Dalmazia.
«Avvenire» del 30 gennaio 2014

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