10 novembre 2010

L'editore sparirà in una generazione

Gino Roncaglia: «Bene il modello Severgnini, male Ken Follett»
di Cristina Taglietti
Ebook, il convegno in Cattolica. Ferrari: svolta epocale. Timori per lo sbarco di Amazon e Google
Rivoluzione sarà, ma non certo a Natale. Che l'ebook cambierà per sempre e in modo radicale il nostro modo di rapportarci ai libri è sicuro, ma per ora è un mercato esiguo, estremamente limitato nell'offerta, di scarsa incidenza economica, anche se potenzialmente esplosivo. È questa la fotografia dello stato del libro digitale che è emersa al workshop «Engaging the reader», organizzato all'Università Cattolica di Milano a conclusione del master universitario «Professione editoria» diretto da Edoardo Barbieri. Una giornata di studio che è servita a fare un bilancio della realtà italiana, a un mese dalla discesa in campo dei grandi gruppi (da una parte Mondadori, dall'altra Edigita, federazione di Gems, Feltrinelli, Rcs) e a disegnare scenari futuri, ancora estremamente incerti che però - e su questo hanno concordato la maggior parte dei relatori - richiedono un radicale cambiamento organizzativo, oltre che un ripensamento dei contenuti. Molti e diversi gli spunti di riflessione, come la necessità di una legge sul libro, la politica dei prezzi, ma anche il destino delle librerie, perché, come ha sottolineato Alberto Galla, vicepresidente dell'Ali (Associazione librai italiani) «l'ebook non sarà appannaggio dei nativi digitali, ma conquisterà rapidamente i lettori forti che sono i clienti più affezionati delle librerie indipendenti».
Certo l'ebook italiano è ancora un neonato, hanno ricordato ieri i rappresentanti di alcune delle piattaforme digitali nostrane - Marco Croella di Simplicissimus, Marco Ghezzi di okRepublic, Renato Salvetti, direttore generale di Edigita - che hanno parlato genericamente di qualche migliaio di copie digitali vendute in questi mesi di attività. Vendite che raddoppiano di settimana in settimana ma che si trovano di fronte a quello che Mario Guaraldi, piccolo editore riminese, tra i primi a rendere disponibile online il catalogo e pioniere, nel '96, del print on demand, ha definito «far web». Se c'è chi come Ottavio Di Brizzi, direttore editoriale della Bur, che si è occupato della applicazione iPad del nuovo libro di Beppe Severgnini, La pancia degli italiani (Rizzoli), non vede una cannibalizzazione, ma uno scenario «di integrazione tra carta e digitale che richiede un cambiamento dell'ecosistema editoriale dove la funzione di mediazione dell'editore rimarrà quasi immutata»; Gino Roncaglia, autore del libro La quarta rivoluzione (Laterza), aggiunge che fondamentali sono le caratteristiche del supporto che possono permettere grandi arricchimenti del testo: «Un ottimo esempio è proprio l'applicazione del libro di Severgnini che consente di vedere e sentire video, fotografie, audio di personaggi e situazioni a cui il testo fa riferimento. La versione inglese de I pilastri della terra di Follett invece non funziona: è semplicemente il testo con inserti filmati dello sceneggiato tv che di fatto interrompono la lettura».
Roncaglia però si dimostra meno ottimista sui tempi («a gennaio 2011 non celebreremo il boom natalizio dell'ebook») e disegna un presente dove i devices sono poco diffusi, ancora imperfetti, dove il Drm di Adobe, il sistema di protezione dalla pirateria più diffuso, è cervellotico oltre che violabile. Il mercato italiano, poi, secondo Roncaglia «si presenta frammentato, con troppi soggetti in concorrenza, che possono coesistere in un mercato piccolo, ma rischiano di essere cannibalizzati quando anche da noi sbarcheranno i grandi players internazionali, Amazon, Google Books, Apple». «Nel lungo periodo - sostiene Roncaglia - ci sarà una tendenza alla sostituzione che però, pur essendo difficile fare previsioni, non significherà la morte del libro tradizionale».
La carta non morirà, ma, secondo Gian Arturo Ferrari, presidente del Centro per il libro del ministero dei Beni culturali, «l'editore sparirà. O meglio sparirà nel modo in cui è inteso oggi, come colui che ha un capitale e lo investe nell'editare un'opera. La pubblicazione dell'ebook non ha tendenzialmente costo, la filiera si riduce, quindi l'editore diventerà un'altra cosa. Anche l'autore verrà concepito in modo diverso e cambierà la natura stessa della comunicazione scritta che per anni è stata immobile, fissata sulla pagina, e che ora diventa aggiungibile, modificabile, interattiva. La rivoluzione sarà epocale, paragonabile all'invenzione dei caratteri a stampa mobili, ma la vedrà mia nipote che ha cinque mesi. Non bisogna credere ai dati manipolati, fasulli, di crescita esponenziale che arrivano dall'America. Il fenomeno avrà una lentezza fisiologica, ed esploderà quando i prezzi si abbatteranno. Allora prevarrà l'ebook». Per ora, il costo di un ebook è circa il 30 per cento meno di quello di carta, ma il più venduto del momento sulla libreria di BookRepublic, dice Marco Ghezzi, è La caduta dei giganti di Ken Follett, che costa pur sempre 15 euro.
«Corriere della Sera» del 10 novembre 2010

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