04 settembre 2010

Ma non è che Hawking più che ateo è diventato buddhista?

di Maurizio Stefanini
Ma non è che Stephen Hawking più che ateo sia diventato solo buddhista? “Poiché esiste una legge come la gravità, l'universo può essersi e si è creato da solo, dal niente. La creazione spontanea è la ragione per cui c'è qualcosa invece del nulla, il motivo per cui esiste l'universo, per cui esistiamo noi”. Anticipazione del suo libro di imminente pubblicazione “The Grand Design”; e interpretazione autentica rispetto a quanto da lui stesso affermato 12 anni fa nell’altro best-seller “Breve storia del tempo”: “Se arrivassimo a scoprire una teoria completa sarebbe il trionfo definitivo della ragione umana perché conosceremmo la mente di Dio”. La “teoria completa” è ancora quell’idea della “teoria unica” dell’Universo cercata da Einstein,e che infatti qualcuno ha definito “Formula di Dio".
Di un personaggio che come Hawking compare perfino in film e cartoni animati, si può escludere che abbia lanciato la sua “bomba” solo per fare pubblicità al suo libro nell’imminenza dell’arrivo del Papa nel Regno Unito. Bomba, comunque, è stata. Da una parte Richard Dawkins lo ha paragonato a Darwin: “Così come Darwin ha smentito l'esistenza di Dio con la sua teoria sull'evoluzione biologica della nostra specie, adesso Hawking la nega anche dal punto di vista della fisica”. Dall’altra, dall’arcivescovo anglicano di Canterbury Rowan Williams a quello cattolico di Westminster Vincent Nichols al rabbino capo Jonathan Sacks e al presidente del Consiglio Islamico Ibrahim Mogra, tutti i leader religiosi britannici gli hanno risposto come la fisica spieghi il come delle cose; non il perché.
Qualcuno ha ricordato come la tesi di Hawking fosse già stata sintetizzata negli anni ’90 da Alan Guth con la frase: “L’universo è un pasto gratis”. Se l’energia gravitazionale dell’universo è negativa e perciò compensa perfettamente quella positiva del suo contenuto materiale, il bilancio è allora in pareggio, e l’universo può, deve sbucare fuori dal nulla. Probabilmente, anzi, si distruggerebbe e verrebbe ricreato in continuazione, magari ogni volta con leggi della fisica diverse. Borges dedicò racconti e saggi a questa idea, spiegando che per il Cristianesimo sarebbe un’eresia ancora più grande dell’ateismo. L’ateismo si limita a negare la Divinità. L’Universo ciclico la degraderebbe a un “saltinbanco”, condannato a esibirsi in “numeri” come la Genesi, la Crocifissione e la Resurrezione nei secoli dei secoli. Già un millennio e mezzo fa, però, alla domanda su che facesse Dio prima della Creazione Sant’Agostino aveva risposto: “Preparava l’inferno per coloro che fanno certe domande”. Prima della Creazione, il Tempo stesso non c’era. E neanche le leggi della fisica: a differenza dell’altra idea di Newton, del “Dio orologiaio”.
L’idea di Hawking è invece congruente alle concezioni cosmologiche orientali: un universo pulsante in cicli di creazione e distruzione, con divinità non inesistenti, ma ininfluenti. Ateismo? O non piuttosto un Panteismo, con la Gravità nel ruolo del Brahman o del Tao.
«Il Foglio» del 4 settembre 2010

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