16 luglio 2010

Da Gutemberg ai byte

di Tommy Cappellini
Molti possessori di iPad e di altri e-reader meno “glam” e luccicanti forse non se ne sono accorti, ma la sfida editoriale per la vendita dei contenuti digitali destinati a questi supporti è già iniziata e probabilmente lascerà sul campo un bel po’ di cadaveri di ePub, Pdf, Mobipocket e di uffici marketing sfiancati.
In Italia sono i piccoli editori ad essere i più agguerriti e dinamici, o semplicemente i meno pachidermici. Trovano persino il tempo di festeggiare: questa sera, per esempio, si terrà a Milano (dalle 21, aperto a tutti, in via Adige al 20) il summer cocktail di Bookrepublic, la super piattaforma internet – on line da questa notte – che raccoglie una quarantina di case editrici tra cui Iperborea, Minimum fax, Saggiatore, Quodlibet, Alet, Voland, Franco Angeli, Isbn, Nutrimenti, Instar. Nell’imminente scenario di lotta per la conquista, al millimetro, di quote di mercato «digitali», Bookrepublic incarna il «terzo polo». Gli altri due sono Mondadori e Edigita (composta da Rcs, Gems e Feltrinelli). In autunno, questi tre players se le daranno di santa ragione e forse salirà sul ring pure Simplicissimus Book Farm.
«In realtà un po’ ce le siamo già date – ci racconta Marco Ferrario, ex dirigente Mondadori ora tra le file di Digitpub, la società che ha creato Bookrepublic. Una parte di Bookrepublic sarà ad accesso riservato e servirà agli editori per monitorare la distribuzione, organizzare le promozioni, accedere alle statistiche, caricare le proprie novità. L’altra parte, invece, sarà un grande store on line dove i lettori troveranno anche novità di autori contemporanei: da Amélie Nothomb a Jonathan Lethem, da Salvatore Niffoi a Marcello Fois. A settembre, avremo quasi 1500 titoli in vendita. Bookrepublic, che è già stata accreditata da Apple per il suo futuro iBook Store e che metterà dei propri widget di acquisto diretto su Facebook, terrà comunque nella sua home page fecondi links con altre librerie storiche del web: Ibs e Bol». A questo punto la domanda arriva spontanea. Bol è, in realtà, Mondadori, mentre Ibs si trova all’interno di una joint venture tra Messaggerie e Giunti, cioè è legata a Gems.
E allora – ci chiediamo – che razza di sfida editoriale sarà questa degli e-book? Non è che tutto si risolverà nell’ennesimo cartello tra grandi gruppi? «Mettiamola così – ci spiega Ferrario. La competizione vera è sui servizi agli editori. Noi insegniamo loro come creare file digitali dai propri titoli e li aiutiamo nell’attività di marketing sul web, senza chiedergli un rapporto esclusivo». Altra controversa questione per tutti e tre gli sfidanti è la portabilità degli e-book: Bookrepublic ha optato per una soluzione morbida, che permette ai lettori di prestarsi a vicenda i titoli e di leggerli su dispositivi differenti (il file originario, però, conserverà un “ex libris” con il nome dell’acquirente).
«Di fatto – ci spiega Stefano Mauri di Gems/Edigita – Feltrinelli, Rizzoli e Gems riunite insieme saranno capaci di offrire al lettore, e fin dall’inizio, una scelta di titoli amplissima e attraente, una massa critica di titoli molto concorrenziale. Tuttavia, oggi, il punto interessante per noi è creare una struttura che unisca know how e congrui investimenti, e che come primo obiettivo abbia quello di semplificare la vita agli editori, mettendoli in contatto con le più importanti realtà di vendita on line. La nostra strategia commerciale, invece, è ancora in fieri. In Francia, per dire, gli editori che tempo fa si erano aggregati intorno a tre piattaforme diverse ora le hanno unite. La vera guerra stellare di oggi è tra le piattaforme in lingua inglese per accaparrarsi la distribuzione virtuale. Noi proporremo novità e long seller, classici ed esordienti, e saranno i lettori, in seguito, a indicarci la direzione dove andare attraverso i loro primi acquisti. E faremo il possibile per combattere la pirateria: non farlo significherebbe togliere ossigeno a chi si occupa di creatività ».
Occhi puntati anche, e soprattutto, sulle mosse di Mondadori: «Io non vedo però un’aria di guerra tra gruppi – ci dice Riccardo Cavallero, direttore generale Libri Trade – forse perché la sfida, per Mondadori, è come sempre sui contenuti dei libri. Per il momento vogliamo dare un servizio ai nostri autori che pubblichiamo già in cartaceo e un servizio al lettore, che finalmente, se posso usare un giro di frase da bocciofila, si ritrova tra le mani il boccino che prima era nelle mani dell’editore: oggi decide il lettore, cioè, dove e come comprare. Tra due anni, ad ogni modo, faremo cose diverse dalle attuali: l’unico errore in un mondo che cambia così in fretta è non correggersi in modo rapido. Per Natale, comunque, saremo pronti, in concomitanza con l’arrivo di nuovi e-reader. Metteremo on line 1400 titoli, 1000 di backlist e 400 novità, con un approccio aperto a tutti i principali e-reader disponibili sul mercato: come tutti cercheremo di non ripetere gli errori dell’industria discografica. A proposito di errori: il più grande l’ha fatto la Comunità Europea stabilendo l’IVA sull’e-book al 20 per cento, come se fosse un servizio, un videogame, e non un libro. Lo stesso titolo costerà di più venduto su una piattaforma italiana che non su quella di una società di stanza legale in Lussemburgo, dove può darsi emigreranno alcuni editori in futuro, quando i numeri dell’e-book diventeranno importanti».
«Il Giornale» del 15 luglio 2010

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