26 aprile 2010

Ungaretti: la parola poetica

Una parola che tenda a risuonare di silenzio nel segreto dell'anima non è una parola che tenda a ricolmarsi di mistero? È parola che si protende per tornare a meravigliarsi della sua originale purezza.
Se il carattere dell'800 era quello di stabilire legami a furia di rotaie e di ponti e di pali e di carbone e di fumo, il poeta d'oggi cercherà dunque di mettere a contatto immagini lontane, senza fili.
(...)
La differenza tra le mie ricerche di allora e quelle dei seguaci di Marinetti consisteva in questo, che, mentre, come nelle poesie del primo gruppo, fedele a Leopardi, non usavo la parola che quando avesse raggiunto una pienezza di contenuto morale, i futuristi non chiedevano alla parola che una impressionabilità fisica.

In Vita d’un uomo. Saggi e interventi, Milano 1974, a cura di M. Diacono e L. Rebay, pp. 760 e 298
Postato il 26 aprile 2010

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