24 aprile 2010

I giovani e il gioco d'azzardo (anche su internet)

10° Rapporto Nazionale sulla condizione dell'Infanzia e dell'Adolescenza (2009)
di Eurispes - Telefono Azzurro
Giovani e azzardo. Nel maggio 2009 l’Eurispes ha condotto un’indagine volta ad analizzare la cultura del gioco tra gli italiani. Nell’ambito della stessa indagine, è stato possibile ricavare interessanti indicazioni rispetto all’idea e al significato che i giovani italiani, appartenenti alla fascia d’età 18-24 anni, danno al gioco d’azzardo. Per il 30% dei giovani intervistati, giocare d’azzardo rappresenta un “rischio”, ma non quanto lo rappresenta per la totalità del campione preso in esame (40,3%). Evidentemente le nuove generazioni hanno un rapporto con il gioco d’azzardo più “familiare” e questo permette loro di avere una “confidenza” maggiore con ciò che in realtà (se ben gestito) può rappresentare una fonte di divertimento e di svago come tante altre. Non a caso, la fascia d’età più giovane (19%), rispetto all’intera popolazione (17,4%), è più propensa a considerare il gioco d’azzardo come fonte di svago che, tuttavia, viene anche visto come una forma di dipendenza e quindi a rischio di patologia da circa il 27% dello stesso campione. Infine, in linea con l’analisi dei dati precedentemente definita, i giovani (19%), rispetto al totale degli intervistati (22,2%), sono meno propensi a considerare il gioco d’azzardo come un tentativo per arricchirsi facilmente, confermando a riguardo una visione più equilibrata e corretta rispetto al significato che il concetto d’azzardo racchiude in sè.
A conferma di ciò anche tra i giovani intervistati da Nomisma nel 2009 per il Rapporto 2009 “Gioco & Giovani”, vi è comunque prudenza nell’investire somme di denaro elevate nel gioco: ipotizzando di ricevere un dono di 100 euro, il 67,1% dei ragazzi ha dichiarato che non destinerebbe nulla al gioco, il 20,8% fino ad un massimo di 10 euro. Solo l’1,9% dei ragazzi spenderebbe tra 50 e 100 euro (3% maschi, 0,7% femmine). Questo dato conferma un approccio sano e realistico, nella maggioranza dei casi, tra adolescenti e gioco d’azzardo.
Il 56,6% degli studenti dedica al gioco d’azzardo meno di 1 ora al mese, ciò vuol dire che per la maggioranza dei giovani esso rappresenta un passatempo sporadico, che non interferisce nella quotidianità. Il 15,6% dichiara di giocare qualche minuto ogni giorno. Se da un lato il dato non dovrebbe preoccupare, dall’altro segnala un appuntamento quotidiano con il gioco, che potrebbe rappresentare un comportamento da non sottovalutare. Il dato più rilevante è descritto dal 4,5% degli studenti che dichiara di dedicare al gioco circa 1 ora al giorno. La spesa media mensile, per il gioco d’azzardo, degli studenti interessati dall’indagine, risulta essere pari a 10,5 euro; il profilo dello studente giocatore che spende più soldi rispetto alla media, appartiene al genere maschile (13,3 euro), prevalentemente residente nel Sud e nelle Isole (12,3 euro) e iscritto ad istituti professionali (12,1 euro) e tecnici (11,3 euro).
Dai dati raccolti inoltre gli studenti intervistati che giocano con una frequenza superiore ad una volta al mese, si distribuiscono (nelle diverse tipologie di gioco) con le seguenti percentuali: Gratta & Vinci (19,1%), SuperEnalotto (15,4%), Scommesse sportive in agenzia (13,5%), Giochi online (12,9%), Lotto (7,8%), New Slot (6,8%).
L’identikit del “giovane giocatore”. L’indagine condotta da Nomisma (2009) disegna un profilo ben delineato del “giovane giocatore”. Tra coloro che si dichiarano “giocatori”, il 76,2% sono maschi e il 60,2% femmine. Nell’analisi geografica i ragazzi del Sud e delle Isole, raggiungono la media più elevata rispetto alle altre aree territoriali e sono pari al 75,2%. Negli istituti professionali si concentrano le percentuali maggiori di giovani giocatori (78,1%), seguiti dagli istituti tecnici con il 74,6%. Tra i liceali la media dei giocatori scende sensibilmente al 58%. Gli studenti che provengono da famiglie in cui non si gioca hanno una propensione al gioco pari al 36,8% degli intervistati, valore che sale vertiginosamente all’80,3% se si prendono in considerazione gli studenti con famiglie di origine in cui è presente l’abitudine al gioco. Queste le caratteristiche principali che tracciano “l’identikit” del giovane giocatore e confermano l’influenza delle caratteristiche sociali, economiche e familiari sulla propensione al gioco dell’adolescente.
Fonte: http://www.azzurro.it/index.php?id=225 (28 novembre 2009)

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