13 aprile 2010

Facebook ha ucciso il faccia a faccia

Più chat e meno chiacchiere: un terzo dei britannici usa la tecnologia per tenere rapporti con famiglia e amici
di Emanuela Di Pasqua
Sei chiacchierate settimanali, faccia a faccia, con genitori, fratelli, amici e innamorati. Tutto il resto è delegato alla vita digitale, nella quale la gente investe sempre di più, attribuendo alle piazze virtuali il delicato e fondamentale compito di farsi conoscere, coltivare rapporti, approfondire, rimanere in contatto. Comunicare insomma. Il fenomeno, di cui gli esperti ormai parlano da tempo, è in crescita ed è confermato da un recente sondaggio.
IL SONDAGGIO – L’indagine è stata condotta dalla società produttrice di videocamere Flip MinoHD, che ha intervistato tremila persone riguardo ai propri rapporti sociali, mettendo in risalto soprattutto la dicotomia tra i social network e le relazioni dirette, quelle in cui ci si guarda negli occhi.
I NUMERI – Un terzo dei britannici sostiene che i famigliari e gli amici sanno più cose della loro vita attraverso la tecnologia che attraverso il face to face. Uno su cinque rimane in contatto con i famigliari tramite Facebook o MySpace e uno su dieci dichiara di non avere mai rapporti significativi con parenti e amici de visu, preferendo Fb o Twitter o al massimo e-mail e telefonino. Fin troppo scontata la perdita di dialogo in famiglia: le persone si rapportano sempre di più e sempre più liberamente, all’unica condizione che ci sia uno schermo che le possa proteggere.
RIFLESSIONI – Ancora una volta sono tante le riflessioni che si possono fare sulla società della comunicazione e ancor più sulla comunicazione della società. Appare chiaro che uomini, donne, ragazzini e talvolta persino bambini stanno rischiando di perdere confidenza (o non acquisirla affatto) con il dialogo, trascurando di allenare capacità relazionali indispensabili, soprattutto nella crescita. I dati sono britannici, ma la tendenza è globalizzata. Sta tramontando il piacere del faccia a faccia, e con il gusto dello stare insieme anche intorno a una tavola o seduti su un divano, si perde l’esercizio, inibendo un’abilità importante che con il passar del tempo rischia di atrofizzarsi.
«Corriere della Sera» del 12 aprile 2010

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