20 marzo 2010

«Neutro mai», il diritto è chiaro. Ma bastava stare al dato di natura

Il caso della persona che non vorrebbe essere uomo o donna
di Giulia Galeotti
Nato maschio 48 anni fa in Scozia, Norrie May-Welby si trasferisce a Sydney dove, nel 1990, chiede e ottiene di cambiare sesso. A 28 anni, dunque, Norrie diventa donna. Nemmeno così, però, si sente in armonia con sé, avendo compreso che « il concetto di uomo o donna non fa per me. La soluzione più semplice è non avere identificazione di tipo sessuale » . Forte di questa certezza, Norrie chiede alle autorità australiane di cambiare sui documenti la dicitura legata al suo sesso. Non più femminile ( o maschile), ma ' neutro'. Vengono interpellati diversi medici, ma nessuno di loro – nonostante gli esami compiuti – riesce a giungere a una conclusione certa. Dinanzi a una scienza incapace di specificare se Norrie May- Welby sia un uomo o una donna, l’amministrazione decide di acconsentire alla sua singolare richiesta. E così il 25 febbraio l’ufficio per lo stato civile rilascia a Norrie un nuovo certificato di nascita, nel quale, a fianco della dicitura 'sesso', si legge 'neutro'. Pochi giorni fa, però, il brusco dietrofront da parte dello Stato australiano del Nuovo Galles del Sud: il certificato di Norrie viene annullato sulla base di una consulenza legale che ha giudicato invalida la descrizione 'di sesso non specificato'. La reazione di Norrie (che, oltrettutto, già si era ri­registrato con la banca, la motorizzazione e la sicurezza sociale) non si è fatta attendere: «Quando ho ricevuto la telefonata mi sono sentito come se mi avessero ucciso» , ha dichiarato, rendendo noto di aver già presentato ricorso alla Commissione per i diritti umani. «La mia identità è stata divulgata in tutto il mondo, e ora il governo si riprende quello che mi aveva riconosciuto. Non poteva procurarsi prima la consulenza legale?». A parte l’ultima ovvia osservazione, a ricostruire la vicenda viene da chiedersi chi abbia perso la ragione.
In alcuni Paesi ( tra questi Spagna e Argentina) è possibile cambiare nome e sesso sui documenti senza dover ricorrere a un’operazione chirurgica, essendo sufficiente che uno psicologo attesti che la persona interessata viva da un certo periodo una situazione di profonda incompatibilità tra il sesso biologico e il sesso sentito come proprio. Il messaggio è chiaro: non sono le caratteristiche anatomiche a stabilire se sono uomo o donna, ciò che conta è 'come mi sento io'. Sono quello che credo di essere indipendentemente dalle mie caratteristiche fisiche. Essendo caduto ogni punto di riferimento oggettivo posso scegliere quello che preferisco ( magari quello che mi fa comodo in un certo momento). Se già una società che legifera su sensazioni e apparenze, anziché sulla sostanza, lasciava perplessi, l’ultima frontiera del Nuovo Galles del Sud avrebbe risolto il problema, semplicemente eliminandolo.
Complice una scienza incapace di raccapezzarsi, viene creata una categoria sessuale inesistente nella natura del genere umano. Per fortuna poi arriva il pool di giuristi.
Leggi alla mano, eccoli attestare che non specificare il sesso nei documenti è inammissibile. Per ora il diritto ha rimesso un po’ di ordine.
Ma non si faceva prima ad affidarsi, sin dal principio, ai pochi e semplici paletti indicati dalla natura?
«Avvenire» del 20 marzo 2010

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