05 febbraio 2010

Un Governo che Twitta?

di Marco Marinucci
Non c'e' dubbio che Alec Ross e Jared Cohen siano due personaggi interessanti.
Entrambi con ruoli determinanti presso l'amministrazione Obama, nello State Department (il nostro Ministero degli Esteri), uno ha il ruolo di "Innovatore" nel governo, dopo avere guidato la campagna di Obama all'uso del social-network, dopo un passato nel no-profit.
L'altro è un autore di vari libri sui genocidi in Rwanda e sui bambini della Jihad.
Li accomuna una convinzione e una storia simile: l'utilizzo dei nuovi media come una opportunità per l'avanzamento della democrazia, dei diritti umani e dello sviluppo mondiale.
Su Twitter, hanno rispettivamente 250 mila e 200 mila followers.
Ricordate il caso di Twitter e le elezioni in Iran? Ebbene, Jared è stata la persona che ha permesso che Twitter potesse rimanere la valvola di sfogo e un canale diretto di raccolta dei fatti di cronaca atroci in quelle giornate tra le più buie del popolo iraniano.
La CNN lo ha incluso tra i top 10 dei momenti più significativi passati su internet nell'ultimo decennio.
Oggi ho avuto il piacere di incontrarli durante una "firechat" aperta, moderata da Eric Schmidt (CEO di Google).
La cosa che più salta all'occhio? Hanno rispettivamente 38 e 28 anni, sprizzano energia, creatività e visioni da ogni poro. L'impressione è che i loro neuroni siano troppo veloci perchè la parola e la lingua gli potessero stare dietro.
Affascinante.
Oggi si è parlato di esempi evidenti: di come in Congo, Iran, Messico, Iraq, l'utilizzo intelligente di strumenti tecnologici moderni (twitter, facebook, l'SMS) possa diventare l'ossatura di democrazie meno fallacee. Di come il tema stesso della 'homeland security' possa essere completamente sorpassato se invece di utilizzare una struttura piramidale con centralizzazione dell'informazione, si potesse delegare l'abilità dei singoli cittadini nel captare segnali pericolosi. Un bagaglio sospetto all'aeroporto di Teheran? Il mio messaggio su "twitter" viene captato direttamente da chi di competenza. In gergo si chiama "crowdsourcing".
Oggi questo si sta traducendo in realtà e questi ragazzi stanno riscrivendo le regole della democrazia dei nostri figli.
Paradossale, pensavo al mio ritorno dall'incontro. L'Italia riempe le cronache internazionali queste settimane proprio per una spinta verso la direzione opposta, unica nel suo genere, ovvero della ricerca di logiche di controllo della rete e principi che altri risultati non hanno se non quello di rallentare lo sviluppo della rete (qui l'articolo del NY Times di ieri).
Eppoi quanto ancora bisognerà aspettare in Italia prima di vedere un capo del governo o ministro degli esteri circondato da un braccio destro, un giovane di 28 anni con i neuroni troppo veloci perché la lingua gli possa stare dietro?
«Corriere della sera. blog» del 4 febbraio 2010

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