07 febbraio 2010

I professori in esubero? «Al lavoro nei musei»

Fra le misure per il rilancio l'allungamento delle aperture serali
di Paolo Conti
Impiegare nei musei italiani e nella valorizzazione del patrimonio artistico e ambientale gli insegnanti in esubero (ovviamente col loro accordo e d'intesa col ministero dell'Istruzione). Anticipare l'orario di apertura delle raccolte d'arte alle 8 del mattino per favorire turisti e scolaresche: studiare nello stesso tempo allungamenti serali, immaginare varie fasce di prezzi nei periodi dell'anno (a seconda dei flussi) e programmare eventi in cui l'ingresso sia gratuito. Eliminare le file estive utilizzando il pagamento con carte prepagate, dotate di un chip per la lettura a distanza con i varchi elettronici. Prevedere pre-pagamenti con ricevuta sul telefonino, sempre da far leggere agli ingressi telematici. Ricorrere alle nuove tecnologie per la protezione delle opere dai furti. Raggiungere accordi tra ministero dei Beni culturali e presidenza del Consiglio per realizzare un piano nazionale di servizio civile che metta a disposizione duemila giovani per musei, aree archeologiche, archivi. Accordarsi con la Conferenza dei Rettori per permettere ai neo-laureati di lavorare per 1-2 anni nelle Soprintendenze riconoscendo quel periodo come tirocinio formativo da usare come accesso alla pubblica amministrazione.
Questo è il pacchetto di proposte per il futuro dei Beni culturali firmato ieri dalla Uil-Beni culturali. Ma la prima novità, l'ipotesi che riguarda gli insegnanti, viene direttamente dal ministro Sandro Bondi che l'ha messa sul tappeto proprio commentando il materiale prodotto dalla Uil: «Vorrei discutere col ministro Gelmini la possibilità di impiegare gli insegnanti in esubero nei musei e nella valorizzazione del nostro patrimonio artistico e ambientale. Potrebbero essere utilizzati anche come dirigenti di strutture se non addirittura di musei». Un'idea, quella di Bondi, che nasce da una considerazione: il personale dei beni culturali scarseggia, alcuni insegnanti invece potranno essere più numerosi del necessario. Ieri la Uil Beni culturali, diretta da Gianfranco Cerasoli, ha tenuto il suo congresso ribaltando l'immagine di un sindacato conservatore, corporativo, chiuso agli apporti esterni. E il segretario ha avanzato le sue proposte tenendo conto del drammatico calo di presenze nei musei italiani che si è registrato nella prima parte del 2008. Una crisi che va affrontata. Lo sbigliettamento elettronico, dice Cerasoli, permetterebbe di «recuperare almeno 500 unità di personale ai servizi di vigilanza e accoglienza, eliminando le file». Circa gli orari «tutti gli indicatori sociali, inclusa una recente ricerca del Cnr, ci dicono che i giovani vedono nella cultura un'alternativa ai locali notturni. Ma bisogna aiutarli lasciando i musei aperti fino a tardi. In quanto ai prezzi, è tempo di differenziarli in base a periodi dell'anno, orari e cicli di affluenza fino a lasciare momento di gratuità per esempio tra novembre e marzo», cioè quando i flussi turistici sono più bassi.
Invece il Piano nazionale di servizio civile «permetterebbe l'impiego di almeno 2000 giovani nella tutela, valorizzazione e promozione dei beni culturali». Infine la possibile intesa con la Conferenza dei Rettori per l'uso, come supporto, di neo-laureati nelle Soprintendenze: «Un titolo da usare come tirocinio formativo per l'accesso alla pubblica amministrazione». Ieri Bondi è parso d'accordo su tutta la linea. Commentando il pacchetto, ha aggiunto la proposta sugli insegnanti. In quanto al resto: «Le proposte di Cerasoli mi paiono sensate, ragionevoli e meritevoli di essere accolte con un impegno comune già preso con la nomina di Mario Resca a direttore generale per la Valorizzazione». Le proposte sull'ampliamento degli orari e l'impiego di nuove tecnologie di sorveglianza e sicurezza «sono condivisibili, possiamo lavorare insieme per realizzarle». Il ministro è particolarmente d'accordo sulla rete di volontariato civile da parte dei giovani: «In ogni città potrebbero prendersi cura di un monumento, di un museo, di un sito archeologico non solo per tutelare un segno della propria identità locale ma anche per valorizzarlo». Critico, invece, il segretario della Cisl Beni culturali Claudio calcara: «Le proposte di Cerasoli sono le nostre del 2001 quando lui le rifiutò, bene arrivato tra noi. In quanto ai tirocini, agli stage, al servizio civile non vorrei che tutto questo si trasformasse in lavoro nero...»
«Corriere della Sera» del 7 febbraio 2010

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