30 gennaio 2010

«Tommaso d’Aquino, genio e santità»

Intelligenza libera e fedeltà creativa al «depositum fidei». Capacità di «armonizzare fede e ragione» di fronte alle questioni cruciali del proprio tempo. Benedetto XVI addita l’esempio del grande teologo e filosofo che seppe confrontarsi con la tradizione greca, il pensiero ebraico e il pensiero arabo
di Benedetto XVI
Pubblichiamo stralci del discorso tenu­to ieri da Benedetto XVI ai membri delle Pon­tificie Accademie in occasione della 14ª «Se­duta pubblica»
Sono lieto di accogliervi e di incontrarvi, in oc­casione della Seduta pubblica delle Pontificie accademie, momento culminante delle mol­teplici attività dell’anno. (...) Oggi, memoria di san Tommaso d’A­quino, grande dottore della Chiesa, desidero proporvi alcune riflessioni sulle finalità e sulla missione specifica delle benemerite istituzioni culturali della Santa Se­de di cui fate parte e che vantano una varie­gata e ricca tradizione di ricerca e di impegno in diversi settori. (...) Tante occasioni, dunque, per rivisitare il passato, attraverso la lettura attenta dei pensieri e delle azioni dei fondatori e di quanti si sono prodigati per i progresso di queste istituzioni. Ma lo sguardo retrospetti­vo e la memoria del glorioso passato non pos­sono costituire l’unico approccio a tali even­ti, che richiamano soprattutto il compito e la responsabilità delle Accademie Pontificie di servire fedelmente la Chiesa e la Santa Sede, rinnovando nel presente il ricco e diversifica­to impegno, che già ha prodotto preziosi frut­ti anche nel recente passato.
La cultura contemporanea, e ancor più gli stes­si credenti, infatti, sollecitano continuamen­te la riflessione e l’azione della Chiesa nei va­ri ambiti in cui emergono nuove problemati­che e che costituiscono anche settori in cui o­perate, come la ricerca filosofica e teologica; la riflessione sulla figura della Vergine Maria; lo studio della storia, dei monumenti, delle testimonianze ricevute in eredità dai fedeli del­le prime generazioni cristiane, a cominciare dai martiri; il delicato ed importante dialogo tra la fede cristiana e la creatività artistica, a cui ho voluto dedicare l’incontro con personalità del mondo dell’arte e della cultura, svoltosi nella Cappella Sistina lo scorso 21 novembre. In questi delicati spazi di ricerca e di impegno, siete chiamati a offrire un contributo qualifi­cato, competente e appassionato, affinché tut­ta la Chiesa, e in particolare la Santa Sede, pos­sa disporre di occasioni, di linguaggi e di mez­zi adeguati per dialogare con le culture con­temporanee e rispondere efficacemente alle domande e alle sfide che l’interpellano nei va­ri ambiti del sapere e dell’esperienza umana.
Come ho più volte affermato, l’odierna cultura risente fortemente sia di una vi­sione dominata dal relativismo e dal soggettivismo, sia di metodi e atteggiamenti talora superficiali e perfino banali, che dan­neggiano la serietà della ricerca e della rifles­sione e, di conseguenza, anche del dialogo, del confronto e della comunicazione inter­personale. Appare, pertanto, urgente e neces­sario ricreare le condizioni essenziali di una reale capacità di approfondimento nello stu­dio e nella ricerca, perché ragionevolmente si dialoghi ed efficacemente ci si confronti sul­le diverse problematiche, nella prospettiva di una crescita comune e di una formazione che promuova l’uomo nella sua integralità e com­pletezza.
Alla carenza di punti di riferimento ideali e morali, che penalizza particolarmente la con­vivenza civile e soprattutto la formazione del­le giovani generazioni, deve corrispondere un’offerta ideale e pratica di valori e di verità, di ragioni forti di vita e di speranza, che pos­sa e debba interessare tutti, soprattutto i gio­vani. Tale impegno deve essere particolar­mente cogente nell’ambito della formazione dei candidati al ministero ordinato, come esi­ge l’Anno Sacerdotale e come conferma la fe­lice scelta di dedicargli la vostra annuale Se­duta pubblica. na delle Pontificie Accademie è inti­tolata a san Tommaso d’Aquino, il Doctor Angelicus et communis, un mo­dello sempre attuale a cui ispirare l’azione e il dialogo delle Accademie Pontificie con le di­verse culture. Egli, infatti, riuscì ad instaurare un confronto fruttuoso sia con il pensiero a­rabo, sia con quello ebraico del suo tempo, e, facendo tesoro della tradizione filosofica gre­ca, produsse una straordinaria sintesi teolo­gica, armonizzando pienamente la ragione e la fede. Egli lasciò già nei suoi contemporanei un ricordo profondo e indelebile, proprio per la straordinaria finezza e acutezza della sua intelligenza e la grandezza e originalità del suo genio, oltre che per la luminosa santità della vita.
Il suo primo biografo, Guglielmo da Tocco, sot­tolinea la straordinaria e pervasiva originalità pedagogica di san Tommaso, con espressioni che possono ispirare anche le vostre azioni: fra’ Tommaso – egli scrive – «nelle sue lezioni introduceva nuovi articoli, risolveva le que­stioni in un modo nuovo e più chiaro con nuo­vi argomenti. Di conseguenza, coloro che lo ascoltavano insegnare tesi nuove e trattarle con metodo nuovo, non potevano dubitare che Dio l’avesse illuminato con una luce nuo­va: infatti, si possono mai insegnare o scrive­re opinioni nuove, se non si è ricevuta da Dio una ispirazione nuova? » ( Vita Sancti Thomae Aquinatis, in Fontes Vitae S. Thomae Aquina­tis notis historicis et criticis illustrati, ed. D. Prümmer M.-H. Laurent, Tolosa, s.d., fasc. 2, p. 81).
Il pensiero e la testimonianza di san Tom­maso d’Aquino ci suggeriscono di studia­re con grande attenzione i problemi e­mergenti per offrire risposte adeguate e crea­tive. Fiduciosi nella possibilità della «ragione umana», nella piena fedeltà all’immutabile de­positum fidei, occorre – come fece il «Doctor Communis» – attingere sempre alle ricchezze della Tradizione, nella costante ricerca della «verità delle cose». (...)
«Avvenire» del 29 gennaio 2010

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