05 gennaio 2010

Bilancio di Capodanno: più saggi o più tristi?

La consolazione dei numeri
di Beppe Severgnini
Meno soldi in tasca, meno botti? Forse, ma c' è gente che non bada a spese quando si tratta di qualcosa d' irregolareMa siamo diventati più saggi o più tristi?
Non è una rivoluzione, semmai una consolazione: niente vittime per i botti di Capodanno. Il 2010 non inizia in modo stupido e luttuoso: è già qualcosa. Nel 2009 i botti avevano provocato un morto e 382 feriti; nel 2008 un morto e 473 feriti. I feriti sono stati 509, 17 con prognosi oltre 40 giorni (nel 2009 furono 28). In calo anche i feriti da arma da fuoco (otto). Perché - è il caso di ricordarlo - a Capodanno c' è gente che non si sente realizzata se non spara dalla finestra. Una contabilità surreale? Vero. Ma in quest'alba degli anni Dieci siamo in cerca d' illusioni; e le prendiamo dove le troviamo. Come si spiega l'assenza di morti e il calo dei feriti gravi? Alcune ipotesi: rispettiamo le leggi (che impediscono di trasformare un balcone in un poligono di tiro); siamo più sensibili; siamo meno ispirati; siamo più poveri e più mesti. Siamo diventati artificieri migliori. Escluderei la prima ipotesi. In Italia diventiamo rispettosi delle leggi solo in seguito a sanzioni efficaci («sistema tutor» sulle autostrade) o a intimo convincimento, unito al piacere di bacchettare il prossimo (divieto di fumo nei locali pubblici). Le forze dell'ordine hanno sequestrato 247 tonnellate di «materiale esplosivo illecitamente messo in commercio»? Hanno denunciato 572 persone e ne hanno arrestate 61? Complimenti, ben fatto. Ma l'Italia, l'altra notte, sembrava Bagdad durante il primo attacco americano. L'inesorabile meridionalizzazione del Paese - non è una recriminazione, è una constatazione - ha esportato le abitudini napoletane a Milano e a Bologna, non viceversa. La seconda ipotesi - siamo diventati più sensibili - mi viene offerta da una conoscente. Le continue notizie di bombe ed esplosioni, dall'Afghanistan al terrorismo, avrebbero levato fascino agli scoppi. Francamente, mi sembra un pia illusione. Più verosimile la terza ipotesi, partorita dalla mente incosciente di un amico medico: i botti più pericolosi - gli ordigni mascherati da fuochi d'artificio - sono in calo per mancanza d'ispirazione. A Napoli producevano «la testata di Zidane» e «la bomba di Maradona». Oggi, al massimo, potrebbero proporre «il petardo di Quagliarella». Non è la stessa cosa. La quarta e la quinta ipotesi - più poveri e più mesti - sembrano convincenti: ma soltanto a prima vista. Meno soldi in tasca dovrebbero tradursi in meno botti sul balcone (ma siamo sicuri? C'è gente che non bada a spese, quando si tratta di combinare qualcosa d'irregolare). La fine dei ruvidi anni Zero, che ci hanno lasciati tutti provati, avrebbe dovuto ridurre l'esuberanza di San Silvestro. Ma è lecito sostenere anche l'opposto. Altro che mestizia: chiudere un decennio complicato avrebbe potuto scatenare l'euforia collettiva. Escluderei anche la sesta e ultima ipotesi: le vittime dei botti sono in calo perché siamo diventati artificieri migliori. Non mi risulta però che gli italiani abbiano studiato questa tecnica nell' ultimo anno, a meno di considerare pirotecniche le scuse addotte per non cambiare alcuni pessimi comportamenti. Bene, abbiamo smontato tutte le ipotesi. Qual è stato, allora, il motivo per cui i botti non hanno fatto morti, nella notte di San Silvestro? Be', siamo stati fortunati. All'alba degli anni Dieci, accontentiamoci.
«Corriere della Sera» del 2 gennaio 2010

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