10 novembre 2009

La carica del "personal prof":è boom per le lezioni private

Le famiglie pronte a spendere fino a 2mila euro l'anno
di Vera Schiavazzi
Salvarsi da debiti e bocciature, lo specchio di una scuola che non sa più recuperare
Dalla terza elementare (ma qualcuno comincia anche prima) alle "consulenze tesi": bambini, ragazzi e giovanotti incapaci di studiare da soli, bocciati una prima volta o a rischio di finire l'anno con due o tre "debiti scolastici" tornano ad alimentare un fiorente mercato. Lezioni private, ripetizioni, aiuto scolastico. Siamo davanti ad un vero boom con le famiglie italiane in corsa per i "personal prof". Ognuno si definisce come vuole, e si fa pubblicità su siti dedicati praticamente in ogni città senza - per altro - neppure l'ombra di una qualsivoglia forma di tassazione. Il risultato è in una spesa che - secondo Adoc e Codacons, le prime associazioni di consumatori ad aver lanciato l'allarme - oscilla tra i 1.000 e i 2.100 euro all'anno per le famiglie dei liceali che hanno almeno un'insufficienza, cioè una su quattro. Dai 20 ai 40 euro il costo orario, con medie che variano dalle due alle sei ore settimanali di lezioni e aumenti fino al 20% per chi sceglie un docente, in servizio o in pensione, rispetto al più economico studente universitario.
Tornano così nelle famiglie italiane, a fronte delle ondate di panico seminate dai primi 4 in latino o matematica raccolti nei licei dell'era-Gelmini, figure che parevano scomparse, e c'è chi riscopre la parola "precettore", come nelle famiglie abbienti di cinquanta o cento anni fa: Augusto Monti e Franco Antonicelli, per esempio, lo furono a lungo in casa Agnelli. Un elemento di censo che si introduce nel sistema educativo pubblico (non tutti possono permettersi spese come queste), un segnale della grande ansietà e dell'importanza che madri e padri attribuiscono al curriculum scolastico dei figli, ma - anche - una fonte di reddito per migliaia di studenti, precari a vita o insegnanti delusi dalla scuola pubblica. "Con cinque allievi diversi, quattro liceali e uno di terza media, riesco a mettere insieme tra gli 800 e i 1.000 euro al mese - racconta Michele, torinese, neo laureato e collaudatissimo ripetitore di latino - ora sto provando con i concorsi e i colloqui nelle scuole private". Michele conclude il suo racconto dicendo di esser "tentato di puntare molto su questo tipo di lezioni, perché alla fine rendono meglio. Le mamme si passano il mio numero di telefono, io cerco di entrare in sintonia con i ragazzi ma anche di ottenere il risultato: la promozione a fine anno".
Qualcuno però non si commuove affatto di fronte a una potenziale fonte di lavoro per i giovani, come Mimmo Pantaleo, segretario nazionale della Cgil-Flc, l'organizzazione sindacale che raccoglie 190.000 iscritti tra docenti e personale scolastico: "Il boom delle lezioni private è la prova che si sta destrutturando, pezzo dopo pezzo, il sistema pubblico. I corsi di recupero nelle scuole praticamente non ci sono più perché mancano i soldi per pagarli, gli insegnanti sono demotivati, l'idea vincente è che la scuola è tanto più seria quanto più boccia, mentre noi crediamo esattamente il contrario, e cioè che la missione culturale e educativa sia quella di portare quanti più studenti possibile alla fine del percorso. Invece, stiamo tornando a una scuola che esclude soprattutto i più deboli e i più svantaggiati".
Tilde Giani Gallino, la più autorevole esperta italiana di psicologia dell'età evolutiva, ritiene invece che nel ritorno del 'ripetitore' possa esserci qualcosa di buono: "Quarant'anni fa queste figure erano importanti, e di solito se ne occupavano i vecchi insegnanti o i maestri in pensione, con matematica, latino e greco a far la parte del leone. Oggi, probabilmente, molti professori in servizio non hanno più tempo per arrotondare lo stipendio in questo modo, e il testimone è passato soprattutto agli universitari. Questi giovani possono essere un modello per i ragazzini: sono più grandi di loro, ma non ancora adulti, entrano facilmente in comunicazione, si scambiano mail o notizie musicali... E c'è anche un altro messaggio: il ragazzo di 20 o 22 anni che viene a darti lezioni è qualcuno che ancora studia ma intanto lavora per rendersi autonomo, come anche tu potrai fare tra pochi anni".
Ma reclutando ripetitori in abbondanza non si rischia di rendere bambini e ragazzi ancora meno autonomi e responsabili nei confronti dello studio? "Il rischio c'è - risponde Giani Gallino - ma discende direttamente dal fatto che, oggi, fin da bambini tutto viene concesso senza alcuno sforzo. I genitori, da parte loro, hanno più impegni di un tempo e pur essendo più attenti al rapporto con i figli preferiscono condividere con loro il tempo libero, le attività più divertenti piuttosto che i compiti per il giorno dopo. A questo punto, un elemento esterno può aiutare tutti". E Silvia Ciairano, ricercatrice all'Università di Torino che si occupa di psicologia dello sviluppo, sottolinea: "A bambini e ragazzi può far bene chi si confronta con loro e li stimola a studiare meglio, non qualcuno che li sostituisca nei compiti, come troppo spesso fanno anche certe madri. Oggi il timore della frustrazione è molto, troppo forte in tutti, genitori e figli, e non si dà più agli insegnanti la giusta fiducia: a questo punto le lezioni private possono diventare uno strumento per 'proteggerè i figli da un professore 'cattivo', il che è invece decisamente sbagliato".
Mentre il dibattito continua, però, siti e bacheche di annunci si riempiono di indirizzi, distribuiti online (su siti come studenti.it o bakeca) ma anche attaccati fuori dalle scuole, dal panettiere o direttamente nelle bacheche degli istituti: "Sono una giovane biologa disponibile a impartire lezioni private in tutte le materie scientifiche a ragazzi delle medie e superiori. Metodo di studio mirato e innovativo. Cordiale e socievole, prezzi invitanti", come a dire che perfino gli insegnanti privati devono dichiararsi non troppo severi. Oppure: "Ciao, sono un ragazzo di 25 anni con laurea specialistica in ingegneria. Mi reputo una persona molto preparata, paziente e in grado di mantenere gli impegni presi". Segue elenco delle materie disponibili, come nel menù di un ristorante. Stranamente, nessuno tra i giovani e meno giovani aspiranti ripetitori si propone di aiutare i giovani lacunosi a realizzare l'unico obiettivo che forse servirebbe davvero, cioè imparare a studiare per conto proprio, a leggere correttamente un libro scolastico, a impegnarsi con una parvenza di metodo. Conta il risultato finale: tu paghi e io faccio prendere a tuo figlio almeno 6, le vacanze estive sono garantire e nessuno si farà male.
"I più 'colpitì da questo mercato, rigorosamente in nero, sono i ragazzi dei licei classici e scientifici, o meglio i loro genitori - conferma Mauro Antonelli del Codacons - E se il boom è arrivato negli ultimi due anni è perché questo tipo di scuole non è in grado di offrire nulla al di là dell'orario, tanto meno d'estate quando si dovrebbe 'recuperarè in corsi di quindici ore dove spesso si accorpano insieme tre o quattro classi o interi raggruppamenti di materie. Così, chi ha un figlio che inizia il liceo si rassegna e mette in preventivo almeno 500 euro di lezioni nella materia più difficile". Nelle grandi città, soprattutto al nord, è partita una sorta di riscossa: torna il doposcuola, negli oratori e nelle chiese evangeliche, nascono 'punti studio' nelle circoscrizioni per chi cerca soprattutto qualcuno che assista i bambini nei compiti. Ma soltanto il 5% dei ragazzi, e solo fino alla terza media, ha a disposizione una simile possibilità. Per gli altri, e per le mamme e i papà che devono scegliere, la scelta è chiara: lezioni a pagamento o rischio bocciatura.
«La Repubblica» del 10 novembre 2009

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