14 giugno 2009

Ragazze, a scuola meglio sole senza maschi studiano di più

I risultati di uno studio condotto in Gran Bretagna su studentesse dagli 11 ai 18 anni
Voti migliori e maggiori progressi se la classe, o tutto l'istituto, è solo femminile

di Enrico Franceschini
Le ragazze vanno meglio a scuola se la classe, e magari anche tutta la scuola, è femminile. Separate dai maschi, ottengono voti migliori, fanno maggiori progressi, hanno un rendimento scolastico più soddisfacente. Lo afferma un vasto studio condotto in Gran Bretagna sulle studentesse dagli 11 ai 18 anni, ovvero dalla scuola elementare alla fine di quella secondaria superiore. L'analisi sui voti ottenuti da 700 mila alunne, tutte nel settore della scuola statale, indica consistentemente che quelle che studiano in scuole femminili vanno meglio di quelle che studiano in scuole miste. In particolare, la ricerca, effettuata dalla Good Schools Guide, una guida all'istruzione scolastica, e pubblicata oggi con ampio rilievo dal quotidiano Guardian di Londra in prima pagina, rivela che le ragazze che entrano alle superiori con voti bassi fanno un considerevole progresso se continuano a studiare in scuole femminili, mentre continuano a ricevere voti bassi se vanno in scuole miste.
Il numero delle scuole femminili è costantemente diminuito in Gran Bretagna a partire dagli anni Settanta nell'ambito dell'istruzione statale, mentre resta assai diffuso nelle scuole private, che in questo paese sono quelle accademicamente migliori, che preparano meglio per l'accesso alle migliori università, ma che costano molto care, fino a 15 o 20 mila euro l'anno. Nella scuola statale, e con minore enfasi anche in quella privata, negli ultimi trent'anni si è registrata una crescente domanda da parte dei genitori per avere più scuole miste. Oggi, soltanto 221 mila ragazze e 160 mila ragazzi studiano in scuole solo femminili o solo maschili nel Regno Unito a livello secondario superiore, su una popolazione studentesca totale, in quella categoria di età, di 3 milioni e mezzo.
Commenta Janette Wallis, direttrice della Good Schools Guide: "Molti genitori danno importanza ai benefici delle scuole miste, come il fatto che ragazzi e ragazze vengono istruiti gli uni accanto agli altri e vengono così preparati per la vita sociale che li aspetta quando termineranno gli studi. Ma non dare valore ai risultati della nostra ricerca sarebbe un errore. Non ci saremmo aspettati di notare una simile differenza di rendimento tra scuole femminili e scuole miste". La ragione principale, secondo lei, è che le ragazze studiano meglio senza la "distrazione" dei maschi nella stessa classe, una distrazione che non si sente solo sul piano della socializzazione, delle amicizie o dei flirt, ma anche a livello psicologico.
Spiega in proposito Sue Dunford, preside della Southfield Schools for Girls di Kettering: "E' una questione di fiducia in se stesse. In una scuola femminile, le ragazze non sono intimidite all'idea di impegnarsi e andare bene in matematica, scienza, fisica, materie che qualcuno considera più prevalentemente maschili. E le ragazze che sono più chiuse, che non sono sempre pronte a prendere la parola, a partecipare, riescono a farlo meglio in una classe femminile che in una classe mista. Non c'è la distrazione e non c'è la competizione dei maschi, cosìcché le ragazze possono dare il meglio che hanno".
Conferma Alice Sullivan, ricercatrice all'Institute of Education della University of London, una specialista nel campo dell'istruzione scolastica separata per i due sessi: "E' uno studio molto interessante. Rafforza prove già esistenti da tempo del fatto che le ragazze ottengono risultati accademici migliori in scuoile femminili".
Ma non tutti sono d'accordo. Dice Alan Smithers, diurettore del dipartimento istruzione alla Buckingham University: "Le classi separate a seconda dei sessi hanno scarsa influenza sul rendimento scolastico. Non sono l'elemento cruciale che fa la differenza. Le varianti che contribuiscono al successo o all'insuccesso di uno studente o studentessa sono molte, dalle caratteristiche individuali, al background sociale, alla qualità degli insegnanti. Se la classe femminile ha un effetto, è perché spesso riflette le aspirazioni di genitori che si impegnano di più per il successo accademico dei figli, e che perciò li sostengono e li sospingono in questa direzione. Non ha un valore determinante di per sé". Il dibattito è aperto.
“La Repubblica” del 18 marzo 2009

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