08 luglio 2007

Editoria e turismo, il mondo dell’arte apre ai manager

Le professioni in crescita
di Laura Bonani
Che le professioni legate all’arte non siano più sinonimo di monoliti blindati ce ne siamo accorti da un pezzo. Dalla metà degli anni Novanta, musei, siti archeologici, gallerie e altre realtà culturali si sono trasformati in luoghi di comunicazione e di eventi. Con relativa crescita occupazionale. Come nel caso della società Fmr Art’è. «Dopo la fusione con Franco Maria Ricci - spiega il presidente Marilena Ferrari - ho scelto l’editoria: libri di pregio, per divulgare il patrimonio del nostro Paese. E ho deciso di allevare "in casa" un team di appassionati pronti a portare l’arte al domicilio dei clienti. Il lavoro è su tutto il territorio con una rete di art promoter formati a Bologna. Sono liberi professionisti-imprenditori: ciascuno può costruire la propria strategia di vendita. Ma il "plan" è centralizzato. E l’education no-stop è di tipo artistico, ma anche commerciale e ludico». In pratica, il pianeta arte ha via via ridisegnato le skill dei suoi professionisti. «I manager del Duemila devono saper gestire sistemi integrati cultura-economia - osserva Fernando Alberti, direttore del Centro di ricerca sul management della cultura dell’università Liuc -. Lo confermano le ultime carriere "crossover", che coordinano vere e proprie filiere richiamandosi a profili nati all’estero». Arriva infatti dal Regno Unito il town center manager. «Dopo un corso di sei mesi di Confesercenti Siena - racconta Francesca Semplici, manager del centro commerciale naturale di Colle Val d’Elsa -, oggi lavoro per tenere vivo il "fil rouge" tra gli attori della cultura, della storia, dell’artigianato, del commercio. Il nostro è un borgo medievale-rinascimentale e faccio da regista delle varie aree per rinvigorire il turismo». Un’altra figura importata dal Nord è il gestore di network culturali. Come Giovanna Barni, presidente di Pierreci, che spiega: «Abbiamo creato una rete tecnologica per coordinare gli attori dell’"impresa cultura" e abbiamo puntato sulle card turistiche dotate di "chip": offrono in simultanea itinerari, trasporti, visite a musei e sistemazione».
«Corriere della sera» del 18 maggio 2007

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