12 luglio 2006

Gli Uffizi battono il reality show: i giovani preferiscono Raffaello

I dati della ricerca Federculture-Centro Turistico studentesco sui consumi culturali. Bene il cinema e la lettura. L'accusa: "Ma gli eventi costano troppo"
di Massimiliano Papasso
Un dipinto di Raffaello al posto di una prima visione al cinema, una serata tra le meraviglie degli Uffizi invece dell'ennesimo reality show in tv. I giovani italiani si riscoprono amanti dell'arte. A rivelarlo uno studio condotto da Federculture e il Centro Turistico studentesco che descrive i ragazzi "dai trenta in giù" come una generazione assetata di spettacoli, mostre e musei. Talmente tanto da preferire queste attività ad altre considerate un tempo più consuete, come leggere un libro o addirittura andare al cinema.
Secondo il rapporto di Federculture, condotto nella scorsa estate su un campione di oltre 4.000 persone (per lo più studenti universitari e ragazzi alle prese con le prime esperienze nel mondo del lavoro), il 32% dei giovani italiani visita di frequente mostre, fotografa monumenti e affolla i tanti musei sparsi per il nostro paese. Un risultato sorprendente se si pensa che nella speciale hit parade delle attività più svolte dagli under 35 queste tre risorse culturali precedono la lettura di un libro (19% del totale), andare a vedere un film al cinema (13,5%) e assistere a concerti rock o pop (8,3%). "Questi dati dimostrano come nel nostro Paese negli ultimi anni si sia trasformato il modo di confrontarsi con la cultura - spiega Roberto Grossi, presidente di Federcultura - . Se una volta seguire una mostra era un appuntamento fine a se stesso, adesso nell'organizzazione di un evento a cui prendere parte incidono molti fattori. E' cambiato il modo di gestire il proprio tempo libero. Questo vale soprattutto per i ragazzi che quando pensano alla loro vacanza prendono in considerazione anche le attività culturali che potrebbero svolgere in un posto piuttosto che in un altro". Una sete di conoscenza da parte delle nuove generazioni che è confermata anche da un altro aspetto dell'indagine condotta da Federcultura. Alla domanda "Cosa intendi per cultura?" la maggior parte dei ragazzi italiani ha risposto "conoscere nuovi popoli e nuove usanze", e subito dopo "leggere libri e letteratura" e "visitare musei e mostre".
Ma se gli under 35 sembrano amare particolarmente scorazzare in lungo e in largo per l'Italia alla ricerca di nuove esperienze culturali, le difficoltà che si incontrano durante questo cammino di certo non mancano. Primo tra tutti il prezzo dei biglietti ritenuto dalla maggioranza del campione di Federcultura (il 36%) "troppo salato" e di conseguenza il principale ostacolo nel consumo di eventi culturali. "Purtroppo quello del costo dei biglietti è un problema reale - conferma il presidente Grossi - specie per i giovani. Per risolverlo però non basta che un museo o eun nte proponga autonomamente pacchetti offerte e ingressi scontati. Quello di cui abbiamo bisogno è una politica nazionale che riesca ad unire le forze. La cultura in Italia è un mondo ancora troppo frammentato". I ragazzi infatti vorrebbero che il prezzo ideale per seguire una mostra o uno spettacolo non dovrebbe superare in ogni caso i 10 euro, mentre per entrare in un museo sono anche disposti a spendere più del doppio.
Una inaspettata propensione alla cultura che però molto spesso si scontra contro il muro della scarsa comunicazione. Il secondo grande ostacolo alla partecipazione ad eventi culturali emerso dall'indagine di Federculture è proprio quello della mancanza di informazioni (17%). Molto spesso infatti pur essendoci tra i ragazzi grande disponibilità a partecipare ad un dibattito letterario, piuttosto che assistere ad una rassegna cinematografica, tutto viene vanificato dall'assenza delle informazioni basilari come gli orari, i luoghi e i costi legati all'appuntamento. "In Italia ogni giorno si svolgono tantissimi eventi culturali che spesso si sovrappongono tra loro - conclude Grossi -. Purtroppo non abbiamo ancora un sistema informativo adeguato all'offerta. Un problema che presto vorremmo sottoporre anche al neo ministro Melandri a cui chiediamo in primo luogo l'istituzione di un osservatorio della cultura giovanile. Non si può migliorare un settore senza prima aver studiato e capito a fondo i problemi che lo affliggono".
«La Repubblica» del 12 luglio 2006

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