02 settembre 2015

I segreti del successo dei Minions

Cinema
di Gigio Rancilio
Se sapete chi è Kevin, quale strumento suona Stuart e di quanti colori ha gli occhi Bob, probabilmente fate parte di quel milione di italiani che ha già visto il film dei Minions.
Se non lo sapete, forse, vi può essere utile conoscere qualcosa di più di questo autentico fenomeno cinematografico e non solo (siamo già sommersi dai gadget legati ai Minions) che nel mondo ha già incassato più di un 1 miliardo di dollari
Il debutto di questi buffi personaggi gialli, che sembrano una via di mezzo tra fagioli e pillole, risale al 2010, nel film Cattivissimo Me. Nati come figure di contorno, gli “scagnozzi” (questo significa minions) del “cattivissimo” Gru hanno da subito raccolto un tale successo da essere diventati delle autentiche star. Da qui l’idea di fare un film tutto dedicato a loro.

Premessa importante
Il mondo dei Minions è sempre paradossale, a partire dall’idea che il loro obiettivo principale della vita sia quello di trovare un supercattivo da servire, anche se i nostri protagonisti non sono mai violenti ma quasi sempre pasticcioni e ridicoli. Gente buffa che parla una propria lingua composta da un insieme di vocaboli veri presi da diversi idiomi del mondo e parole del tutto inventate.

La trama è presto detta
La storia dei Minions comincia dalla notte dei tempi. Partendo da un organismo giallo unicellulare, i Minions si evolvono attraverso i secoli, costantemente al servizio del più cattivo di turno. Dopo aver accidentalmente distrutto tutti i loro padroni – da un dinosauro a Napoleone – i Minions si ritrovano senza nessuno da servire e cadono in depressione. Ma un Minion di nome Kevin ha un piano e – in compagnia del giovane ribelle Stuart e del piccolo Bob – si avventura nel mondo per trovare un nuovo cattivissimo padrone. Il trio comincia così un viaggio che li condurrà a scoprire il prossimo potenziale padrone, Scarlet Overkill, il primo supercriminale donna del mondo. Partendo dalla desolata Antartide, attraverso la New York degli anni ’60, finiranno a Londra, dove dovranno affrontare la sfida più difficile: salvare tutta la razza dei Minions dall’annientamento.

Perché funzionano
Il film è godibilissimo. Con gag comprensibili anche dai più piccoli e rimandi (come quello dei Minions che sbucano da un tombino a Londra, esattamente in Abbey Road, mentre i Beatles stanno attraversando le strisce pedonali per il celebre servizio fotografico legato all’album Abbey Road) che faranno divertire anche gli adulti. Un’ora e mezza di sorrisi e pura evasione. Senza obiettivi alti ma anche senza eccessive cadute di gusto. Unico avvertimento: è molto, molto difficile rimanere immuni al fascino dei Minions. Dal coraggioso Kevin, al “ribelle” Stuart fino al piccolo e tenero Bob (con tanto di orsacchiotto e amico topolino e per questo amatissimo da tutti i bambini più piccoli), ognuno troverà il Minion che più gli piace. E magari uscirà dal cinema urlando “banaaanaaaaa”.

Unico neo
Se la colonna sonora, quasi tutta con canzoni anni 60 e 70, è di grandissimo effetto e molto curata, così non si può dire del doppiaggio italiano dei personaggi. Se Alberto Angela e Selvaggia Lucarelli hanno una parte così piccola da essere quasi invisibile, la cattiva Scarlet doppiata dal Luciana Littizzetto e suo marito Herb doppiato da Fabio Fazio sono incolori.
«Avvenire» del 31 agosto 2015

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