21 aprile 2014

Gita a Marcellina, Palombara, Stazzano (21 aprile 2014)

di Francesco Toscano
Siamo partiti da zona Tiburtina alle 10.30 con un clima perfetto. La Tiburtina neanche troppo trafficata e l'agile ciclabile di via di Casal Bianco fino a Guidonia.
La salita fino a Marcellina solo negli ultimi km diventa un po' pesante, ma sempre nella norma.
Ancor prima di entrare a Marcellina, abbiamo svoltato a sinistra, verso Palombara, lungo una strada che in quota (con lievi alti e bassi) porta fino alle pendici di Palombara.
Bello il paesaggio che si può godere.
Arrivati a Stazzano, poco dopo Palombara, ci siamo inoltrati lungo un sentiero semi asfaltato, che ci ha portato alle falde del Monte Gennaro, pienamente immersi nella Riserva Naturale dei Monti Lucretili. Bellissimo paesaggio di olivi 'macchiati' da batuffoli rosa di altri alberi in fiore.
Breve pranzo con caffè al baretto di Stazzano e giù verso Roma lungo la Palombarese, che passa per Castel Chiodato e Ponte delle Tavole, per imboccare la Nomentana a tre km circa prima del raccordo.

Profilo altimetrico: Marcellina è a poco più di 280 mt slm; Palombara a poco più di 370 (anche se non si deve salire in cima al paese); Stazzano a poco più di 270.

Lunghezza: circa 72 km.

Tempi di percorrenza: con poco più di tre ore si riesce ad andare e tornare; se si vuole andare ad un passo più lento e fermarsi per il pranzo, meglio prevedere cinque ore.
Postato il 21 aprile 2014

01 aprile 2014

Dimmi come studi e ti dirò chi sei: l'identikit degli universitari, dall'onnivoro al minimalista

L'Aie ha "mappato" gli studenti delineando cinque profili, su un campione di oltre duemila giovani tra i 18 e i 30 anni. Da chi usa tutto, manuali, ebook, web, appunti ai refrattari alle nuove tecnologie
di Manuel Massimo
Dimmi come studi e ti dirò chi sei. In base agli strumenti tecnologici utilizzati per prendere appunti a lezione, approfondire gli argomenti e preparare gli esami l'Aie (Associazione Italiana Editori) ha "mappato" gli universitari delineando cinque profili rappresentativi del variegato microcosmo di studenti con un'età compresa tra i 18 e i 30 anni. L'indagine - condotta in collaborazione con Cun (Consiglio Universitario Nazionale), Crui (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) e Anvur (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca) e presentata oggi a Roma - ha scandagliato preferenze e abitudini di un campione rappresentativo di oltre duemila studenti universitari (nell'ambito del concorso è-book, all'interno del Maggio dei Libri) restituendo una fotografia precisa di come i giovani studiano oggi negli atenei.
Tra carta e digitale. Negli ultimi anni la tecnologia si è diffusa in modo massiccio e capillare anche nelle aule universitarie ma "carta" e "digitale" continuano a convivere: c'è chi integra le due modalità di fruizione dei contenuti, chi ne predilige decisamente una rispetto all'altra e anche chi, invece, utilizza di volta in volta il supporto che ritiene più adatto per le sue ricerche su una determinata materia. La ricerca completa - disponibile dal 31 marzo sulle principali piattaforme online nell'ebook di Marina Micheli "Stili di studio degli universitari italiani tra carta e digitale" - costituisce un vademecum utile agli editori per orientare le loro scelte strategico-editoriali ma anche a chi ha responsabilità politiche in materia, in primis il Miur (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca).
I cinque identikit. In base alle modalità prevalenti di fruizione dei contenuti gli studenti sono stati classificati in cinque categorie. La più rappresentativa è costituita dagli "onnivori" (il 37 per cento del campione, ndr) che usano tutto: manuali cartacei, ebook, fonti web, appunti e libri scelti autonomamente; con il 18,5 per cento seguono i "tradizionalisti", refrattari alle nuove tecnologie, che prediligono strumenti di studio cartacei; al terzo posto i "pragmatici" (18,4 per cento) che studiano lo stretto necessario per l'esame senza fare distinzioni tra carta e digitale; con il 13,4 per cento i "minimalisti" cercano di ottenere il massimo risultato col minimo sforzo e per studiare si affidano più agli appunti e agli schemini riepilogativi che non ai libri; infine, con il 13 per cento, gli "esploratori" sono per lo più lettori forti e approfondiscono le materie di studio sia sulla carta che su supporti digitali.
Il campione intervistato. I giovani protagonisti dell'indagine hanno in media 23 anni, circa la metà frequenta un corso di laurea triennale e per il 57,4 per cento sono femmine. Possono essere considerati "lettori forti" - visto che leggono in media circa un libro al mese - e il 54 per cento ha letto almeno un ebook nell'anno precedente. In media sono abbastanza tecnologici: hanno praticamente tutti un computer, il 64 per cento possiede uno smartphone e il 28,6 per cento un tablet. Il social network più gettonato è Facebook (89 per cento), seguito da Google+ (48 per cento) e da Twitter (45 per cento). La distinzione forte che emerge dall'indagine non risiede dunque nella dicotomia "cartaceo vs. digitale" quanto piuttosto tra chi studia per apprendere e chi studia per passare gli esami.
"Il futuro è nei libri che leggi". Lo slogan di Matteo Zocchi (vincitore dell'edizione 2013, ndr) è stato scelto per la campagna di comunicazione degli editori per valorizzare i libri universitari che l'Aie lancerà a partire dal 23 aprile 2014, con la nuova edizione del concorso in tutte le università italiane, accompagnato dall'hashtag #compracultura. Come emerge dall'indagine, accanto ai contenuti digitali continuano (e continueranno) a convivere quelli su supporto cartaceo e la fruizione dei libri "tradizionali" è molto diversificata in base alla tipologia di studente: gli onnivori prediligono quelli presi in prestito dalle biblioteche; i minimalisti tendono ad utilizzarli di meno (ma ad acquistarli nuovi); i pragmatici puntano sull'usato e sullo scambio; gli esploratori ne studiano, ne possiedono e ne conservano più degli altri; infine i tradizionalisti, che studiano soltanto sui libri di carta, lo "zoccolo duro" che sfoglia le pagine, prende note a margine e sottolinea le righe con evidenziatori colorati.
«la Repubblica» del 31 marzo 2014