09 gennaio 2013

La finta guerra in India che esiste solo su Wikipedia

MIO: un invito e una sfida. Create un HOAX (leggi l'articolo per capire di cosa si tratta) e vedrete quanto è difficile e quanto rende vero che Wikipedia NON è una fonte primaria di informazione
di Marta Serafini
Una guerra mai dichiarata. Che per lunghi cinque anni si è combattuta su Wikipedia. Ma che nella realtà non è mai esistita. Già, perché ancora una volta l’enciclopedia online ha dovuto ammettere: “Abbiamo rimosso una voce non vera”. Questa volta, però, non è un errore o un refuso. Ma un intero episodio storico, inventato di sana pianta e messo online nel luglio del 2007. Trattasi della guerra di Bicholim, combattuta – secondo quanto scritto online – tra il 1640 e il 1641 tra i portoghesi e l’impero indiano del Maratha per il controllo dell’isola di Goa, in India. E finita, sempre secondo Wikipedia, con tanto di trattato internazionale e descritta fin nei minimi particolari.
Nel dicembre scorso la verità è venuta a galla. Un utente ha passato al setaccio la vicenda:. «Dopo una attenta valutazione e alcune ricerche, sono giunto alla conclusione che questa voce è una frottola, un’intelligente ed elaborata balla», ha scritto ShelfSkewed. Morale, la “guerra di Bicholim” è stata rimossa. Oltre a dover fronteggiare le accuse di scarsa attendibilità, Wikipedia ogni giorno combatte contro fatti, episodi, o persone di fantasia. Hoax, si chiamano in gergo. L’obiettivo dei “falsari” del sapere? Screditare Wikipedia o semplicemente divertirsi.
“Questi episodi sono l’altra faccia della medaglia di un progetto che ha l’obiettivo di diffondere il sapere gratuitamente”, spiega Frieda Brioschi, presidente di Wikimedia Italia.
Le voci nascono grazie allo sforzo di volontari che ogni giorno lavorano pro bono. Chiunque può contribuire alle pagine esistenti o crearne di nuove, a condizione che seguano determinate regole. Si va dalla verifica delle fonti, al rispetto degli altri, passando dalla buone fede fino al divieto di attacchi personali. Il tutto in nome della diffusione del sapere. Nonostante la Wikimedia Foundation, la fondazione americana che supporta Wikipedia, non abbia scopo di lucro, c’è chi si diverte a vanificare lo sforzo. Un bel problema. Tanto che in un avviso si legge: “Le bufale su Wikipedia sono considerate atti di vandalismo, e gli autori di bufale possono essere soggetti a blocco e messi al bando”.
La guerra di Bicholim è solo l’ennesimo caso. Se si scorre l’elenco reso pubblico proprio dalla stessa Wikipedia, si scoprono l’inesistente isola indonesiana di Bunaka o il falso assassino di Giulio Cesare, Gaius Flavius Antoninus, vissuto online per 8 anni e un mese con il record di fake più longevo. E, ancora, frasi inventate e attribuite a Oscar Wilde, armi segrete, sedicenti stupratori, finti giocatori di basket, e uomini politici di fantasia. Solo nel 2012 sono stati scoperti 25 hoax in lingua inglese, tutti cancellati.
Ma come funziona la rimozione? “Per ciascuna delle lingue di Wikipedia – sono 280 – esistono degli amministratori eletti dalla comunità di utenti. Se qualcuno individua una voce falsa, prima ne discute con gli altri utenti e poi segnala la questione agli amministratori che a loro volta decidono se rimuoverla o meno sulla base della discussione stessa e delle linee guida della Wikimedia Foundation”, spiega Brioschi.
Impossibile dire quante siano le bufale italiane: “Per il nostro paese non esiste un elenco. Certo è che, ogni giorno, gli amministratori devono intervenire, per lo più per casi di pagine scritte male o di conflitti di interesse tra l’autore e la voce stessa”. Difficile però dire chi possa aver avuto interesse a creare dal nulla una guerra. Come se già nel mondo reale non ce ne fossero abbastanza.
«Corriere della Sera» dell'8 gennaio 2013

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