05 gennaio 2011

Cronistoria delle riforme della scuola italiana

a cura di Enrico Lenzi

Marzo e dicembre 1997
Autonomia. E cambia la maturità

Il 15 marzo, con la legge 59 viene varata l’autonomia scolastica, che introduce la possibilità per le singole scuole di gestire direttamente aspetti didattici, organizzativi e del personale. La norma introduce anche il principio della flessibilità oraria dei docenti. Il 10 dicembre è tempo di un altro cambiamento, che stavolta riguarda l’esame di maturità: viene introdotto il terzo scritto e il colloquio orale su tutte le materie.
Cambia anche la composizione della commissione che diventa mista.
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10 febbraio 2000
Da Berlinguer alla parità scolastica

Il 10 febbraio è il giorno del via libera alla legge 30, cioè alla riforma dei cicli scolastici voluta dal ministro Luigi Berlinguer e portata a termine dal ministro De Mauro.
Questa legge, che prevede un ulteriore passaggio per studiare la sua applicazione, non entrerà mai in vigore perché sarà bloccata dal ministro Moratti. A distanza di un mese esatto vede la luce la legge 62, nota come legge sulla parità scolastica, che riconosce la funzione e il servizio pubblici delle scuole non statali.
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28 marzo 2003
Al via i “cicli” con la riforma Moratti


Dopo due anni di lavoro vede la luce la legge 30, cioè la riforma del ministro Letizia Moratti. Anche in questo caso la sua applicazione sarà graduale e richiederà il varo di alcuni decreti attuativi.Tra le principali novità figurano i nuovi cicli scolastici: la riforma prevede infatti un percorso comune per tutti fino alla terza media, poi la scelta tra scuola superiore (divisa in otto licei) o sistema dell’istruzione e formazione professionale. Al termine della scuola primaria (ex elementare) scompare l’esame di Stato.

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20 dicembre 2006
Obbligo di istruzione fino ai 16 anni


Con il varo della legge finanziaria viene introdotto l’obbligo d’istruzione fino ai 16 anni.
Viene innalzato a 10 anni complessivi la durata del periodo di istruzione obbligatoria al fine di garantire, come spiega il ministero della Pubblica istruzione, il «conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale» entro i 18 anni. Dunque non si può più concludere il percorso di studi dopo la terza media, ma occorre il biennio di superiori o un corso di formazione professionale.

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9 gennaio 2009
Novità e “ritorni” nel decreto Gelmini


Diventa legge (numero 1 dell’anno) il decreto Gelmini, che nella scuola introduce alcune novità e alcuni elementi recuperati dal passato. È il caso del maestro prevalente nelle elementari o del voto espresso in forma numerica. Si apre il processo di riforma delle superiori, entrata in vigore lo scorso settembre: anche qui numerose novità, come l’ampliamento di scelte possibili di indirizzo, il potenziamento delle lingue straniere, l’apertura al mondo del lavoro.
«Avvenire» del 5 gennaio 2011

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