09 ottobre 2010

La regina del terrore

di Luca Gallesi
Una lunga e consolidata tradizione descrive il re­gno di Elisabetta I d’In­ghilterra (1558-1603) come un’era di splendore, durante la quale fiorivano le arti e la Divi­na Provvidenza vegliava sui sudditi inglesi attraverso la Re­gina Vergine, dispensatrice di serenità, pace e giustizia. Pecca­to che, come tanti luoghi comu­ni della storia, dalla «leggenda nera dell’Inquisizione» alle «ar­mi di distruzione di massa» di Saddam Hussein, anche il mito dell’età dell’oro elisabettiana sia un’abile invenzione propagan­distica. Questa, almeno, è la tesi di fondo del godibilissimo sag­gio
Elisabetta la sanguinaria di Elisabetta Sala, che conclude l’analisi storica della Riforma inglese iniziata con L’ira del Re è morte, pubblicato due anni fa per lo stesso editore.
Quello della nascita della Chie­sa anglicana è un periodo stori­co tornato di attualità grazie alla recente visita di Benedetto XVI in Gran Bretagna, che, pur accom­pagnata dalle prevedibili polemiche 'antipapiste', non ha riaperto le an­tiche e dolorosissime ferite conse­guenti allo scisma di Enrico VIII, che costrinse al martirio migliaia di cattolici e distrusse un patrimonio di beni dal valore incalcolabile. La persecuzione anticattolica inaugu­rata dal Re Tudor e ripresa da sua fi­glia fu, infatti, il primo esempio di quella sanguinosa serie di genocidi che caratterizza la modernità.
Morto Enrico VI, il giovane figlio di Enrico VIII, e dopo l’ancora più bre­ve parentesi di Maria Tudor, regina cattolica amata dal popolo, a cui la propaganda protestante impose in­giustamente il nomignolo di San­guinaria, nel gennaio 1559 viene in­coronata Elisabetta, figlia – illegitti­ma, poiché le loro nozze erano state annullate – di Enrico e Anna Bolena. Appena diventata regina, comincia a insozzare la memoria della sorella Maria, mal sopportando l’idea che i suoi sudditi preferissero portare il lutto per la morte di lei piuttosto che gioire per la sua salita al trono.
Tra le prime leggi sottoposte dalla nuova sovrana al Parlamento, che subito le approvò, ci sono un nuovo Atto di Supremazia, che abrogava le riforme di Maria, e un nuovo Atto di Uniformità, che imponeva a tutti i sudditi la liturgia protestante. La Regina era il Supremo Governatore della Chiesa anglicana, e da allora in poi, diventava obbligatoria per o­gni cittadino la presenza alla fun­zione religiosa anglicana, e reato partecipare alla Messa cattolica.
Una fitta rete di spie – i chur­chwardens – veniva creata appo­sitamente per controllare la vita religiosa degli inglesi, che non furono mai altrettanto meticolo­samente spiati e controllati.
Le storie, spesso eroiche, dei fe­deli che non vollero abiurare l’antica fede, aiutati anche da missionari appositamente invia­ti in incognito in terra d’Albione, vengono raccontate dall’autrice con passione e dovizia di parti­colari, mettendo così a disposi­zione del lettore un’analisi com­pleta del periodo dal punto di vi­sta storico, che viene integrato da un originale e brillante ap­profondimento letterario. La ri­nascita della letteratura inglese, infatti, che, contrariamente a quanto solitamente creduto non comincia con Elisabetta, ma sot­to Maria, con la pubblicazione nel 1557 della Tottel’s Miscellany, raggiunge il culmine con l’opera del Grande Bardo, ovvero Wil­liam Shakespeare, nato ed edu­cato in una famiglia cattolica, e molto probabilmente cattolico e­gli stesso. L’interpretazione delle sue opere, infatti, proposta da E­lisabetta Sala alla luce della dot­trina cattolica, permette di supe­rare molte contraddizioni e svela­re altrettanti misteri. Valga per tutti un commento sull’opera più celebre, l’Amleto , che presenta molti inequivocabili riferimenti al cattolicesimo, tra cui l’esisten­za di un Purgatorio, da cui viene il fantasma del padre, le cui soffe­renze possono essere lenite dalle preghiere dei vivi; poi, Shake­speare ci parla della possibilità di meritarsi il Paradiso anche all’ul­timo minuto di vita, grazie ai sa­cramenti e al pentimento, tutte verità di fede cattolica.

Elisabetta Sala, ELISABETTA LA SANGUINARIA, Ares, pp. 376, € 20,00
Un saggio svela il vero volto di Elisabetta I, che completò con un bagno di sangue lo scisma anglicano e venne trasfigurata dalla propaganda

«Avvenire» del 9 ottobre 2010

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