09 settembre 2010

Riaffermiamo la base razionale di valori e diritti inviolabili

L'appello del Papa all'Europa
di Luigi Geninazzi
È certamente una buona notizia che ci fa ti­rare un respiro di sollievo: le autorità di Teheran hanno sospeso la condanna a morte di Sakineh, la donna iraniana divenuta sim­bolo della terribile condizione in cui versano i diritti umani in Iran. Ma restano le brutte no­tizie che riguardano i processi farsa e, più in ge­nerale, la repressione feroce portata avanti dal regime degli ayatollah. Non c’è purtroppo al­cuna garanzia che tutto questo abbia fine.
L’impressione sconfortante è che la buona no­tizia duri il tempo di un respiro, mentre le cat­tive notizie s’addensano senza un attimo di tre­gua. Sarà un caso ma proprio negli stessi gior­ni in cui in Europa e nelle Americhe si dà pro­va di rara unità e di grande compattezza mo­bilitandosi a favore di Sakineh in nome della di­gnità della donna e dei fondamentali diritti u­mani, ecco che nelle sue retrovie si apre una fal­la imbarazzante e vergognosa. Il Burn a Koran Day, la Giornata in cui bruciare copie del Co­rano proclamata dal pastore di una chiesa pro­testante in Florida in occasione del prossimo anniversario dell’11 settembre, è un’iniziativa che sembra fatta apposta per screditare quel che resta dell’Occidente con la O maiuscola.
«Un gesto stupido e pericoloso», è stato sotto­lineato da alti ufficiali, uomini politici ed e­sponenti religiosi, preoccupati per le ritorsio­ni facilmente prevedibili di settori del mondo musulmano. Si teme infatti un’ondata di vio­lenze che si riverserà soprattutto contro gli i­nermi cristiani che vivono nei Paesi a preva­lenza islamica, come già avvenuto nel 2006 a seguito delle vignette satiriche su Maometto pubblicate da un giornale danese. Ma l’idea di un grande rogo in cui bruciare i libri sacri del­l’islam è sciocca e pericolosa non soltanto per l’incendio devastante che potrebbe scatenare nel mondo, ma per il fatto che nega gli stessi i­deali che chi l’ha lanciata dichiara si nutrire e sostenere. Per dirla con Talleyrand, «è peggio di un crimine, è un errore». Rispondere a co­loro che bruciano le bandiere americane dan­do fuoco al Corano significa avere un concet­to di libertà simile a quello degli integralisti i­slamici.
Cresce l’arroganza, si rimpiccioliscono i dirit­ti di libertà, a cominciare da quello alla libertà religiosa. Invece «è imperativo sviluppare sia la validità universale di questi diritti, sia la lo­ro inviolabilità». Sono parole pronunciate ieri dal Papa nel discorso rivolto ai vertici parla­mentari del Consiglio d’Europa, un’istituzio­ne internazionale chiamata a difendere e ga­rantire i valori inviolabili e i fondamentali di­ritti dell’uomo. Ma Benedetto XVI ha allarga­to l’orizzonte affrontando il problema nel con­testo della società attuale, nella quale s’incon­trano popoli e culture differenti. E si è chiesto cosa succederebbe «se questi diritti fossero pri­vi di un fondamento razionale, oggettivo, co­mune a tutti i popoli, e si basassero esclusiva­mente su culture, decisioni legislative o sen­tenze di tribunali particolari». Se fosse così non potremmo opporci alle decisioni di un tribu­nale islamico a Teheran che intende condan­nare a morte una donna per adulterio. E non saremmo neppure in grado di controbattere al­le farneticazioni di un pastore protestante che intende bruciare il Corano.
Qualcuno potrebbe essere tentato di liquida­re le parole del Papa come l’ennesima con­danna del relativismo. Ma la sua non è stata la ripetizione di un giudizio astratto bensì l’ana­lisi puntuale di quanto sta succedendo sotto i nostri occhi. Benedetto XVI è in realtà entra­to, con delicatezza, nel merito delle buone e delle cattive notizie di questi giorni. E ci ha sol­lecitato a dare «un terreno solido e duraturo» alle nostre battaglie di civiltà: alla mobilita­zione per salvare la vita di una donna che ri­schia la lapidazione co­me alla strenua affer­mazione dei princi­pi di tolleranza reli­giosa che sembrano vacillare perfino nei dintorni della Sta­tua della Libertà.
«Avvenire» del 9 settembre 2010

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