01 settembre 2010

«Gheddafi e islam? Va preso sul serio»

Il Rais a Roma
di luigi Geninazzi
«Roma è la capitale del cattolicesimo. Eppure il leader libico è andato avanti lo stesso. È una provocazione con cui dobbiamo fare i conti Dobbiamo svegliarci: qual è l’Europa che vogliamo»
Attenzione al Colonnello di Tripo­li in visita a Roma. La tenda be­duina, le amazzoni che gli fanno da guardia del corpo, le belle ragazze che vuole indottrinare, tutto questo fa parte del solito teatrino di cui ama circondar­si il leader libico. Ma non è solo folklore. «Lo spettacolo sarà anche un po’ ridico­lo ma quel che ha detto Gheddafi a pro­posito di una futura Europa musulmana va preso terribilmente sul serio». È l’opi­nione di Samir Khalil Samir, islamologo di fama internazionale. Gesuita di origi­ni egiziane, padre Samir è docente al Pon­tificio Istituto Orientale di Roma, alla Cat­tolica di Milano e all’università di Beirut, impegnato nel dialogo interreligioso e consulente del Vaticano. E sul presiden­te della Jiamahiria ha un giudizio molto chiaro.

Gheddafi arriva a Roma e dice che l’i­slam, prima o poi, sarà la religione d’Eu­ropa. Se uno andasse a Tripoli e invitas­se i cittadini libici ad abbracciare il cri­stianesimo cosa succederebbe?
Scoppierebbe il finimondo ed il malca­pitato predicatore verrebbe immediata­mente arrestato e condannato per il rea­to di proselitismo. In Libia, così come in ogni altro Paese islamico, non ci puoi neanche metter piede se sei sospettato di voler esercitare un’attività missiona­ria. Ma quel che è vietato ai cristiani è un dovere per i musulmani. Non soltanto per i singoli credenti ma anche per gli Stati. Ogni Paese musulmano ha un uffi­cio per la 'Dawa', il termine arabo che in­dica il proselitismo. La Libia ad esempio ha un ufficio incaricato della 'Dawa' per tutto il continente africano. Gheddafi ne ha idelamente aperto uno anche per l’Eu­ropa.

Qualcuno la considera una buffonata, qualche altro una provocazione. Lei co­me la vede?
Iniziamo col dire che Gheddafi è abituato a tenere simili discorsi. L’ultima volta l’ha fatto davanti all’Assemblea generale del­le Nazioni Unite il 23 settembre dello scorso anno. Lui sa bene che, a differen­za dei leader degli altri Paesi islamici che non lo degnano di grande considerazio­ne e lo trattano alla stregua di un giulla­re, i popoli musulmani lo ammirano per­chè predica il Corano a tutto il mondo. E devo dire che, dal punto di vista della re­ligione islamica, il suo discorso non fa u­na grinza. Nei suoi incontri romani ha af­fermato che l’islam è l’ultima religione rivelata e che per questo ha cancellato il giudaismo e il cristianesimo. Nessun mu­sulmano lo può contraddire.

Ma ha pure aggiunto che l’Europa è de­stinata a diventare islamica. Va preso sul serio?
Diciamo che si tratta di una previsione non certo campata in aria. Ed io starei at­tento a liquidarla come una boutade di poco conto. Guardiamo ai fatti. Gli euro­pei hanno un tasso di natalità molto bas­so, in media l’1,38%, vale a dire la metà di quello degli immigrati di provenienza extracomunitaria, in gran parte musul­mani. I demografi prevedono che entro il 2050 un quarto della popolazione eu­ropea sarà islamica. Se il trend non cam­bia l’Europa un giorno si ritroverà abita­ta in maggioranza da musulmani. E di fatto, se la Turchia entrerà nella Ue, ciò significherà che un grosso pezzo del mondo islamico, almeno a livello socio­logico, farà parte dell’Europa. C’è poi il fattore culturale: nel nostro continente diminuisce progressivamente la pratica cristiana, dilaga l’indifferentismo reli­gioso ed il cristianesimo viene spesso de­riso e osteggiato mentre l’islam diventa sempre più propagandistico e intolle­rante.

Mentre noi, permettendo a Gheddafi di tenere il suo discorso a Roma, abbiamo dato una bella dimostrazione di tolle­ranza ...
È così, e lo dico senza alcuna ironia. An­che se mi permetto di notare che Roma non è Hyde Park ma la capitale del cat­tolicesimo. Io penso che dobbiamo fare i conti con la provocazione lanciata da Gheddafi. Dobbiamo svegliarci: qual è l’Europa che vogliamo? Ha un valore e un’influenza solo economica?

Forse è proprio per questo che Ghedda­fi a Roma può dire quel che vuole sull’i­slam: la Libia è un importante partner e­conomico dell’Italia, meglio non con­trariarla ...
Capisco queste considerazioni, ma dob­biamo agire con coerenza. Non possiamo riempirci continuamente la bocca di bel­le parole sui diritti umani quando ci rivolgiamo all’interno dell’Europa, e poi far finta di niente con un capo di Stato straniero che è al potere da 41 anni e spesso ha mostrato disprezzo per i diritti fondamentali della persona umana. Lo ha dimostrato anche recentemente con centinaia di eritrei rinchiusi nei campi di detenzione. Lui non parla solo di affari, si atteggia a predicatore dell’islam. Qual­cuno gli faccia notare che per noi gli af­fari non sono tutto.
«I demografi prevedono che entro il 2050 un quarto del vecchio continente sarà islamico. Gli europei hanno un tasso di natalità che è in media la metà di quello degli immigrati, in maggioranza musulmani. Se il trend non cambia, il rischio è grosso»
«Avvenire» del 31 agosto 2010

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