26 giugno 2010

Quando la cultura diventa polvere

di Yoani Sanchez
Per diversi giorni ho ripassato insieme a mio figlio per prepararlo agli esami finali della scuola secondaria. Ho richiamato alla memoria le mie nozioni su radici quadrate, formule per calcolare la superficie di una piramide e scomposizione in fattori. Dopo oltre vent’anni che non mi imbattevo in certe complessità matematiche, ho sintonizzato i neuroni con l’intenzione di aiutarlo a prepararsi evitando di pagare il caro prezzo di un maestro privato. Più di una volta - durante quelle giornate di studio - sono stata sul punto di rinunciare di fronte all’evidenza che i numeri non sono il mio forte. Ma ho resistito. Solo quando Teo è tornato dalla sua prova più difficile dicendo che era andata bene mi sono sentita sollevata, perché molti dei suoi compagni di classe rischiano di ripetere l’anno. La ragione è che in tre anni di scuola media questi studenti hanno visto sfilare tre diversi metodi di valutazione. Hanno dovuto subire anche la mancanza di preparazione dei così detti maestri emergenti e le lunghe ore di lezione impartite da un televisore. Da due anni, il gruppo dove si trova mio figlio non ha professore di inglese né di informatica e la disciplina di educazione fisica consiste in un’ora di corsa - senza supervisione - nel cortile della scuola. La mancanza di pretese e la cattiva qualità educativa hanno portato i genitori a mettere pezze di conoscenza nelle numerose lacune rimaste ai loro figli. Fortunatamente, la scuola di Teo non è tra le peggiori. Anche se l’odore del bagno si attacca alle pareti e ai vestiti, perché nessuno vuol lavorare come addetto alle pulizie visto il mistero stipendio, almeno non ci sono tanti abusi come in altre scuole avanere. Neppure - e questo è un sollievo - si comprano e si vendono voti, pratica sempre più comune nei centri di insegnamento. I maestri che ha avuto mio figlio, nonostante fossero poco preparati, erano persone dal carattere affabile e noi genitori abbiamo cercato di aiutarli.
Se penso ai problemi di una mia amica, che ha una figlia in un liceo tecnologico, possiamo dirci contenti dello stato morale della scuola secondaria del nostro pargolo. Secondo quanto lei mi racconta, le relazioni sessuali tra adolescenti e professori sono diventate un sistema abituale per ottenere una promozione. Ogni esame ha una tariffa (http://espaciodeelaine.wordpress.com/2010/06/24/inmunidad-educacional-tendiendo-a-infinito/ ) e pochi resistono davanti alla tentatrice offerta di un telefono mobile o di un paio di scarpe da tennis Adidas in cambio di un giudizio eccellente. Ho evitato di affrontare lo spinoso argomento del deteriorarsi del sistema educativo per il timore - lo confesso - che mio figlio si vedesse danneggiato dai giudizi di sua madre. Durante i tre anni che lui ha frequentato la scuola secondaria inferiore, mi sono lasciata sfuggire appena un paio di critiche sullo stato delle infrastrutture scolastiche, ma adesso non ce la faccio più. Loro saranno i professionisti di domani, i medici che disporranno dei nostri corpi in una sala operatoria, gli ingegneri che progetteranno le nostre case, gli artisti che tenteranno di nutrire le anime con le loro creazioni e questa pessima base formativa mette tutto in pericolo. Non continuiamo a pensare che mentre si trovano in un banco almeno i ragazzi non vagano per le strade e sono immuni da altri pericoli. Tra le pareti delle aule possono prendere forma vizi molto gravi e deformazioni etiche permanenti, mentre si sta preparando una mediocrità di proporzioni allarmanti. Nessun padre deve restare in silenzio di fronte a questa situazione.
Traduzione di Gordiano Lupi
«La Stampa» del 26 giugno 2010

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